Non più una sola piattaforma, ma (almeno) due. Giuseppe Conte ha deciso che il Neo Movimento spacchetterà le funzioni che prima erano tutte in capo a Rousseau, dal voto alla gestione delle discussioni, e le distribuirà a vari soggetti, ognuno dei quali si occuperà di un aspetto diverso. A questa soluzione sono arrivati i vertici del Movimento 5 stelle, proprio mentre continuava il braccio di ferro con Davide Casaleggio sulla consegna dei dati, e ora che la situazione si è sbloccata sembra ormai imminente la conclusione del progetto rifondativo voluto dall’ex premier. Progetto che, come già annunciato più volte da Conte, passerà per un voto degli iscritti sulla nuova piattaforma, anche se sarebbe più corretto parlare di ‘più’ piattaforme.

“Rousseau è una piattaforma nella quale si fanno più cose, un grande sito dove ci sono varie funzioni. Tra queste funzioni c’è il voto. Ora, il M5s ha deciso di scorporare le funzioni per assegnarle a diversi soggetti. Il soggetto legato al voto siamo noi: un soggetto completamente ‘terzo’ rispetto a tutto il resto“, spiega all’Adnkronos Giovanni Di Sotto, Ceo della Multicast Srl, azienda italiana di sviluppo software e servizi per la sicurezza informatica che ha progettato Sky Vote, il sistema di voto elettronico selezionato dal Movimento 5 stelle dopo un’indagine di mercato. A proposito della durata del contratto con il M5s, specifica Di Sotto: “Il contratto non ha una durata ma è funzionale alle loro votazioni. Fin quando gli servirà, possono sempre rinnovarlo”. Top secret le cifre dell’accordo: “Quanto costa ogni votazione? Non posso rivelarlo, ma confermo che i costi saranno inferiori a quelli di Rousseau. Inoltre, ‘scomporre’ gli elementi fa sì che la garanzia di privacy e sicurezza sia maggiore. È come al casinò: nessuno dei giocatori ha in mano tutto il mazzo di carte”.

In sintesi: mentre l’azienda viterbese Isa Srl è stata individuata dal M5s come partner tecnologico per la gestione della nuova piattaforma digitale pentastellata, basata sul software Odoo, le operazioni di voto saranno a cura di Sky Vote. “Il funzionamento è molto semplice”, prosegue Di Sotto: “Gli elettori riceveranno un invito a partecipare al voto tramite un certificato elettorale digitale e poi, grazie a una procedura concordata con un altro operatore, ci sarà uno scambio sostanziale di informazioni. Gli iscritti vengono così identificati uno per uno, i dati non risiedono mai sulla piattaforma di voto. Una volta entrati nel sistema, gli utenti procedono con la votazione: invieranno il loro voto esattamente come invierebbero un bonifico bancario, con un sistema standard di identificazione a doppio fattore”.

In pratica, “l’utente entra nella piattaforma Odoo, legge i comunicati, scrive sul Blog, dà il suo contributo. Ma quando poi deve votare, lo farà con Sky Vote. La separazione tra quello che si dice e quello che si decide è netta“. Il portfolio clienti di Sky Vote è molto nutrito: si va dall’Ordine dei giornalisti del Lazio alla Confcommercio, dalla Rai alla Figc, passando per l’Ordine dei veterinari e quello dei Geologi. “Il voto elettronico è ormai una realtà. Sono milioni le persone che ogni anno, a vario titolo, accedono a piattaforme elettroniche per votare: dall’assemblea di condominio al consiglio di amministrazione di una società o una banca. E noi rappresentiamo, ad oggi, una parte consistente di questa platea”, continua il Ceo della Multicast. Il M5s non è il primo soggetto politico ad affidarsi a Sky Vote: il Pd di Ancona, per esempio, ha già adoperato questo sistema di voto per scegliere il nuovo segretario cittadino in occasione dell’ultimo congresso ad aprile.

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