Due distinti focolai e nessun link con viaggi all’estero. Negli ultimi 15 giorni sono due i cluster di variante indiana rintracciati a Brindisi, con 12 persone certamente infettate dalla mutazione di Sars-Cov-2 e altri 8 casi in attesa di conferma. Il primo focolaio è composto da 10 contagiati, nove di Birndisi e una di San Vito dei Normanni. In tre sono finiti in terapia intensiva. L’altro cluster riguarda invece un uomo di 62 anni – deceduto – e suo genero, un cinquantenne ricoverato in rianimazione. Come ricostruisce l’edizione barese di Repubblica, altri 8 parenti sono risultati positivi al virus e i loro tamponi sono stati sequenziati per scoprire se la loro infezione è dovuta allo stesso ceppo. Nessuno dei positivi era vaccinato, tranne un caso ma solo con prima dose.

Da lunedì a domenica, stando al portale CovidTrends, la provincia di Brindisi ha registrato 174 contagi totali di infezione, con una regressione rispetto alla settimana 31 maggio-6 giugno del 4%, un decremento percentuale decisamente inferiore rispetto alle altre zone che oscillano tutte tra il 13 e 45 per cento. Nelle scorse settimane in Puglia sono stati riscontrati almeno un’altra decina di casi di variante indiana, alcuni in provincia di Lecce e altri nel Nord barese. In totale sono 25 le persone certamente colpite dalla mutazione che sta preoccupando il Regno Unito tra maggiore trasmissibilità e sospetta capacità di ‘bucare’ alcuni vaccini, almeno se è stata somministrata una sola dose. Stando all’ultima survey svolta dall’Istituto superiore di Sanità – datata 28 maggio su casi notificati fino al 13 dello scorso mese – la prevalenza dei ceppi indiani del virus in Puglia era all’1,1 per cento, leggermente sopra la media nazionale dell’1 per cento.

Negli scorsi giorni, il direttore dell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, Antonio Parisi, aveva spiegato a LaPresse che “sembra che ci sia una tendenza al rialzo dei casi di variante indiana, tale da far pensare a un superamento di quella inglese che in Puglia è stata riscontrata lo scorso Natale”. Va considerato, aveva aggiunto, che “se è vero che la variante indiana è molto contagiosa, è altrettanto vero che la popolazione è più resistente grazie alla campagna vaccinale in atto. In altre parole, il vaccino è in grado di offrire copertura rispetto al contagio, soprattutto dopo la somministrazione della seconda dose”, conclude. Negli scorsi giorni l’assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco, ha incontrato proprio Parisi e la responsabile del laboratorio di Epidemiologia molecolare del Policlinico di Bari, Maria Chironna, per definire un potenziamento del sequenziamento dei tamponi cercando di intercettare con maggiore precisione la diffusione delle varianti.

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