Contrattazioni online e poi consegna porta a porta o nei parchi pubblici. Durante la pandemia e con le restrizioni il piccolo spaccio si è dovuto adeguare e i pusher si sono dovuti travestire da runner, dog sitter o rider per fare le consegne. Sono due tra i tanti dai presenti nella Relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga, organismo interforze del Dipartimento di pubblica sicurezza che informa anche che ci sono stati meno morti per overdose nel 2020 in Italia ed è cresciuto il consumo di droghe sintetiche fra i più giovani.

Overdose – Sono 308 le persone che hanno perso la vita, un dato che, dopo tre anni consecutivi di continua crescita, è in calo con una diminuzione del 17,65% rispetto al 2019 (374). ” Ci si interroga sulle motivazioni di questo risultato, così nettamente in controtendenza – osserva la relazione – L’analisi del dato riferito alle singole sostanze che hanno causato l’evento letale suggerisce alcune riflessioni. Il numero di decessi, provocati dall’eroina, mostra una riduzione di 32 unità rispetto alle 168 del 2019, ‘compensata’, però, sempre con riguardo agli oppiacei, dalle morti dovute a sovradosaggio di metadone, che, nel 2019, erano state 16 mentre, nel 2020, sono arrivate a 35. È possibile che si tratti di incidenti occorsi a persone, non necessariamente tossicodipendenti, che, nel periodo della pandemia, hanno utilizzato più diffusamente il sostitutivo, non riuscendo ad approvvigionarsi della sostanza d’elezione o di altra sostanza d’abuso”.

Droghe sintetiche – Attenzione al fenomeno delle droghe sintetiche il cui consumo cresce tra i giovani, grazie anche alla rete che ne consente l’acquisto. “Una specifica riflessione, sia in relazione agli effetti della pandemia che all’entità dei sequestri, deve essere riservata alle droghe sintetiche. Il dato dei sequestri mostra un incremento esorbitante (+13.896%), considerando il ‘peso’, dovuto soprattutto a due rinvenimenti effettuati, nel giugno del 2020, nel porto di Salerno, per complessivi kg 14.005 di amfetamina, verosimilmente destinata a mercati diversi da quello nazionale. Al netto di tali rilevanti episodi – sottolinea la relazione – la quantità di droghe sintetiche sequestrata nel nostro Paese appare, tutto sommato, ancora contenuta” Ma, avverte la Dcsa, “è necessario non ‘ridimensionare’ il fenomeno del consumo, che alimenta l’offerta di queste droghe. In termini assoluti, anche se si tratta, al netto dei sequestri eccezionali citati, di circa 18.000 compresse e di poco più di kg 100 di stupefacente caduti in sequestro, occorre evidenziare che la diffusione di preparati sintetici, sia stimolanti che depressori del Sistema nervoso centrale, cresce, soprattutto tra i più giovani e, ciò, grazie alle potenzialità della ‘rete’ sempre più frequentemente utilizzata per procurarsi le sostanze d’abuso prodotte in laboratorio, così come i medicinali contraffatti o sviati da circuiti legali”.

Contrasto sul web – “La minaccia, nonostante un progressivo coinvolgimento delle organizzazioni criminali, attratte dalla costante espansione della domanda e dei conseguenti profitti, non è ancora ai livelli delle altre sostanze, ma è ipotizzabile che, già nei prossimi anni, il dispositivo di contrasto debba accrescere la propria capacità di intervento nel territorio virtuale – e misurarsi con le sue insidiose modalità di implementazione della domanda, cioè piazze di spaccio digitali, ordini telematici e transazioni via web, che utilizzano, per recapitare lo stupefacente, il sempre più vorticoso sistema delle spedizioni postali tipiche dell’era dell’e-commerce. In questo contesto, “le restrizioni sanitarie, imposte dalla pandemia, hanno concorso a creare le condizioni per lo sviluppo di nuove modalità di cessione di modesti quantitativi di questo tipo di stupefacenti, la cui contrattazione avviene online, avvalendosi delle potenzialità del dark web e del surface web, e la commercializzazione attraverso piattaforme social e consegne a domicilio. Sono state documentate, in proposito – ricorda la Relazione – attività di spaccio ‘porta a porta’ svolte da pusher ‘travestit’ da rider o tramite l’utilizzo del ‘car sharing’ o ancora mimetizzati da runner o da dog sitter per lo spaccio all’interno di parchi o giardini”.

Le nuove droghe – Speculare a quello delle droghe sintetiche è il fenomeno della cosiddette nuove sostanze psicoattive, “molecole per la maggior parte di origine sintetica ottenute attraverso una costante manipolazione delle strutture chimiche di base di psicotropi già sottoposti a controllo, prodotte con l’obiettivo di immettere sul mercato clandestino sostanze, sottratte ai controlli, perché non ricomprese nelle Tabelle internazionali”. Nell’anno in esame, riferisce la Dcsa, “le Forze di Polizia ne hanno intercettate 91, di cui 33 non ancora ”tabellate” (principalmente cannabinoidi, catinoni e oppioidi), che si andranno ad aggiungere alle 50 incluse nel 2020 negli elenchi delle sostanze vietate per effetto di appositi provvedimenti del Ministro competente. Tali sostanze non sono, al momento, ancora particolarmente diffuse nel nostro Paese. È necessario, comunque, tenere alto il livello di attenzione per evitare di essere colti di sorpresa da nuovi fenomeni di consumo, che, per alcuni Stati oltreoceano, rappresentano ormai una vera e propria emergenza per la salute pubblica”.

Criminalità organizzate – Resta ovviamente massiccia presenza della criminalità organizzata nel traffico di droga, con la ‘ndrangheta in una posizione dominante ma anche un rinnovato interesse da parte di Cosa nostra e la capacità della camorra di mediare con altre organizzazioni straniere. “L’esame del narcotraffico nella sua dimensione associativa conferma, anche per il 2020, che la criminalità organizzata continua a trovare nel traffico degli stupefacenti la sua più remunerativa fonte di finanziamento – si legge nella Relazione – Il narcotraffico è ancora “il principale motore di tutte le attività illecite svolte dai grandi sodalizi criminali”, nella consapevolezza che i suoi utili non solo sono di gran lunga i più rilevanti, fra quelli generati da qualsiasi altra attività umana sia lecita che illecita, ma rappresentano anche il più agevole sistema di auto-finanziamento per consentire lo svolgimento di ulteriori attività criminali. Gli straordinari margini di profitto, che derivano dalla droga – rileva la Dcsa – hanno spinto le più agguerrite reti criminali internazionali a gestire i traffici illeciti attraverso imponenti strutture organizzative e logistiche, nonché ad impegnare notevoli capitali per finanziare la continuazione e l’espansione delle attività”. In questo senso “la globalizzazione ha favorito una più stretta interazione fra gruppi criminali operanti in aree e continenti diversi ed appartenenti a culture eterogenee”.

Articolo Precedente

Da lunedì l’Italia è in zona bianca: unica eccezione la Valle d’Aosta. Iss: Rt stabile, cala l’incidenza. Ma 3 Regioni a rischio moderato

next
Articolo Successivo

Palù: “Togliere le mascherine all’aperto già dai primi di luglio? È auspicabile, la situazione nel nostro Paese sta andando molto bene”

next