Sabato 16 è la Giornata mondiale dell’alimentazione. In questa settimana molte scuole affronteranno questo tema che non può e non deve passare in sordina. Quella dei nostri alunni, purtroppo, è la generazione McDonald. Quando tornano dalle vacanze chiedo loro dove sono stati in vacanza, cosa hanno visto, che cosa hanno mangiato. Spesso la risposta è triste: “Maestro, c’era il Mc”.

Abbiamo l’urgenza di parlare ai nostri ragazzi del valore del cibo; del produttore locale, dell’attenzione per i cibi a chilometro zero e stagionali; di cosa significhi mangiare biologico; di quanto sia importante fare ecologia anche in tavola. Ancora oggi nelle mense delle nostre scuole vengono servite banane; sono usati piatti di plastica e bottiglie d’acqua non di vetro; non si accompagna il momento del pranzo con un’educazione all’alimentazione.

Eppure in Italia c’è un luogo dove ogni scuola dovrebbe portare in viaggio d’istruzione i suoi ragazzi: Fico, il parco del gusto realizzato a Bologna da un’idea del preside della facoltà di agraria, Andrea Segré, e di Nicola Farinetti, amministratore delegato di Eataly. Per la prima volta, in Italia, a Fico puoi imparare scienze, geografia, storia divertendoti. L’ho visto con i miei occhi. Grazie a Fico, le pagine del sussidiario di geografia diventano realtà, si possono vedere, toccare con mano. Oggi i nostri libri, fortunatamente, dedicano qualche riga al cibo e alla gastronomia ma nessun maestro osa portare in classe i tortellini bolognesi o la mortadella, o ancora gli arrosticini abruzzesi o il parmigiano reggiano. Nessuno osa parlare del valore del vino, del lavoro che sta dietro una bottiglia di Vermentino o delle diverse caratteristiche del paesaggio che consentono al nostro Paese di avere vini uno diverso dall’altro.

Per capire tutto ciò c’è Fico. Il parco si estende su circa 15 ettari (la grandezza di 10 campi di calcio), divisi in sette aree tematiche, mondi dedicati alle grandi eccellenze italiane (i salumi e i formaggi, la pasta, il gioco e o sport, il vino, l’olio, i dolci) divisi da spettacolari scenografie ed arricchiti con giochi, giostre ed attrazioni a tema cibo. Pillole di scienza e curiosità sono collocate nelle cinque giostre multimediali, sviluppate in collaborazione con la rivista Focus: si tratta di padiglioni dove scoprire gli elementi primordiali legati al rapporto fra l’uomo e il cibo: il fuoco, la terra, il mare, gli animali e poi il percorso che va dalla terra alla bottiglia.

A Fico, da maestro ho potuto vedere come si fa la mortadella, ho potuto toccare con mano la differenza tra il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, mi son divertito a testare con simpatici quiz le mie conoscenze agricole, scientifiche e geografiche. Certo, i vegetariani ci faranno notate che a Fico si parla anche di carne, ma quest’ultima è una componente fondamentale della tradizione alimentare italiana e non può essere dimenticata in un parco che ha il compito di far tradurre dalla teoria alla pratica il libro di geografia.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Transizione verde, successo per i green bond europei. Ma Francia e altri 8 paesi puntano sul nucleare mentre Londra torna al carbone

next
Articolo Successivo

Italia e Francia in ritardo sugli impegni di finanziamento alle rinnovabili nei paesi in via di sviluppo. Si attende un annuncio di Draghi

next