L’Irlanda ha abolito la quasi totalità delle restrizioni anti-Covid e torna alla normalità. Il Primo Ministro Micheál Martin ha espresso soddisfazione in una conferenza stampa in cui ha dichiarato che “oggi è una bella giornata perché l’Irlanda ha superato la tempesta Omicron”. Pub, ristoranti, cinema e teatri non devono più chiudere alle 20, possono lavorare al massimo della capienza e non è più necessario il green pass, relegato ai soli viaggi internazionali, per accedervi. Il lavoro da casa non è più obbligatorio e l’unica limitazione a resistere è quella che impone l’uso delle mascherine al chiuso.

Martin ha ricordato come il programma delle dosi booster “abbia radicalmente cambiato la situazione” e ha incassato il plauso del National Public Health Emergency Team, l’equivalente del CTS italiano, che ha raccomandato di abolire le limitazioni anti-Omicron.

L’incidenza settimanale dei casi confermati di Covid-19 in Irlanda è pari a 1145 infezioni per 100mila abitanti, un dato in netta decrescita rispetto al picco toccato il 10 gennaio quando l’incidenza settimanale aveva raggiunto le 3405 infezioni per 100mila abitanti. La crescita dei ricoveri ospedalieri si è sostanzialmente interrotta e risultano occupati 1.016 posti letto nei reparti ordinari ed 89 nelle terapie intensive, più o meno la metà rispetto al picco del gennaio 2021 quando erano, rispettivamente, 1.950 e 212. I decessi, in media sette-dodici nell’ultima settimana, sono molto inferiori rispetto all’aprile 2020 ed al febbraio 2021 mentre l’80 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino ed il 77,3 per cento è completamente immunizzato.

Christine Loscher, professoressa di Immunologia alla Dublin City University, ha spiegato a The Journal che alcune persone “continueranno ad essere prudenti” e che “nessuno dice che le cose sono finite, ma la minaccia per la salute pubblica non è più come prima”. La professoressa ha sottolineato come le dosi booster di vaccino Covid-19 siano efficaci al 90 per cento contro la malattia grave e l’ospedalizzazione e “questo è il motivo per cui è giusto allentare le restrizioni in questo momento. Non stiamo più prestando attenzione ai casi perché la nostra immunità è molto alta”. Omicron “non è una minaccia come le varianti precedenti” e “anche se si manifestasse una nuova variante avremmo un altro livello di protezione”.

Ottimismo, dunque, ma anche un pizzico di prudenza. Il dottor Gerald Barry, ricercatore di virologia allo University College Dublin, ha affermato, come riportato dal sito BreakingNews.ie, che “dal punto di vista della popolazione direi che iniziamo a vivere la nostra vita e che siamo ottimisti ma il governo dovrebbe pensare a rafforzare le nostre difese”. L’esecutivo, secondo Barry, dovrebbe prepararsi alla possibilità di nuove ondate e non usare le restrizioni come cartina tornasole qualora la situazione peggiori. La priorità deve essere investire sul sistema sanitario per “superare la prossima ondata senza restrizioni massicce”. Il paragone è quello “con la Seconda Guerra Mondiale” e con “ il mantenimento della pace dopo la conclusione” . Lo si può fare “con le trattative di pace” oppure “ rafforzando gli armamenti”.

L’Irlanda si è distinta, nel corso della pandemia, per aver avuto un atteggiamento molto prudente sfociato nel più lungo lockdown dei luoghi pubblici del continente europeo. Parchi, pub, cinema, ristoranti e teatri sono stati chiusi, come confermato dall’Irish Times, per 120 giorni a partire dal marzo 2020. Il lockdown, dopo una breve tregua estiva, è tornato con la stagione autunnale e la seconda ondata di contagi rivelandosi un vero e proprio incubo per il Paese. I negozi non essenziali hanno riaperto il 17 maggio 2021 dopo oltre quattro mesi e mezzo di chiusura mentre i ristoranti ed i pub al chiuso sono tornati operativi solamente alla fine di luglio 2021. Non tutte le attività economiche erano inoltre riuscite ad operare online quando le restrizioni erano in vigore.

Tuttavia l’economia non ha risentito della pandemia in corso e il Prodotto Interno Lordo è cresciuto del 13,6 per cento nel corso del 2021 e questa crescita abnorme beneficia tanto della crescita delle esportazioni quanto dell’attività delle multinazionali che operano sul territorio irlandese. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 26 per cento del primo trimestre del 2021 al 7 per cento dell’ultimo trimestre e le previsioni, in questo senso, sono incoraggianti dato che per la fine dell’anno potrebbe raggiungere il 5 per cento, il minimo pre pandemia.

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