La Cassazione ha assolto in via definitiva Maria Grazia Paturzo, l’ex collaboratrice di Roberto Maroni quando era ministro dell’Interno. I giudici della VI sezione penale hanno dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Milano contro la sentenza di assoluzione del 6 maggio 2021. Paturzo, difesa dagli avvocati del Foro di Roma Alessandro De Federicis e Valerio Spigarelli, era accusata di aver reso falsa testimonianza nel processo sulle presunte pressioni indebite per farle ottenere un viaggio a Tokyo per promuovere Expo 2015 e per far avere un contratto di lavoro in ente di ricerca della Regione Lombardia ad una collega.

Per quei fatti la Suprema Corte aveva già fatto cadere le accuse anche nei confronti di Maroni (che era stato condannato in primo e secondo grado, ndr) e degli altri imputati. I difensori sottolineano come la Cassazione abbia “posto fine al procedimento nei confronti della Paturzo, che non avrebbe mai dovuto essere instaurato perché, come si legge chiaramente nella sentenza di primo grado di assoluzione con la formula più ampia, ‘il fatto non sussiste‘.

L’accusa di falsa testimonianza era una costola del processo principale. Paturzo, stando alla ricostruzione del pm di Milano Eugenio Fusco, sarebbe dovuta andare a Tokyo non in virtù di ragioni professionali. Una trasferta in agenda a metà 2014 a carico della società Expo, dove Paturzo era stata assunta “in quanto raccomandata dal governatore”. Raccomandazione “accettata dal commissario unico Giuseppe Sala, che però sulle spese di viaggio aveva allargato gli occhi” secondo l’accusa. Il rapporto tra Paturzo e Maroni era stato negato, oltre che dalla difesa di Maroni, anche nelle testimonianze rese in aula. Il pm ritenendolo “mendaci” aveva chiesto la loro trasmissione alla procura.

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