La parità di genere è un obiettivo che va raggiunto con tutti gli strumenti disponibili: culturali, politici, economici, istituzionali. Un tema da tenere sempre presente nell’agenda di tutti i decisori: bene discuterne nelle pur importanti giornate dedicate alla promozione delle donne, ma non dimentichiamocene il giorno dopo. In quest’ottica, all’indomani della Giornata contro la violenza sulle donne, in cui si è ribadito il ruolo cruciale dell’indipendenza economica per potersi sottrarre a relazioni con mariti e compagni violenti e maltrattanti, ho depositato una risoluzione per introdurre nei bandi di gara della Regione Emilia-Romagna i criteri premiali del Gender responsive public procurement (Grpp), che riconosce il valore aggiunto delle imprese che promuovono la parità di genere.

Un fattore premiale strategico, soprattutto in vista dell’arrivo dei fondi del Pnrr e della nuova programmazione europea. Il NextGenerationEu chiede ai paesi Ue di investire almeno il 37% dei fondi ricevuti in misure a favore del clima e almeno il 20% per la digitalizzazione, due settori che oggi vedono predominare l’occupazione maschile. Sebbene la parità di genere sia una priorità trasversale, senza interventi specifici per promuovere l’occupazione femminile anche in questi due ambiti, si rischia di ottenere il risultato paradossale di ampliare ancora di più il gap occupazionale di genere.

Ritengo fondamentale monitorare l’impatto di genere degli investimenti finanziati dal Pnrr, considerata sia la straordinaria quantità di risorse che mette in circolazione sia il fatto che solo quattro degli oltre 200 miliardi previsti saranno investiti in servizi che possono favorire l’occupazione femminile. Per conoscerne preventivamente e monitorarne successivamente le ricadute a vantaggio della popolazione femminile e di quella maschile va attivato lo strumento della valutazione dell’impatto di genere di cui, mesi fa, avevo sollecitato l’adozione con una interrogazione alla giunta regionale. Con la Legge Europea 2021, successiva alla mia interrogazione, l’Emilia-Romagna si è impegnata a effettuare la valutazione dell’impatto di genere per analizzare e migliorare l’efficacia delle leggi regionali in materia di parità di genere. Per applicarla servono però dati statistici accurati, un terreno sul quale abbiamo purtroppo ancora tanta strada da fare. L’Italia è in ritardo nell’elaborazione di riferimenti statistici che possano orientare le politiche contro i gap di genere: dei 72 indicatori proposti dall’Onu oltre la metà non ha riscontro in dati disponibili a livello nazionale e solo il 21% può fare riferimento a dati di alto livello (contro la media europea del 24,8%).

Il Gender responsive public procurement ha dato risultati incoraggianti in Regione Lazio, la prima a introdurlo: tutti gli operatori economici aggiudicatari sono risultati possedere almeno una certificazione sulla responsabilità sociale e vantano l’assenza di verbali di discriminazione di genere.

Al fine di diffondere e dare concretezza a questo strumento, con la risoluzione sul Grpp chiedo anche alla Regione di supportare gli enti locali nei percorsi di formazione dei propri dirigenti sui temi della raccolta dati e analisi delle statistiche di genere e per la valutazione dell’impatto di genere.

Europa Verde è da sempre impegnata per promuovere il protagonismo delle donne nella società, in politica (vedi doppie cariche di genere) e in economia, riconoscendo la strategicità dell’empowerment occupazionale delle donne per colmare i pesanti gap che frenano la loro partecipazione e limitano il loro contributo al miglioramento del quadro economico-sociale. Nei giorni scorsi abbiamo ascoltato parole importanti a tutela delle donne dai maschi violenti e per l’empowerment femminile. Ora è il momento di far seguire fatti concreti.

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