Slitta la presentazione del piano scuola agli enti locali. Il testo elaborato del ministero dell’Istruzione è pronto ma è stato deciso che sarà proposto alle Regioni solamente la prossima settimana. Con ogni probabilità, infatti, i governatori convocati oggi torneranno a riunirsi proprio per analizzare a fondo i vari step in vista del rientro a scuola. La data della prima campanella si avvicina, il ministro Patrizio Bianchi garantisce che le lezioni saranno “in presenza”, ma ancora non esistono delle indicazioni definitive, come hanno già più volte sottolineato i presidi. La bozza del piano punta soprattutto sulla vaccinazione, nonostante anche dalla Fondazione Gimbe sia arrivato l’avvertimento: fare affidamento solo sull’immunizzazione, visto lo stato di avanzamento della campagna vaccinale, è rischioso. Bisogna invece “affrontare le criticità già emerse durante lo scorso anno scolastico”. Il documento elaborato dal ministero, però, ricalca sostanzialmente quanto già previsto un anno fa: distanziamento, areazione dei locali, pulizia quotidiana. Nessun riferimento, ad esempio, a test o attività di screening. Non cambia nemmeno le regole sulla quarantena in caso di positività in classe.

“Per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 la sfida è assicurare a tutti, anche per quanto rilevato dal Comitato Tecnico Scientifico (Cts), lo svolgimento in presenza delle attività scolastiche, il recupero dei ritardi e il rafforzamento degli apprendimenti, la riconquista della dimensione relazionale e sociale dei nostri giovani, insieme a quella che si auspica essere la ripresa civile ed economica del Paese”, si legge nella premessa della bozza del Piano scuola 2021-22 messo a punto dal ministero dell’Istruzione. “Viene dunque rafforzata, nel nuovo scenario epidemiologico e vaccinale – si legge nel documento – l’esigenza di bilanciamento tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e personale della scuola, qualità dei contesti educativi e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione”.

Il ruolo dei vaccini – Per garantire ancora il rientro totale in presenza, è scritto nella bozza, “è essenziale che il personale docente e non docente, su tutto il territorio nazionale, assicuri piena partecipazione alla campagna di vaccinazioni, contribuendo al raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale e alla ripresa in sicurezza delle attività e delle relazioni proprie del fare scuola”. E’ uno dei primi punti del Piano scuola, che come detto parte della condizione imprescindibile che almeno i lavoratori della scuola – ma anche buona parte degli studenti – siano vaccinati. Una condizione difficile da raggiungere entro settembre. “È necessario – si legge nel documento – che la comunità scolastica, dopo aver svolto un ruolo fondamentale nel promuovere la conoscenza ed il rispetto delle regole anti-Covid, operi per far comprendere il valore della vaccinazione, sia nella sua dimensione di prevenzione del contagio e tutela della salute soprattutto dei soggetti più fragili, sia quale veicolo per la piena ripresa della vita sociale del Paese e, in particolare, della normale vita scolastica”.

Il distanziamento – Poi il documento entro nel vivo delle misure previste, che sostanzialmente ricalcano i protocolli già in vigore. In ogni scuola “è necessario verificare, e se necessario modificare e migliorare, l’organizzazione degli spazi esterni e interni, per evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire ingressi, uscite e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico ed esterno”. Durante “gli ingressi e le uscite, nonché durante gli spostamenti all’interno dell’edificio scolastico, da limitare alle effettive esigenze, il personale e gli alunni continueranno ad attenersi alle prescrizioni di sicurezza pianificate. Le istituzioni scolastiche potranno – si afferma- altresì riorganizzare, migliorare, valorizzare, integrare eventuali spazi, attraverso interventi condivisi e curati dagli Enti Locali. Naturalmente, l’individuazione e la realizzazione delle migliori soluzioni necessitano di un condiviso approccio collaborativo”.

Pulizia e areazione – Dopo le note raccomandazioni sul distanziamento si passa alle norme igieniche, ribadendo “la necessità di continuare ad assicurare il rispetto delle ordinarie misure di areazione dei locali e della pulizia quotidiana, ‘accurata e ripetuta’, di tutti gli ambienti”. “Dovrà pure proseguire la pratica dell’igiene delle mani e la messa a disposizione di erogatori di prodotti disinfettanti, già ordinariamente adottati dalle istituzioni scolastiche”. Per quanto riguarda le attività didattiche di educazione fisica e sportive all’aperto, il Cts “non prevede in zona bianca l’uso di dispositivi di protezione per gli studenti, salvo il distanziamento interpersonale di almeno due metri. Per le stesse attività da svolgere al chiuso, è richiesta l’adeguata aerazione dei locali”.

Sì mascherine, niente test – La bozza del nuovo piano Scuola, in vista della ripresa delle lezioni a settembre, non prevede nemmeno una strategia di tracciamento e ricerca di eventuali positivi. Anzi, esclude “test diagnostici o screening preliminari all’accesso a scuola”, così come avvenuto anche nel passato anno scolastico. Confermata inoltre l’obbligatorietà delle mascherine “di tipo chirurgico o di comunità” qualora non possa essere rispettato il distanziamento, così come suggerito dal Cts. Anche nelle mense gli operatori dovranno indossare le mascherine. Obbligo a cui non sono sottoposti invece i bambini al di sotto dei 6 anni. In caso di positività, inoltre, la sanificazione “va effettuata se non sono trascorsi 7 giorni o meno da quando la persona positiva ha visitato o utilizzato la struttura” e potrà essere effettuata direttamente “dal personale della scuola già impiegato per la sanificazione ordinaria“. Nel piano non si fa nemmeno cenno invece alla gestione delle quarantene: si era ipotizzato di prevedere l’isolamento domiciliare in caso di contatto con positivo solo per chi non è vaccinato. Per ora, però, nulla cambia.

Le attività sportive – Per lo svolgimento di attività nelle palestre scolastiche, “il Comitato distingue in base al colore delle zone geografiche. In particolare – è detto nel documento – nelle zone bianche, le attività di squadra sono possibili ma, specialmente al chiuso, dovranno essere privilegiate le attività individuali. In zona gialla e arancione, si raccomanda lo svolgimento di attività unicamente di tipo individuale”. Le precauzioni già previste per l’anno scolastico 2020-2021, prevedono, “di limitare l’utilizzo dei locali della scuola esclusivamente alla realizzazione di attività didattiche. Nel caso in cui siano intercorsi accordi con gli Enti Locali proprietari delle palestre che ne prevedano l’utilizzo da parte di soggetti esterni, il Cts ritiene detti accordi considerabili solo in zona bianca e, per l’attuazione degli stessi, dovrà essere assicurata adeguata pulizia e sanificazione dopo ogni uso”. In caso di situazioni “epidemiologiche non favorevoli (es. zona arancione), le istituzioni scolastiche e gli Enti Locali proprietari degli immobili valuteranno l’opportunità di sospendere le attività dei soggetti esterni, almeno fino al rientro in zona bianca del territorio di riferimento”.

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