Alla fine l’ho fatto. Sono entrato da un concessionario, ho parlato con un signore incravattato, ho trattato la vendita della mia vecchia macchina e ho firmato una catasta di fogli. Dopo un mesetto, sono uscito dalla sede del concessionario guidando una macchina elettrica bella nuova di zecca.

E’ impressionante come le cose siano cambiate in pochi anni. Una volta, entrare da un concessionario e chiedere un veicolo elettrico era come entrare nella sede della società per la protezione degli animali e chiedere di comprare una doppietta. Poi, di veicoli elettrici, ne ho avuti più di uno. Erano tutti dei prototipi che mi hanno dato dei discreti grattacapi. Adesso è tutta un’altra cosa. Il veicolo elettrico sta diventando la cosa normale e lo diventerà sempre di più nel futuro.

Per ovvie ragioni, non vi posso dire marca e modello della mia nuova macchina. Ma vi posso dire che è una due volumi a quattro porte prodotta da una casa automobilistica europea. Per accorgervi che è elettrica, dovete farci caso: non fa rumore e non ha un tubo di scappamento. A parte questo, ci puoi andare a fare la spesa, portare a spasso la famiglia, andare più o meno dove vuoi, in autostrada o no. Insomma, una macchina normale per persone normali (a parte che se pestate sull’acceleratore ha uno scatto da paura, ma questa è una cosa che non va più di moda e per buone ragioni).

Ora, non vi voglio dire che avere un veicolo elettrico è tutto rose e fiori. Uno dei problemi è che costa più caro di un veicolo termico equivalente, ma ho comunque deciso di investirci sopra. Una ragione è che spero di compensare con i minori costi di esercizio. Un’altra, forse più importante, è che una macchina nuova è un costo che si fa sentire per un budget familiare. Così, ho ragionato che comprare un veicolo a motore termico voleva dire ritrovarsi entro qualche anno, come si suol dire, “con il cerino in mano,” ovvero con un veicolo obsoleto con valore di mercato prossimo allo zero. Questo è il probabile risultato che vedremo sia per le ulteriori restrizioni che arriveranno contro l’inquinamento e contro il cambiamento climatico, sia per via degli aumenti dei costi dei carburanti che ci stanno già arrivando addosso! E allora si che avrei buttato via i miei soldi!

Un altro problema è che la ricarica di un veicolo elettrico richiede ancora una certa strategia e non ci eravamo abituati. E’ vero che di colonnine di ricarica ce ne sono tante, ma una buona metà è sempre guasta e delle altre molte sono inutilizzabili perché sono occupate da maleducati che ci parcheggiano davanti. E anche perché sono state piazzate senza nessun criterio. Tanto per dirvene una, quella vicina a casa mia sta fra il bar, la gelateria e la farmacia: vi potete immaginare che c’è sempre qualcuno che ci parcheggia davanti, alle volte anche in doppia fila! Certo, puoi cercare di localizzare il proprietario per chiedergli di spostare la macchina. Alle volte ti rispondono gentilmente, a volte per niente. Alle volte, ti guardano stupiti come se avessero di fronte la regina del “Trono di Spade” che gli chiede di far posto per farle parcheggiare il suo drago.

Per fortuna, le cose stanno migliorando. Ci sono sempre più colonnine e, allo stesso tempo, i proprietari di ristoranti e di centri commerciali si stanno accorgendo che averle nei loro parcheggi gli porta clienti, e quindi si stanno attrezzando. Lo stesso è per chi gestisce i parcheggi aziendali. Insomma, ci arriviamo piano piano.

C’è poi la questione dell’autonomia limitata e dei tempi di ricarica. Ma per un uso cittadino non ci sono problemi. Gestire un veicolo elettrico ricorda quello che si diceva al tempo del Far West del fucile Winchester: “Il maledetto fucile Yankee che si carica la domenica mattina e spara per tutta la settimana”. Così, la mia macchina la posso ricaricare la domenica mattina e andare in giro tutta la settimana. Certo, per fare viaggi lunghi bisogna pianificare le cose in anticipo, sempre col rischio che la colonnina su cui contavi per ricaricare sia guasta o occupata da uno dei soliti maleducati (mi sono successe entrambe le cose). Ma si può fare: vi posso dire che un mio amico è venuto a trovarmi viaggiando da Londra a Firenze con la sua macchina elettrica. Ovviamente, però, per fare viaggi di parecchie centinaia di chilometri è meglio il treno. Ma questo vale anche per le macchine a motore termico.

Per finire, c’è la questione di quanto sia veramente ecologico un veicolo elettrico. La storia è lunga e non la possiamo certamente esaurire in un post su ilfattoquotidiano.it. Diciamo che tutte le analisi scientifiche recenti indicano che la trazione elettrica è un miglioramento sostanziale in termini di ridurre le emissioni e portarci nella direzione della sostenibilità. Poi, è anche ovvio che un certo “modello di trasporto” basato su veicoli privati ingombranti e costosi sta diventando obsoleto. Nel futuro, avremo veicoli più leggeri e li sfrutteremo meglio usando il noleggio, e quindi ne avremo di meno. Ma, comunque vada, saranno elettrici.

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