“Con le leggi giuste si sarebbe potuto evitare l’omicidio di mia figlia, ma quelli che si sono stati e quelli che verranno dopo, perché ancora ce ne saranno”. Così Carmelo Zappalà, padre di Vanessa, la 26enne uccisa dall’ex fidanzato, Antonino Sciuto torna sull’omicidio di sua figlia. La ragazza aveva denunciato Sciuto per stalking e l‘uomo aveva il divieto di avvicinarla. “Ci deve essere una struttura dove chiudere e curare queste persone“, ha detto Zappalà. “Li devono recuperare perché hanno problemi. E se non ci riescono, li tolgano dal giro, perché fanno solo danno”. L’omicida si è tolto la vita poco dopo: “Si è tolto dai piedi e non può fare più danni”, ha commentato Zappalà. “Ha tolto la vita una ragazza di 26 anni, era una persona che non stava bene. È successo e purtroppo succederà sempre”.

L’uomo ricorda poi i fatti precedenti della vicenda: “Dopo il suo arresto non l’abbiamo visto e pensavamo fosse finita. Evidentemente nei due mesi successivi ha maturato la decisione di uccidere mia figlia e di uccidersi. Non mi piaceva tanto, ma all’inizio andava d’accordo con lei. Hanno convissuto per circa 8 mesi a casa mia e qualche problema c’è stato. Poi è finita ed è andato via dall’abitazione”, ha ricordato. “Piangeva perché voleva tornare con lei, ma era un attore. Stava sempre davanti a casa nostra, mia figlia era prigioniera. Lui aveva le chiavi di casa”, ha ricostruito. “E se ne era fatto una copia. Saliva nel sottotetto e ascoltava tutto quello che ci dicevamo e quello che diceva mia figlia”.

Vanessa Zappalà è stata uccisa colpi di pistola per strada. Sciuto l’ha raggiunta mentre passeggiava con amici e subito dopo l’omicidiosi è impiccato. L’uomo, denunciato per stalking dalla ragazza, era stato arrestato in flagranza di reato l’8 giugno. In seguito, in linea con la Procura di Catania era stato sottoposto ai domiciliari e scarcerato dal Gip che aveva disposto nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento.

“È difficile controllare tutti gli stalker, noi emettiamo come ufficio 5-6 ordinanze restrittive a settimana ed è complicato disporre la carcerazione perché occorrono elementi gravi e, comunque, non si può fare fronte ai fatti imponderabili”, ha detto il presidente dei Gip di Catania, Nunzio Sarpietro. Il capo dell’ufficio etneo del Giudice per le indagini preliminari ripropone una sua ipotesi di intervento: “Un braccialetto elettronico ‘out’ per l’indagato che segnali la sua presenza e, nello stesso momento, un dispositivo per la vittima che emetta segnali acustici e luminosi quando lo stalker viola la distanza impostagli dal provvedimento di non avvicinamento”, ha aggiunto Sarpietro. “Non mi sento di contestare alcuna colpa al collega, ha agito secondo legge: nel fascicolo c’erano anche elementi contrastanti di cui ha tenuto conto, come un primo riavvicinamento tra i due. E anche se lui fosse stato agli arresti domiciliari sarebbe potuto evadere e commettere lo stesso il delitto”.

Intanto i carabinieri del comando provinciale di Catania stanno continuando le indagini per trovare l’arma del delitto, una pistola calibro 7,65 e per capire come Sciuto ne sia entrato in possesso. Da chiarire inoltre come l’uomo sapesse degli spostamenti di Vanessa: una spiegazione potrebbe venire dall’esame del cellulare della vittima. Sciuto per anni ha lavorato in un’impresa che si occupava di telefonia e potrebbe avere usato la sua esperienza per capire i movimenti della ex. Oppure, più semplicemente, la pedinava.

Intanto è arrivata la notizia che Trecastagni – paese d’origine di Vanessa Zappalà – proclamerà lutto cittadino. Lo ha deciso il sindaco, Giuseppe Messina, annunciando bandiere listate a lutto per il giorno dei funerali e anche la sospensione per la settimana degli spettacoli previsti.

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Catania, morto suicida l’uomo che ha ucciso a colpi di pistola la 26enne Vanessa Zappalà

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Vanessa Zappalà, parla l’amica della 26enne uccisa dall’ex fidanzato stalker: “Le dicevo di stare attenta, avevo paura per lei”

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