Decrescita. È la parola più usata durante la conferenza stampa settimanale sulla situazione dell’epidemia Covid in Italia dal professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Decrescita dei casi di contagio, di ricovero e di morti. Una situazione che porterà l’Italia verosimilmente in zona bianca a metà giugno. Brusaferro mostra come l’Italia abbia in Europa una curva di decrescita più importanti: “Un dato positivo”.

“La curva sta decrescendo a livello europeo e il dato italiano mostra anche una decrescita e il numero di caso è in diminuzione. L’incidenza è di 32 casi su 100mila abitanti e tutte le regioni sono sotto il valore di 50 casi su 100mila abitanti”. Il trend di decrescita “continua a confermarsi”. Dal punto di vista della popolazione che contrae infezione Brusaferro conferma che l’età mediana è sotto i 40 anni, “un profilo” già visto “la scorsa estate”. “Tre quarti di chi contrae l’infezione è asintomatico e i casi diminuiscono in tutte le fasce di età incluse quelle più giovani, e l’età media dei nuovi casi scende a 40 anni”. L’età mediana dei ricoveri per Covid è in calo, a 58 anni rispetto ai 60 anni. Per quanto riguarda le terapie intensive l’età mediana dei ricoveri è 65 anni e 75 per i decessi”.

Anche la stima dell’Rt, pari a 0,68, è ovviamente in decrescita rispetto alla settimana precedente. Passa dal 14 all’11% il tasso di occupazione degli ospedali per Covid e dal 14% al 12% quello dei pazienti in terapia intensiva. Brusaferro ha illustrato quindi l’impatto delle vaccinazioni sulla decrescita. “Con l’inizio delle vaccinazioni c’è stata un’immediata decrescita dei casi in ogni fascia di popolazione. La stessa cosa vale per le ospedalizzazioni, la mortalità e gli ingressi in terapie intensiva. L’impatto delle vaccinazioni è quindi significativo e le vaccinazioni sono protettive”. Dai che danno una prospettiva di assenza di rischio peri prossimi 30 giorni. “I numeri danno delle proiezioni serene anche per l’occupazione dei posti ospedalieri. Inoltre sono in crescita le vaccinazioni: gli 80enni sono al 91% per le vaccinazioni e 70-79enni sono all’83%, anche 50-59enni sono al 50% e le altre categorie stanno crescendo. Tra gli over60 decrescono nuovi casi, ospedalizzazioni e tasso di mortalità”.

L’importanza della campagna vaccinale è stata sottolineata anche dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza: “C’è una diminuzione dei casi, della trasmissione, dei ricoveri e della mortalità: questo è il risultato della diminuzione dell’incidenza e della campagna vaccinale. Nonostante le riaperture, c’è stata una diluizione degli infetti e la probabilità di incontrare una persona infetta è diminuita e ciò ha instaurato un circolo virtuoso con una tendenza continua alla diminuzione dell’incidenza”. Tuttavia, ha aggiunto, “bisogna mantenere una certa prudenza a causa delle varianti”. Ormai la variante Alfa (la cosiddetta inglese) è stata quasi soppiantata dalla variante Delta (indiana). Proprio per questo motivo anche se “possiamo guardare con un certo ottimismo alla situazione attuale e a quella della prossima estate ma dobbiamo sempre monitorare l’epidemia e non abbandonare le precauzioni. Dobbiamo temere una recrudescenza? La probabilità è bassa ma bisogna continuare a mantenere una certa prudenza”. Al momento, “C’è una tendenza continua alla diminuzione della trasmissione e dell’incidenza”.

Sul fronte misure di prevenzione è stato chiesto quando potrà essere tolta la mascherina. “Nessuno ha la formula magica per dire quando si può togliere la mascherina. Il punto è fare in modo che se c’è una persona positiva la maggioranza delle persone attorno sia protetta, quindi la possibilità di trasmissione del virus sia completamente limitata. Questo può consentire poi di allentare anche le misure di protezione come possono essere le mascherine, anche in contesti dove si possono incontrare altre persone. Credo che – ha detto Brusaferro – dobbiamo dunque lavorare molto in questo mese di giugno per raggiungere a luglio la percentuale più alta possibile di popolazione vaccinata a cui vanno aggiunte le persone che hanno contratto l’infezione e sviluppato immunità”. È un “traguardo raggiungibile – ha aggiunto – che dobbiamo cercare di perseguire più rapidamente possibile. Credo che il ritmo di vaccinazioni che si sta seguendo e le quantità di vaccino disponibili consentano nelle prossime settimane di raggiungere quote percentuali sempre più alte di popolazione”. Fare questo vuol dire, “al di là del discorso immunità di comunità o di gregge e delle soglie possibili da raggiungere“, che “più larga è la fascia di popolazione protetta, minore è la probabilità che una persona positiva possa incontrare persone a cui può trasmettere efficacemente l’infezione. E questo è un criterio importantissimo, un fattore determinante. Credo si debba lavorare molto su questo. Adesso la sfida è “ampliare le vaccinazioni alla fascia dei “12-16 anni“.

Sul posto il fattoquotidiano.it ha posto una domanda sui dati provenienti da Usa e Israele su alcuni casi di miocarditi tra i giovani tra i 16 e 30 anni. “Ancora non ci sono valutazioni definitive sui casi di miocardite nei giovani” dopo la vaccinazione con Pfizer. “È stata segnalata la possibile comparsa di miocardite soprattutto in soggetti tra 16 e 20 anni e in genere si tratta di miocarditi lievi che si risolvono in settimane. Ora si sta cercando di valutare quale sia l’eccesso di miocarditi in quella fascia di età, soprattutto nei ragazzi maschi – ha spiegato Rezza – Aspettiamo dei dati più completi prima di esprimere in giudizio definitivo”.

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Covid-19, i dati: 2.557 nuovi casi e 73 decessi. Tasso di positività crolla dal 2 all’1,15%, ancora in calo terapie intensive e ricoveri ordinari

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