Cultura

Bicentenario della morte di Napoleone: a Milano una mostra che celebra il mito del generale e il suo rapporto con la città

La Galleria Carlo Orsi di Milano ospita la mostra "Napoleone e Milano. Tra realtà e mito - L’immagine di Napoleone da liberatore a imperatore”. L'esibizione raccoglie un insieme di 14 opere che celebrano la figura del generale francese e il suo rapporto con il capoluogo lombardo

di F. Q.

In occasione del bicentenario della morte di Napoleone, la Galleria Carlo Orsi di Milano ospita la mostra “Napoleone e Milano. Tra realtà e mito – L’immagine di Napoleone da liberatore a imperatore”, visitabile fino al 25 giugno. L’esibizione raccoglie un insieme di 14 opere che celebrano la figura del generale francese e il suo rapporto con il capoluogo lombardo. Milano è, infatti, una delle città dell’Impero napoleonico dove la sua influenza ha investito la pittura, l’architettura e anche l’urbanistica. Arrivato come liberatore nel 1796, carico degli ideali della Rivoluzione, si trasforma in seguito in imperatore, deludendo i molti che avevano visto in lui il promotore della diffusione dei principi repubblicani.

Le opere selezionate provengono da collezioni private e sono state raccolte per celebrare la ricorrenza del 5 maggio 2021, bicentenario della morte del generale francese. All’interno della mostra viene presentato il Ritratto di Alessandro Trivulzio ministro della Guerra (1802-1804) di Andrea Appiani, artista conosciuto proprio da Napoleone all’indomani del suo ingresso a Milano. L’ufficialità della posa del generale che con le mani impugna la spada, viene controbilanciata dall’introspezione del personaggio e dal suggestivo paesaggio sullo sfondo. Tra gli artisti esposti si trova poi anche Giuseppe Bossi, rivale di Appiani, con il Ritratto di Napoleone Bonaparte (1805). Nell’opera, che si trova oggi all’Accademia di Brera, l’artista si era cimentato nell’iconografia napoleonica rappresentando Bonaparte come una divinità o un antico sovrano vestito di porpora.

Oltre agli artisti citati, l’esibizione prevede i lavori di altri autori, come Lorenzo Bartolini con il Busto di Napoleone realizzato in marmo e Giacomo Raffaelli con la Statuetta equestre di Napoleone Bonaparte, oltre ad altre opere che raffigurano i funzionari, la corte e i luoghi dell’epoca. Sono un esempio i lavori di Giambattista Gigola su avorio. A chiudere il percorso è poi il dipinto – commissionato nel 1831 dal conte Carlo Cicogna – di Francesco Hayez, Napoleone distribuisce le decorazioni dopo la battaglia di Wagram, a testimonianza del perdurare del mito napoleonico nei decenni successivi alla sua morte.

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