Si dichiarano ufficialmente aperti i festeggiamenti per gli 80 anni che il maestro Riccardo Muti compirà il 28 luglio. E non si poteva scegliere location più adatta alle celebrazioni: un palco grandioso per ospitare i duecento musicisti della Orchestra Cherubini e un parterre di duemila poltroncine, distanziate, davanti alla facciata monumentale della Reggia di Caserta, l’ultima grande realizzazione del barocco italiano, voluta da Carlo III di Borbone, re di Napoli e di Sicilia.

Tutto in nome di quella grandeur che piace tanto a De Luca, seduto in prima fila, riceve in diretta i complimenti del Maestro con scroscio di applausi: “Non c’è governatore in Italia e, forse in Europa, che investe così tanto nella cultura”. Gongola De Luca che gioca al rialzo: un palco non bastava ecco che chiede alla Scabec, la società che mette in pratica le sue “visioni”, di allestirne un secondo nell’Aperia del lussureggiante Giardino Inglese, di fianco la fuga di fontane, statue e cascate.

Un’Estate da Re, la sesta edizione, è quella della rinascita post covid. E così Muti il giorno prima alla prova generale aveva invitato i ragazzi di Scampia dell’associazione Musica Libera Tutti e il 31 luglio sarà ancora con loro per dirigerli in una lezione concerto.

Bacchetta a mezz’aria e attacca l’Ouverture di Schubert, bis con la Norma del compositore siciliano Vincenzo Bellini. Indovinata la scelta di una cavalcata ottocentesca di note e melodie che ci trasporta dentro la reggia, nelle sue 1200 stanze, nei saloni da ballo, nel parco, nel gioco di cascate, tutto partorito dalla mente geniale di Luigi Vanvitelli. Quando il re di Napoli fu preso da una “competizione” con i reali francesi (e con il loro ego) e desideroso di donare a Napoli una reggia che potesse rivaleggiare in magnificenza con quella di Versailles. Secondo il progetto vanvitelliano quattro statue colossali, mai realizzate, avrebbero dovuto ornare l’ingresso principale, rappresentanti le quattro Principesche Virtù: Magnificenza, Giustizia, Clemenza, Pace. Ma oggi nessuno ci fa caso.

Vienna e Napoli si contendono il primato musicale non solo nel cuore del Maestro al quale piace puntualizzare: “Quando mi invitarono a Vienna per dirigere il loro iconico Concerto di Capodanno, si alzò un vocio, ma come un napoletano va a dirigere il valzer? Ne diressi sei. Dimenticando che Maria Carolina, regina di Napoli, era figlia di Maria Teresa d’Austria e sorella di Maria Antonietta”. Invece, ecco il girotondo della storia. Per Muti Caserta rimane la perfetta combinazione di musica, natura, scultura, arte, bellezza. Le ragioni per cui l’Umanità esiste”.

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