Google di nuovo nel mirino dell’antitrust. Accade in Corea del Sud, dove martedì 14 settembre la Fair Trade Commission (Ftc), il garante della concorrenza locale, ha comminato al colosso americano una multa del valore di 177 milioni di dollari per abuso di posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi. La sanzione, esito finale di un’ inchiesta aperta nel 2016, è la seconda più alta mai applicata dall’autorità e potrebbe anche aumentare in funzione delle entrate generate dall’azienda nel Paese dal 2011 a oggi. Ma il gruppo avverte: “Faremo ricorso”.

Il sistema Android sviluppato da Google detiene una larga fetta del mercato globale. Non fa eccezione la Corea del Sud, paese in cui ha sede Samsung primo produttore al mondo di smartphone che utilizzano proprio Android. Secondo la Ftc, la società statunitense avrebbe sfruttato questa circostanza per impedire ai produttori di cellulari, tra i quali la casa sudcoreana, di utilizzare un sistema operativo diverso a danno dell’innovazione nel segmento. Una condotta portata avanti per dieci anni e che si sostanzierebbe, per l’accusa, nell’obbligare i propri partner a firmare accordi “anti-frammentazione“, ossia clausole dei contratti di licenza che impegnano i produttori a non installare versioni modificate di Android sui loro prodotti e a non apportarvi cambiamenti.

La multa, la nona più elevata che la Ftc abbia mai imposto, nasce da un’indagine del 2016 e potrebbe anche farsi più salata: Kim Min-jeong, alto funzionario dell’autorità sudcoreana, ha infatti dichiarato che l’importo è provvisorio e che quello definitivo verrà calcolato in base alle entrate generate da Google in Corea del Sud dal 2011 ad aprile 2021. “Ci attendiamo che le ultime misure aiutino a far rivivere la competizione nei mercati dei sistemi operativi per gli apparati mobili e delle app”, ha spiegato il garante, aggiungendo che “questo dovrebbe favorire il lancio di nuovi prodotti e servizi innovativi legati agli smart device”. Dal canto suo Google si difende e annuncia che farà ricorso: “Il programma di compatibilità di Adroid ha suscitato un’incredibile innovazione negli hardware e nei software, portando a un enorme successo sviluppatori e operatori coreani”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato. “Questo ha portato a una maggiore scelta e a una migliore esperienza per i consumatori “, ha concluso il gruppo guidato dall’amministratore delegato Sundar Pichai.

Quello della Ftc è solo l’ultimo di tanti colpi assestati negli ultimi anni dall’antitrust al gigante da oltre 150 miliardi di dollari di fatturato annuo nel mondo. Nel 2018, ad esempio, la Commissione Europea ha multato Google per 4,3 miliardi di euro per pratiche anti-competitive nel mercato dei sistemi operativi per i dispositivi mobili e in quello delle app. Più di recente è stata la volta della Francia, dove la sanzione è stata duplice: a giugno 220 milioni di euro per abuso di posizione dominante nelle inserzioni pubblicitarie e a luglio 500 milioni per non aver negoziato in maniera equa con gli editori le remunerazioni per la notizie diffuse sul suo motore di ricerca. Non solo: la società è sotto indagine negli Stati Uniti insieme alla altre big tecnologiche e nella stessa Corea del Sud sono attive altre tre investigazioni relative ad attività contro la competizione: una nasce dal sospetto che il gruppo abbia costretto i produttori a diffondere le app solo attraverso il suo Play Store; una seconda ha ad oggetto la vendita di pubblicità digitale; la terza si focalizza sulla politica di fatturazione per gli sviluppatori.

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