Lacrimogeni e idranti contro migranti accampati al confine tra Polonia e Bielorussia. La polizia di Varsavia ricorre all’uso della forza contro le migliaia di persone bloccate nella zona di confine che da settimane è ormai terra di scontro tra l’Unione europea e il governo del presidente Aleksander Lukashenko che si gioca sulla pelle delle persone in fuga da Medio Oriente e Asia centrale. Oggi, dopo il sostegno ricevuto nelle scorse ore da parte dei vertici di Bruxelles sulla legittima difesa dei confini esterni dell’Ue, l’esecutivo guidato da Mateusz Morawiecki ha usato le forze di confine per respingere i tentativi di superare le barriere da parte dei migranti. Non è chiaro se la decisione sia stata presa, come sostiene l’esecutivo, dopo il lancio di sassi da parte dei migranti al di là del filo spinato, o se lo scontro è nato come reazione all’azione della polizia che è stata condannata sia dalla Bielorussia che da Mosca.

Nelle immagini circolate si vedono chiaramente i getti d’acqua sparati contro le persone al confine, completamente bagnate, al valico di Kuznica-Bruzgi, uno dei punti d’accesso scelti da centinaia di migranti ammassati al freddo da giorni nel tentativo di entrare in Polonia. Il ministero della Difesa si è giustificato sostenendo che l’azione dei militari è stata la risposta a un “attacco” dei migranti, i quali avrebbero lanciato pietre e altri oggetti contro i soldati. E aggiungono che sono stati proprio i bielorussi a fornire loro anche anche granate assordanti. Negli scontri di oggi, un poliziotto polacco è stato gravemente ferito da un colpo di pietra alla testa, ha aggiunto su Twitter la polizia polacca, precisando che l’uomo è stato evacuato dalla zona.

Adesso, assicurano da Varsavia, la situazione è stata “pacificata”. Il portavoce della polizia, Mariusz Ciarka, ha dichiarato che i migranti avevano assaltato la barriera di separazione alla frontiera, equipaggiati con lacrimogeni forniti loro dalle forze bielorusse, lanciando sassi contro gli agenti. Questi avevano risposto con lacrimogeni e idranti e monitorato la situazione usando un drone. La portavoce della Guardia di frontiera, Anna Michalska, ha dichiarato che circa 2mila migranti si trovavano al valico e sono circa un centinaio quelli coinvolti in quello che è stato definito un “attacco alle forze polacche”.

Il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, ha condannato l’uso di gas lacrimogeni da parte della Polonia definendolo inaccettabile, mentre la guardia di frontiera bielorussa ha annunciato che avvierà un’indagine sull’uso della forza da parte delle forze di Varsavia in territorio straniero: “Sono considerate azioni violente contro persone che sono sul territorio di un altro Paese”, ha dichiarato il portavoce bielorusso Anton Bychkovsky, citato dall’agenzia Belta. Il governo di Minsk ha poi aggiunto di essere pronto ad accogliere tutti i migranti in un centro logistico vicino al valico di frontiera di Bruzgi, come riferito dall’assistente presidenziale bielorusso nella regione di Grodno, Yuri Karayev: “Tutti i migranti potranno rimanere nel centro fino a quando la questione non sarà risolta”, ha sottolineato. Piccoli gruppi di migranti si stanno già spostando verso il centro logistico che si trova a circa 1,5 chilometri dal confine polacco ed è dotato di materassi, con circa 2mila coperte in arrivo da Minsk.

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