“Prima di Natale faremo gli scritti per il concorso ordinario dell’infanzia e della primaria per il quale abbiamo ricevuto oltre seicento mila domande” per 12.863 posti. Parola del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi pronunciate agli Stati generali dell’istruzione ad Arezzo. L’inquilino di viale Trastevere alla vigilia dell’approvazione della manovra di bilancio ha preso un impegno che migliaia di candidati attendono da oltre un anno. “Nel 2021 abbiamo fatto concorsi straordinari; abbiamo anticipato di un mese l’entrata in ruolo, con oltre 63mila assunzioni e adesso stiamo cominciando un concorso ordinario”, ha spiegato il professore ferrarese.

Un annuncio che dovrà fare i conti con la diponibilità delle aule informatizzate per l’espletamento delle procedure. L’aggiornamento e il censimento non sono ancora stati completati. Il ministero aveva già concesso una proroga al 29 ottobre, ma evidentemente non è stata sufficiente. La scadenza è ora fissata al 5 novembre. Quest’anno le operazioni devono tenere conto delle misure di sicurezza relative al distanziamento sociale previsto dalle disposizioni attualmente vigenti e questo crea qualche problema in più. Il concorso per infanzia e primaria è stato bandito il 28 aprile dell’anno scorso e le domande di partecipazione sono state presentate entro il 31 luglio.

La procedura prevista sia per i posti comuni che di sostegno si articolerà in questo modo. Ci sarà un’unica prova scritta con più quesiti a risposta multipla, volta all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché sull’informatica e sulla lingua inglese. Seguirà una prova orale. Naturalmente sarà fatta anche una valutazione dei titoli.

Nei giorni scorsi è arrivata un’accelerazione: il ministero ha illustrato ai sindacati le bozze dei nuovi regolamenti dei concorsi ordinari a seguito delle novità introdotte dal decreto “Sostegni-bis”, che ha sostituito le prove pre-selettive e gli scritti con un’unica prova scritta. Entrando nello specifico, nei decreti illustrati dall’amministrazione l’impianto delle prove scritte prevede cinquanta quesiti a risposta multipla, di cui quaranta relativi alle conoscenze disciplinari e ai contenuti dell’insegnamento relativi al grado di istruzione o alla tipologia di posto; cinque di lingua inglese e altrettante sulle competenze digitali inerenti l’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali più efficaci per potenziare la qualità dell’apprendimento. Ciascun quesito consiste in una domanda seguita da quattro risposte, delle quali solo una è esatta; l’ordine è somministrato in modalità casuale per ciascun candidato. La prova è superata da chi consegue una votazione pari almeno a 70/100.

Per la prova orale è rimata confermata l’impostazione già prevista ovvero un test volto a valutare la padronanza delle discipline e la capacità di progettazione didattica efficace: una vera e propria lezione simulata, con possibilità di estrarre la traccia 24 ore prima della prova stessa che viene superata da chi consegua una votazione pari almeno a 70/100.

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