La Commissione europea ha dato eco al grido d’allarme lanciato dai sindacati europei: controlli e ispezioni per la prevenzione degli infortuni sul lavoro sono in picchiata in larga parte dei paesi membri dell’Unione.

I dati contenuti in un recente studio della Confederazione europea dei sindacati sono sconfortanti: dal 2010, malgrado l’aumento degli incidenti sui luoghi di lavoro, il numero delle ispezioni si è ridotto del 55%. È come se il rischio-vita interessasse poco, anche in epoca di pandemia nella quale, secondo gli studi dei sindacati e delle istituzioni europee, più di un milione di vittime da Covid-19 ha contratto l’infezione sui luoghi di lavoro. Per questo organizzazioni dei lavoratori e istituzioni Ue chiedono a gran voce agli Stati membri di voler qualificare l’infezione da coronavirus come malattia professionale.

La Unión General de Trabajadores (Ugt), potente sindacato spagnolo tradizionalmente legato alla sinistra, è sul piede di guerra. Chiede maggiori risorse per gli organi ispettivi – il numero di addetti è tra i più bassi d’Europa – e politiche più incisive provenienti dal governo di Madrid e dalla stessa Ue. In verità, la Spagna in questi anni non è rimasta a guardare. Si è creato un Organismo nazionale di ispezione, lasciando alle Comunidades autónomas – le nostre regioni – tante attività di vigilanza sulla prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro e servizi di consulenza in materia per le imprese.

I report del ministero del Lavoro retto da Yolanda Díaz, esponente di Podemos, segnalano una flessione degli infortuni, con gli incidenti mortali calati di un 5% nel primo semestre dell’anno in corso, rispetto al corrispondente periodo del 2020. Con una definizione di incidente mortale resa più ampia da un intervento legislativo del 2019 che qualifica come tali anche i decessi occorsi entro l’anno dall’infortunio sul lavoro.

Non basta: le politiche di prevenzione sono ancora deboli. La Ugt, insieme alla Confederazione europea dei sindacati, pretende interventi legislativi più incisivi sui limiti per l’esposizione ad alcune sostanze cancerogene, indicazioni precise sulle temperature massime sui luoghi di lavoro, tenuto conto del cambiamento climatico, controlli puntuali sui cantieri edili, i luoghi a rischio per eccellenza. Il sindacato mostra preoccupazione per una ipotesi di compressione dei diritti acquisiti in materia di prevenzione dai lavoratori autonomi, rapporti di comodo per quegli imprenditori senza scrupoli che spesso li utilizzano nei cantieri come dipendenti di fatto subordinati.

La Ugt propone, ancora, il rilancio del Protocollo di collaborazione tra le procure, organi ministeriali e sindacati, un accordo che dal 2007 persegue l’obiettivo di rendere più rapide le indagini sui reati relativi alla sicurezza sul lavoro e più certa l’esecuzione delle sentenze di condanna. Scambi di dati su infortuni e imprese responsabili, migliore formazione della polizia giudiziaria nella fase delle indagini, istituzione di una Commissione congiunta per l’attuazione del programma e per avanzare proposte di maggiore efficacia.

Il dibattito sulle misure riguardanti la prevenzione dei rischi lavorativi nei paesi Ue è tutt’altro che secondario anche per un altro fattore: la mobilità delle aziende nello spazio comunitario è cresciuta molto negli ultimi anni. Il ricorso all’istituto del distacco internazionale dei lavoratori garantisce sinergie tra le imprese, soprattutto in ambito manifatturiero, obbligando le aziende distaccanti al rispetto delle regole lavoristiche fissate nel paese ove ha sede l’impresa che usa la forza lavoro straniera.

Dall’ultimo Rapporto dell’Osservatorio sul distacco operante presso il ministero del Lavoro italiano emerge l’importante presenza di aziende italiane in Spagna, anche per missioni di manodopera da impiegare in vari settori produttivi. Oltre il 10% dell’insieme dei distacchi all’estero avviene in direzione Spagna (il paese europeo che maggiormente richiede manodopera italiana attraverso le nostre aziende è la Francia). Insomma, non solo intensi scambi commerciali, ma stretta connessione di menti, di esperienze e di braccia.

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