È la farmacista e consigliera comunale leghista, Annarosa Racca, la regina di Palazzo Marino. La presidente di Federfarma Lombardia, infatti, con il suo reddito imponibile di 724.812 euro è la più ricca all’interno del consiglio comunale di Milano e nessuno, anche tra i rappresentanti della giunta, si avvicina anche solo lontanamente alla sua dichiarazione dei redditi. Neppure il sindaco Giuseppe Sala che, in questa classifica, si piazza al sesto posto.

È il quadro che viene fuori dai documenti pubblicati sul sito del Comune di Milano. Per legge, infatti, i titolari di cariche elettive sono obbligati a rendere pubblica la loro situazione reddituale e patrimoniale. Al secondo posto, dietro Annarosa Racca, c’è un suo collega di centrodestra: Manfredi Palmeri, eletto nella lista “Luca Bernardo sindaco”, da dipendente di una società privata di servizi e – contemporaneamente – consigliere della regione Lombardia, dichiara per l’anno 2020, 263.006 euro. All’ultimo gradino del podio si posizione, invece, un membro della giunta, l’assessore al Bilancio Emmanuel Conte, con il suo reddito imponibile di 257.623 euro. Dirigente di banca (figlio di Carmelo Conte, ex ministro e parlamentare craxiano, e fratello di Federico, attuale deputato di Leu) è l’unico assessore a non aver richiesto l’aspettativa e per questa ragione percepisce l’indennità dimezzata.

In totale sono 10 i consiglieri e membri della giunta che dichiarano redditi superiori a 100 mila euro. Nel dettaglio sono 5 consiglieri comunali di centrodestra, un consigliere di centrosinistra, il sindaco Beppe Sala e 4 assessori. Sommando i redditi di 16 su 17 rappresentanti dell’opposizione a Palazzo Marino (manca la documentazione di Vittorio Feltri) si sfora la cifra di un milione e seicentomila euro, superiore al milione e duecentomila complessivo dei redditi di 30 dei 31 consiglieri di centrosinistra (in questo caso manca la documentazione della consigliera Pastorella) e al milione relativo alla somma dei redditi dei 13 membri della giunta.

Andando con ordine, al quarto posto si piazza l’ex candidato sindaco del centrodestra e primario di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli, Luca Bernardo, con i suoi 120.046 euro di reddito, seguito dall’assessora allo Sviluppo Economico Alessia Cappello (responsabile progetti e-commerce di Luxottica) con 118.594 euro. Solo al sesto posto il riconfermato sindaco Beppe Sala che, con il suo reddito imponibile di 110.396 euro, è lontano dalle cifre dichiarate in passato. Nel corso della campagna elettorale del suo primo mandato lo stesso Sala aveva pubblicato la sua dichiarazione dei redditi risalente al 2014 quando, con la sua attività di manager, dichiarava al fisco oltre 410 mila euro. Il suo attuale reddito invece è il frutto del solo compenso da primo cittadino. Partendo da settemila euro di indennità mensile e compresi tutti i compensi connessi alla carica, nel 2020 dal Comune di Milano ha ricevuto 109.491 euro. Cifra, però, destinata ad aumentare. La legge di Bilancio 2022, approvata in via definitiva dal Parlamento il 29 dicembre scorso, ha infatti incrementato le indennità di funzione dei sindaci delle città metropolitane (e non solo). L’indennità base passerà così da 7.018,65 a un totale mensile lordo di 10.070,25 euro nel 2022 e 11.634,25 euro nel 2023. Per arrivare nel 2024 a 13.800 euro, equiparando i sindaci delle città metropolitane al trattamento economico dei presidenti delle Regioni.

A superare i 100 mila euro di reddito sono anche: l’ex dirigente del Comune e attuale assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, con 105.035 euro; il consigliere di Forza Italia, che è anche membro del consiglio regionale, Gianluca Marco Comazzi con 101.844 euro e il consigliere del Partito democratico Rosario Leonardo Pantaleo, con 101.295 euro. Nonostante un reddito imponibile dichiarato di 11 euro, nella top ten rientra anche la leghista Silvia Sardone. Essendo europarlamentare, l’indennità del Parlamento europeo è di 7.011,74 netti (più di 9 mila euro lordi mensili), somma che è soggetta a un’imposta dell’Ue e che quindi non rientra nella dichiarazione dei redditi.

Al contrario, ultima in classifica è l’assessora allo Sport, Turismo e Politiche giovanili, Martina Riva (29 anni il prossimo 5 febbraio). Da praticante in uno studio legale dichiara per il 2020 un reddito imponibile annuale di 1.511 euro. Non pervenuta, invece, la dichiarazione dei redditi del giornalista e consigliere di Fratelli d’Italia, Vittorio Feltri. Assenti anche i redditi della consigliera esponente di Azione di Carlo Calenda, Giulia Pastorella: la stessa dichiara di “non avere presentato la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate perché residente in Belgio” dove lavora per Zoom, la famosa società di servizi di teleconferenza. In realtà, in una delibera del marzo 2019 l’Anac scrive che l’Autorità ritiene che “i redditi percepiti da un consigliere comunale residente all’estero, anche qualora non soggetti a tassazione in Italia, siano assoggettati all’obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale del Comune in cui il consigliere riveste la carica”.

Intanto sono stati pubblicati sulla sezione amministrazione trasparente del Comune di Milano anche le spese sostenute in campagna elettorale. Oltre ai 217.903 euro spesi dal sindaco Sala e i 77.807 del suo avversario Bernardo (lontanissimi dagli oltre 800 mila euro annunciati dal centrodestra prima dell’inizio della campagna elettorale), risaltano i 59.604,93 euro rendicontati dal riconfermato assessore Pierfrancesco Maran, uomo dei record con oltre 9 mila preferenze nella lista del Pd. È stato di 47.770 euro, invece, l’investimento in campagna elettorale di Bruno Ceccarelli del Partito Democratico, nella stessa lista sono 40.124 euro le spese rendicontate da Filippo Paolo Barberis. Pietro Antonio Marrapodi, della Lega, dichiara che la sua campagna è costata 41.946 euro: quasi 10 volte il reddito imponibile dichiarato dallo stesso nel 2020 (4.351 euro, per l’esattezza, con 26.915 di reddito di riferimento per agevolazioni fiscali). Chiudono il quadro altri due esponenti del Carroccio: ovviamente Annarosa Racca, che non ha certo problemi di disponibilità economica, con 38.215 euro e l’europarlamentare Silvia Sardone con 35.074 euro.

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