Promessa mantenuta: il governo tedesco ha approvato l’aumento del salario minimo a 12 euro l’ora, a partire da ottobre. Una misura di cui beneficeranno circa 6,2 milioni di persone in Germania: è la platea di lavoratori che secondo il progetto di legge ad oggi guadagna meno di 12 euro l’ora. Sulla battaglia per l’aumento del salario minimo Olaf Scholz si era giocato una parte importante della sua campagna elettorale: alla fine la sua Spd è riuscita nella rimonta sui conservatori e Scholz è diventato nuovo cancelliere. L’aumento del salario minimo, appoggiato anche dai Verdi, è stato inserito tra le priorità del governo “semaforo” (Spd-Verdi-Fpd) e a distanza di tre mesi dalla firma del contratto di coalizione è arrivato il via libera dell’esecutivo.

La Germania ha già un salario minimo nazionale dal 2015, introdotto sempre su insistenza dei socialdemocratici, all’epoca partner di minoranza del governo della cancelliera Angela Merkel. Il salario minimo partiva da 8,50 euro l’ora, ma una commissione in cui sono rappresentati sindacati e datori di lavoro lo rivede regolarmente, fissando l’attuale livello a 9,82 euro e un aumento a 10,45 euro che entrerà in vigore il primo luglio. La nuova legge, che ha ancora bisogno dell’approvazione in Parlamento, dove la coalizione tripartita di Scholz ha una comoda maggioranza, fissa per il primo ottobre l’aumento a 12 euro. La commissione fisserà poi ulteriori modifiche.

“Molti cittadini del nostro paese lavorano molto ma guadagnano poco e questo deve cambiare”, ha scritto il cancelliere Scholz in un tweet in cui annunciava la decisione del Gabinetto, “per me è una delle leggi più importanti e una questione di rispetto”. L’annuncio di Berlino arriva all’indomani dell’approvazione da parte del governo spagnolo dell’aumento del livello minimo, a partire da gennaio 2022, da 965 a mille euro lordi al mese. Come è noto, tra i 27 Paesi europei solo Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia non hanno un minimo legale: “Oggi il governo tedesco aumenta il salario minimo, in Italia siamo ancora all’anno zero. Se necessario lo ripeteremo ogni giorno: la proposta del M5s è già in Senato, basta votarla. Alziamo i salari”, ha scritto su Twitter il leader Cinquestelle Giuseppe Conte.

Il Movimento 5 Stelle chiede ai dem di sostenere al Senato il disegno di legge a prima firma Nunzia Catalfo, che fissa l’asticella a 9 euro lordi all’ora. Ma il “campo largo” che va dal Partito democratico fino alla Lega finora si è opposto alla fissazione di un minimo per legge. Il Pd negli emendamenti presentati in commissione ha chiesto che la soglia sia stabilita da una commissione guidata dal presidente del Cnel, come previsto dalla vecchia proposta di Tommaso Nannicini. I 9 euro lordi, cifra intermedia tra il 50% del salario medio e il 60% del salario mediano, posizionerebbero in effetti l’Italia ai primi posti in Europa nonostante una produttività del lavoro in continuo calo. Le imprese dovrebbero sostenere costi notevoli, ma alcuni economisti che studiano i meccanismi dietro il funzionamento delle economie capitalistiche hanno evidenziato che salari troppo bassi non fanno che alimentare un circolo vizioso incentivando le aziende a puntare su produzioni a basso valore aggiunto: al contrario, aumentare i salari minimi spinge ad adottare modelli produttivi più efficienti. Più che economica, dunque, la questione è politica.

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