Il Covid è stata una delle più drammatiche vicende di pandemia a livello mondiale, con milioni di morti (il numero esatto non si saprà mai per la quasi impossibilità di conoscere i dati di ampie zone della terra, a partire dall’Africa e dall’India). Anche i paesi più progrediti e più in grado di far fronte alla malattia con i propri – sia pure non perfetti – sistemi sanitari hanno registrato un numero molto elevato di vittime. In Italia i morti sono stati, fino a oggi, quasi 140mila (40mila vittime in più rispetto alla più tremenda catastrofe naturale della storia d’Italia, il terremoto di Messina).

Malgrado la evidente pericolosità della epidemia, i Paesi europei non hanno voluto rinunciare a manifestazioni di massa che avrebbero inevitabilmente portato a un aumento dei contagi e delle vittime. L’esempio più importante, fino a ora, sono stati i campionati europei di calcio, che avrebbero dovuto essere rinviati a tempi meno pericolosi per la salute di tutti i cittadini, e non solo quelli appassionati di questo sport. Alla vittoria dell’Italia hanno fatto seguito numerose manifestazioni di giubilo popolare, fra cui una particolarmente affollata a Roma, a seguito della quale i contagi nella Capitale sono fortemente aumentati. Questo non è bastato a prendere una decisione che a buon senso apparirebbe ovvia e necessaria: il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo, che già nella fase preparatoria hanno fatto registrare numerosi casi di contagio fra gli addetti ai lavori.

Restando all’Italia, io penso che il governo dovrebbe farsi coraggio e rendere obbligatoria la vaccinazione anti-Covid. Non vi è nessun ostacolo giuridico alla assunzione di questa decisione. Infatti, l’articolo 32 della Costituzione stabilisce che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario” ma aggiunge “se non per disposizione di legge”. E si deve appunto a leggi dello Stato l’obbligo di vaccinazione, per essere ammessi negli asili e nelle scuole, per una serie di malattie: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Un obbligo che nessuno mette in discussione perché è nota la frequenza con cui queste malattie, prima della vaccinazione, colpivano numerosi ragazzi provocandone la morte o – come nel caso della poliomielite – la infermità permanente. Il solo ostacolo sono i no-vax e il comportamento di numerosi esponenti politici di rilievo (vedi Matteo Salvini e Giorgia Meloni) non aiuta.

Ma poiché in politica i problemi delicati e controversi si risolvono con decisioni chiare e coraggiose, mi sembrerebbe logico e doveroso che il governo – dopo settimane di confronto con i no-vax – si assumesse la responsabilità di deliberare, come suo diritto, la obbligatorietà del vaccino. Il drastico calo dei nuovi casi di contagio sarebbe la prova inconfutabile della giustezza di questa decisione e metterebbe in gravi difficoltà i no-vax e i loro leader politici. E questo sarebbe – dal mio punto di vista – un altro risultato positivo della decisione del governo.

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