Il “caso” del tennista Novak Djokovic ha risollevato i dubbi e in queste ore sono in tanti a chiedersi come abbia ottenuto l’esenzione per il vaccino contro il Covid-19. Attualmente il motivo della sua inidoneità a ricevere la dose non è noto, ma quel che è certo è che, almeno in Italia, le “principali” controindicazioni rilevate dal ministero della Salute in una circolare sono pochissime, anche se “data la complessità dell’argomento le condizioni riportate non sono esaustive“. Tutto quindi è in mano al medico, vaccinatore o di base ma che ha aderito alla campagna vaccinale, che rilascia l’esenzione, appunto, “nel caso in cui la vaccinazione stessa venga omessa o differita per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate”, e che non deve scrivere la “motivazione clinica dell’esenzione” sul foglio che la certifica.

Secondo quanto si legge nella circolare di agosto, si parla di “controindicazione“, quando ci si trova di fronte a una “condizione nel ricevente che aumenta il rischio di gravi reazioni avverse”. La vaccinazione quindi non va somministrata perché “il rischio delle reazioni avverse è maggiore dei vantaggi indotti dalla vaccinazione”. La valutazione non vale erga omnes, per tutti i vaccini, ma va fatta in relazione “allo specifico tipo di vaccino che si intende somministrare”.

Diverso è il caso di una “precauzione” cioè una “condizione nel ricevente che può aumentare il rischio di gravi reazioni avverse o che può compromettere la capacità del vaccino di indurre un’adeguata risposta immunitaria. In questo caso, si legge nella circolare, “può essere necessario approfondire il singolo caso valutando il rapporto beneficio/rischio”. La maggior parte delle persone che presentano una “precauzione”, in genere, può essere vaccinata, ma è bene una consultazione con il medico curante o con uno specialista.

Nello specifico il vaccino è controindicato, e quindi si ha diritto all’esenzione, in caso di ipersensibilità a un principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nel vaccino da somministrare. Sempre secondo la circolare ministeriale, non dovrebbero ricevere la seconda dose di Astrazeneca i soggetti che hanno manifestato sindrome trombotica associata a trombocitopenia in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria. Astrazeneca e Johnson&Johnson sono inoltre controindicati per i soggetti che in precedenza hanno manifestato episodi di sindrome da perdita capillare.

Chi ha avuto una reazione allergica grave dopo una dose di vaccino o a qualsiasi componente del vaccino non dovrebbe ricevere la seconda dose con lo stesso siero o con prodotti che contengano gli stessi componenti. In questi casi però “si può considerare la possibilità di utilizzare un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione”, tuttavia “vista la la possibilità di reazioni crociate tra componenti di vaccini diversi è opportuno effettuare una consulenza allergologica e una valutazione rischio/beneficio individuale”. Nessuna esenzione per donne in gravidanza. Se però, dopo valutazione medica, si decide di rimandare la vaccinazione, è possibile ottenere “un certificato di esenzione temporanea”. Nessuna deroga, invece, in caso di allattamento.

Sempre stando alla circolare anche la sindrome di Guillan-Barré segnalata molto raramente dopo la vaccinazione con Astrazeneca, se insorta “entro 6 settimane dalla prima somministrazione”, comporta l’esenzione per quel vaccino. “In tali situazioni – specifica però la circolare – va considerato l’utilizzo di un vaccino di tipo diverso”. Discorso simile per quanto riguarda miocarditi e pericarditi insorte dopo la vaccinazione con prodotti a mRna, come Pfizer e Moderna. “La decisione di somministrare la seconda dose di vaccino Pfizer o Moderna in persone che hanno sviluppato una miocardite/pericardite dopo la prima dose deve tenere conto delle condizioni cliniche dell’individuo e deve essere presa dopo consulenza cardiologica e un’attenta valutazione del rischio/beneficio – si legge – In tale situazione, laddove sia stato valutato di non procedere con la seconda dose di vaccino Covid19 a mRna, va considerato l’utilizzo di un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione”.

Le condizioni di controindicazioni riportate nella circolare, però, come detto all’inizio, “non sono esaustive”. Spetta quindi ai medici valutare i singoli casi. Oltretutto, ricordano sempre dal ministero della Salute, la certificazione di esenzione, da rilasciare a titolo gratuito, dovrà contenere sì i dati identificativi del soggetto interessato e i dati del medico che la rilascia, ma non “altri dati sensibili del soggetto interessato”, compresa la “motivazione clinica dell’esenzione”.

A specificare ancora meglio, dopo la circolare, i casi in cui è prevista l’esenzione, e soprattutto quelli in cui non è prevista, è stata l’Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e di Comunità in una guida redatta proprio per aiutare i medici di famiglia a muoversi tra le eventuali richieste. Le controindicazioni, scrivono i medici, sono nello specifico, “ipersensibilità a Polietilene-glicole-2000 PEG e al Metossipolietilene glicole-2000 PEG”, in caso di vaccino Pfizer, “ipersensibilità alla Trometamina (mezzi di contrasto radiografici)”, in caso di vaccino Moderna, e “ipersensibilità al Polisorbato” in caso di vaccino Astrazeneca. Oltre a quelle già specificate dal Ministero.

I medici sfatano inoltre i “falsi miti” delle controindicazioni. Possono ricevere il vaccino le mamme in allattamento, chi presenta patologie autoimmuni, i pazienti oncologici in corso di radioterapia e gli immunocompromessi e anche chi ha anamnesi o familiarità di gravi reazioni allergiche non correlate a vaccini e/o a farmaci iniettabili, come allergie ad alimenti, animali domestici, lattici, polline e farmaci orali.

Anche nelle Faq dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sostanzialmente, viene sottolineato che quasi tutti possono vaccinarsi, anche se “per ulteriori indicazioni per la gestione dei soggetti con allergie gravi, malattie autoimmuni e immunodeficienze, si consiglia di fare riferimento alle raccomandazioni delle Società Scientifiche periodicamente aggiornate“.

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