Ogni giorno è sempre più evidente che il tema delle disuguaglianze occuperà la scena dei prossimi decenni. Ce lo ricorda Oxfam che segnala come nei primi due anni di pandemia i dieci uomini più ricchi del mondo abbiano più che raddoppiato i patrimoni, passando da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15mila dollari al secondo.

La pandemia non ha fatto altro che accelerare una tendenza che il modello capitalistico produce, inchiodato al PIL e alla dottrina neoliberista, con un effetto inarrestabile nell’ampliare la forbice tra ricchi e poveri.

L’aumento della ricchezza di una sola persona come Jeff Bezos, numero uno di Amazon, equivale a tutte le risorse necessarie per vaccinare tutta la popolazione mondiale con due dosi e booster, pari alla cifra di 81,5 miliardi. A questo , disuguaglianze nelle disuguaglianze, si aggiunge il boom di utili del settore Big Pharma, che viaggia a mille dollari al secondo generando per Pfizer, Biotech e Moderna 5 miliardi di utili mentre vita o morte si distribuiscono con le disuguaglianze, proprio come denuncia la Ong che stima la percentuale di persone con Covid19 morte a casa nei Paesi in via di sviluppo pari al doppio rispetto a quella dei Paesi ricchi.

Se il M5S vuole intervenire lì dove nessun’altra forza politica nazionale e internazionale sta riuscendo ad invertire la rotta, deve scegliere la lotta alle disuguaglianze come principale battaglia del suo operato politico. Deve farlo quando parla dei vincoli di bilancio europei, quando immagina misuratori differenti dell’economia rispetto al PIL, nel proprio Piano di Sviluppo Economico e su quello culturale e sociale, intervenendo nelle istituzioni scolastiche con un Piano Nazionale di contrasto alle disuguaglianze con la creazione e sviluppo di una Rete nazionale di comunità educanti secondo i protocolli già esistenti, siglati da ANCI e Ministero dell’Istruzione.

Il Piano Nazionale di contrasto alle disuguaglianze deve perseguire tale obiettivo instaurando un rapporto strutturale con i genitori con difficoltà socioeconomiche per promuovere l’accesso ai servizi per l’infanzia e per i minori, agendo attraverso gli strumenti operativi dentro il disegno delega dell’assegno unico e svolgendo attività di formazione femminile e progetti di occupabili di genere.

Strumenti come Card Culturali o Doti Educative da assegnare ai minori a rischio possono fornire l’accesso ad opportunità educative, culturali e sportive, tanto degli alunni svantaggiati che dei loro genitori; una card di accesso ai servizi e ai luoghi della rete di Comunità Educante, in coerenza con gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che risponda quindi anche ai bisogni essenziali come cibo, salute e contrasto alle disuguaglianze di genere.

Durante la prima ondata della pandemia ho incontrato tante associazioni nella periferia di Napoli che, con la chiusura delle scuole, hanno visto triplicare i bambini che afferivano alla mensa sociale bisognosi di un pasto a pranzo.

Un piano nazionale di contrasto alle disuguaglianze funziona se nella scuola si crea un rapporto stabile e strutturale con le politiche sociali dei comuni e ciò può accadere solo con l’individuazione di un Referente per il contrasto alle disuguaglianze per ogni scuola, che elabori un piano sociale di interventi e un piano di formazione per il personale docente e ATA.

Il contrasto alle disuguaglianze deve coinvolgere anche le Università, prevedendo che venga inserito come obiettivo della terza missione dell’Università, con l’istituzione di un budget universitario dedicato, di un premio per i progetti di ricerca pubblica e privata che hanno come obiettivo la riduzione delle disuguaglianze. E lo stesso obiettivo si deve dare il Piano Nazionale della Ricerca.

Abbiamo dati e analisi calcolati ogni anno da scienziati e istituti internazionali su ogni fattore ambientale, sociale ed economico. Confrontarsi, elaborare questi dati, studiarli e progettare è un percorso scientifico sul quale va coinvolta la comunità scolastica, universitaria e il mondo della ricerca, usando la conoscenza per sconfiggere le disuguaglianze.

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