Se il campione della laicità in Italia è diventato Fedez siamo messi veramente male. Al di là della persona fisica – che non conosco – la figura social di questo personaggio è, ai miei occhi, solo quella di un opportunista che cavalca tutte le battaglie per apparire e vendere contenuti pubblicitari.

Confesso che sulla legge Zan non ci capisco granché. Ho provato a scaricarla su internet ma il linguaggio burocratese, con rimandi ad altre legge e commi, mi ha stroncato. Ho provato a leggere i commenti. Vi sono dubbi e soprattutto paure di come verrà eventualmente, se approvata, applicata. Dalla parte dei propugnatori vi è la spinta a porre un argine alle discriminazioni con una legge che divenga un simbolo. Non è tanto importante il dato reale di eventuale inasprimento pene, ma l’auspicato significato di battaglia vinta.

I punti su cui vorrei riflettere come medico e psicologo sono le definizioni di sesso e di genere. Il sesso è l’espressività fisica determinata dai cromosomi X e Y che si struttura nel corso dello sviluppo embrionale partendo da un punto originario comune. In realtà sono stati studiati oltre 40 variazioni dell’espressività fisica sessuale determinate da anomalie cromosomiche o dello sviluppo.

Quando ho scritto anomalie sono entrato in un campo minato in quanto il termine “anormale” ha assunto connotazioni negative. Si dice infatti nel linguaggio comune anormale per intendere una persona sbagliata, cattiva o da mettere ai margini. Il termine anormale dovrebbe essere neutro e definire solo che si tratta di situazioni molto poco frequenti e discordanti rispetto alla maggioranza dei casi che, in statistica, viene chiamata “norma”.

Il termine “gender” è entrato nel linguaggio da alcuni decenni per lo più a scopo di denigrare le associazioni Lgbt, non si tratta di un termine scientifico e per questo motivo è molto ambiguo. Nella legge il termine genere viene usato per definire la percezione psichica di se stesso in termini sessuali e di attrazione. Ma cosa sono l’attrazione e l’erotismo? Partiamo col dire che non vi sono idee e studi che ci offrano un punto di riferimento certo. Freud e la psicoanalisi oltre cento anni or sono hanno cercato di formulare delle teorie su come la mente si sviluppi rispetto al desiderio libidico e di come, in varie fasi di questo sviluppo, si possano determinare le derivazioni che notiamo nella realtà delle persone. Ricerche su questi argomenti sono molto difficili per due ragioni: la prima è che già studiare una tipologia di manifestazione psichica del desiderio la fa apparire come “malata” , la seconda è che in questo settore tutti mentono a volte coscientemente e a volte senza neanche saperlo.

Qui entriamo nel campo più oscuro e difficile. Il desiderio sessuale non è, se non marginalmente, sotto il controllo della nostra parte cosciente ma, al contrario, è quasi totalmente inconscio. Desideriamo e siamo attratti da qualcosa di sessuale senza poter esercitare un controllo. Questo è il punto che sia gli estensori della legge che i denigratori a mio avviso non hanno ben chiaro. Affermare che una persona possa “scegliere” il proprio “genere”, che in questa accezione vorrebbe dire scegliere chi desiderare, è sbagliato concettualmente. Non si tratta di una scelta, bensì di un dato che già dopo la prima infanzia è parzialmente determinato e nell’adolescenza è già definito.

Ritenere che delle lezioni a scuola possano fuorviare i giovani in una o altra direzione è un errore. Le lezioni, se verranno attuate, dovrebbero vertere su quella che genericamente viene definita educazione civica in cui si insegni il rispetto di chi ha un modo di sentire e essere al mondo diverso dal tuo. I termini lesbica, gay, bisessuale, transgender servono a noi per capirci qualcosa, ma ogni persona è unica e non inquadrabile in queste categorie. Per fare un paragone dire “fiore “ è generico perché ce ne sono di rossi, gialli, viola, con varie tipologie e variazioni.

Quando per legge si prova a mettere dei punti fermi nella variabilità della natura si rischia di incorrere in errori. Una legge concettualmente giusta potrebbe essere utilizzata in modo errato in quanto, ad esempio, per accedere alla pensione e alla cosiddetta “opzione donna” qualcuno potrebbe strumentalmente autodefinirsi come tale. Cosa fare? Credo che a questo punto la discussione sia politica; quindi non un campo di mia riflessione. Ho solo voluto portare questo contributo affinché i lettori possano capire meglio di cosa stiamo parlando al di là degli slogan politici.

Se qualcuno vuole approfondire consiglio il libro, anche se datato, del prof Alberoni Francesco “L’erotimo”, Garzanti editore, e più modestamente il mio “Ama e fa ciò che vuoi”, Aliberti editore.

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