Nel bizzarro mondo dei libri, in questo mese, è successo un fatto piuttosto inaspettato. In cima alle classifiche di vendita per la prima volta si è piazzato un manga, ossia un fumetto giapponese. Il numero 98 di One Piece, per la precisione. Non proprio il numero classico, ma la sua Celebration Edition da collezione che festeggia l’uscita in patria del numero 100. E mentre al secondo posto si assestava il super-venduto Tre di Valérie Perrin, al terzo gradino del podio c’era un altro manga, il numero 14 di Dragon Ball Super. Quasi un allineamento planetario.

Questo evento a dir poco straordinario ha molto da rivelare. Intanto che, dall’inizio dell’epopea dei manga in Italia, nel 1990 ad opera della compianta Granata Press, pubblico, distribuzione, mercato, gusto e costume sono radicalmente cambiati. E poi che in questo nostro difficile mondo contemporaneo c’è sempre più bisogno di evasione. Anche leggera, per tutte le età, ma di qualità.

Lo dimostrano ad esempio le pubblicazioni di successo di editori come e/o o Fazi fino a poco tempo fa lontani dal fantasy, e per i quali oggi non è più corretto parlare di incursioni ma di vero posizionamento nel genere. O la straordinaria qualità delle saghe come Paperbridge, Mister Vertigo o Il Torneo delle Cento Porte che contraddistinguono il nuovo corso editoriale voluto su Topolino dal direttore Alex Bertani, capace in tre anni di dare un’impronta fresca e di grandissima qualità alle storie del settimanale, imperituro faro di lettura e formazione delle nostre giovani generazioni.

Io colleziono fumetti da tutta la vita e leggo One Piece dalle origini, adorandolo. Il manga di Eichiro Oda ha iniziato a uscire in Italia nel luglio del 2001 grazie alla Star Comics, tra i pionieri dell’editoria nipponica in Italia. È stato soprattutto grazie a loro che la mia generazione è passata dai cartoni al cartaceo e, sempre grazie a loro, con Dragon Ball, abbiamo iniziato a leggere al contrario, perché in Giappone usa così. E ora, dopo tre decenni, ecco questa classifica di vendita destinata a passare alla storia.

One Piece narra le avventure di Monkey D. Rufy, un ragazzo che ha il sogno di diventare il re dei pirati. Da bambino per errore mangia un rarissimo frutto del diavolo, capace di fornire a chi lo addenta dei poteri incredibili, condannandolo però a perdere ogni forza a contatto con l’acqua del mare. Il corpo di Rufy diventa così di gomma, facendone un guerriero resistente e allungabile.

Il battesimo all’avventura viene da Shanks il Rosso, un pirata che gli dona il cappello di paglia appartenuto in passato al re dei pirati, che diventa il simbolo del jolly roger di Rufy, iconica bandiera nera con le ossa incrociate. Per realizzare il suo sogno Rufy si circonda di una ciurma composta da persone diverse tra loro, ma tutte con un sogno da realizzare: uno spadaccino, una navigatrice, un cecchino, un cuoco, un dottore, un’archeologa, un carpentiere, un musicista e un timoniere, tutti raccolti durante il viaggio in epiche avventure.

Per realizzare i sogni della ciurma è necessario raggiungere l’ultima isola del mondo, quella in cui il defunto re dei pirati, Gol D. Roger, avrebbe nascosto il suo immenso tesoro, lo One Piece. Questo viaggio si svolge in un mondo composto quasi esclusivamente da isole sparse per un mare infinito, attraversato longitudinalmente da un unico continente.

In questo mondo il potere costituito, corrotto e spesso ingiusto, ha nella marina il suo braccio armato, al punto che i pirati di Cappello di Paglia, si trovano a dover rimettere a posto le cose. Dentro l’opera sono rintracciabili riferimenti alle mitologie di tutto il mondo, alla storia dell’umanità, ai problemi etici del nostro tempo, facendo di questo manga un baluardo dell’integrazione, in cui trovano spazio diversità di ogni genere. Razzisti, sfruttatori e malvagi finiscono inesorabilmente spazzati via dalla furia della ciurma di Rufy, interessato però solo a vivere avventure imprevedibili, mangiare delizie di ogni specie e divertirsi coi suoi amici.

Ad ora dovremmo avere letto quattro quinti della storia, e siamo a un momento davvero cruciale. Presto tutti i nodi verranno al pettine e la speranza è che il finale di una storia che ha davvero entusiasmato un pubblico così vasto per tanto tempo sia all’altezza delle aspettative. Eichiro Oda ha sempre tenuto il timone della sua fantasia sulla stessa rotta, quella fissata dalle origini: il valore meraviglioso di One Piece sta soprattutto nella sua coerenza, capace di appassionare un pubblico planetario e intergenerazionale, dando vita a community estremamente attive, fomentate dalla complessità di intrecci che spingono a speculare, confrontarsi e discutere sui possibili sviluppi e sugli innumerevoli misteri e che fanno oggi confrontare anche genitori e figli. Lost in confronto è stata una passeggiata.

Gruppi social, influencer, dirette youtube, fanzine: tutti aspettano l’uscita settimanale del capitolo in Giappone, che viene scovato in rete, tradotto, diffuso e commentato. Certo, in un arco di tempo così lungo, molti lettori si sono stancati per la lunghezza infinita dell’opera, hanno perso interesse o preso altre strade, ma la capacità di mantenere alta l’attenzione verso un pubblico capace di resistere e rinnovarsi, premia lo sforzo sovrumano dell’autore detentore del Record del Guinness dei Primati per copie vendute, ad ora sul mezzo miliardo. Siamo ai livelli di Harry Potter.

Assurdamente ricco, Eichiro Oda è però prigioniero della sua opera. Come il leggendario giapponese in trincea della Seconda Guerra Mondiale, che rifiutava di arrendersi senza il permesso dell’Imperatore, l’autore è da oltre mille settimane impegnato a scrivere, sceneggiare e disegnare la maggior parte delle tavole. Aveva ventidue anni all’inizio, e ora ne ha 47. Per molto di questo tempo ha lavorato alla sua opera diciannove ore al giorno, sette giorni su sette. Quando alcuni anni fa questo ritmo titanico ne ha minato la salute, ha intrapreso una vita più umana, portando a un inevitabile rallentamento delle pubblicazioni che, in Giappone, vedono i manga uscire settimanalmente in capitoli su riviste dedicate, per poi finire raccolte nella testata vera e propria.

Per rispetto nei confronti del suo pubblico, della sua opera e del suo sogno, Oda non ha ceduto ad alcun tipo di semplificazione o compromesso, supervisionando anche serie animate, film, videogame e un universo parallelo di merchandising che ha avuto il suo culmine nel parco a tema dedicato al suo mondo. Non ci resta che attendere per scoprire tutti i segreti. Io intanto stasera ceno col sushi.

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