Proprio oggi, quaranta anni fa, nasceva Mister Fantasy, il miglior viaggio musicale mai concepito e trasmesso da Rai Tv. Parliamo di un programma televisivo in grado di creare una correlazione stretta tra musica e immagini, grazie a un “tipo vestito di bianco” che divenne all’improvviso “l’unico profeta” credibile per intere generazioni, “arse” davanti all’inesauribile fonte della musica.

Un appuntamento imperdibile che si trasformò – per il sottoscritto – in una vera e propria folgorazione pre-adolescenziale; dopo la prima puntata di Mr Fantasy, la mia vita cambiò inesorabilmente! Ma vediamo il programma nei consueti nove punti di questo Blog che proprio nel mese di maggio compie dieci anni!

1. “Mister Fantasy – musica da vedere” è stato un programma, condotto da Carlo Massarini e scritto/ideato da Paolo Giaccio, in onda su Rai Uno tra il 1981 e il 1984, per oltre 120 puntate. Il titolo fu preso dal brano musicale Dear Mr. Fantasy (1967) contenuto nell’album di esordio del gruppo rock britannico Traffic, uno delle band preferite del conduttore.

Fate attenzione, in quel periodo esisteva già un programma italiano di videoclip, “Pop Rock and Soul”, trasmesso solo sulle televisioni locali come Telelombardia, ma Mister Fantasy fu in ogni caso pioniere nel suo genere, riuscendo a cogliere l’esplosione del fenomeno dei video musicali. Cosa non affatto scontata, considerando che l’evento avveniva entro una rete nazionale, storicamente restia nel proporre situazioni che non fossero tradizionali (vedi Sanremo). Più che una trasmissione Mr Fantasy poteva tranquillamente passare per una sfida al conformismo televisivo di quegli anni.

2. Non ci è dato sapere come Paolo Giaccio riuscì a convincere la Rai per la realizzazione. Quel che certamente sappiamo è che fu in grado di sconvolgere le consuetudini televisive stravolgendone le regole: “Dissi a Brando Giordani che utilizzando questi supporti videomusicali si poteva fare un programma dal taglio molto visuale, legato all’immaginazione; raccontammo l’idea al direttore di rete di allora, Emanuele Milano, e la trasmissione fu approvata”.

3. Si girava in uno studio futuristico, interamente bianco con schermi che rimandavano immagini dei video, mentre la grafica del programma, ad opera di Mario Convertino evocava nuove consapevolezze. Anche Massarini vestiva in “total white”: un azzardo vero e proprio considerando che le tendenze di quel periodo registravano nel “chroma key” il mood al quale fare riferimento. Si mettano agli atti anche le difficoltà manifeste nella realizzazione. Sia i cameramen che il regista trovarono estrema difficoltà nell’operare entro un simile contesto, proprio per l’impossibilità di gestire “la luccicanza”; come è risaputo il bianco “spara”.

4. Difficile riuscire a comprendere per un ragazzo di oggi quale impatto ebbe Mister Fantasy sull’immaginario dei giovani degli anni ’80. È forse possibile sostenere che quella trasmissione contribuì in maniera significativa alla nascita della società dell’immagine? È molto probabile: “E possiamo anche dire di essere stati il primo programma social – dice Carlo Massarini – perché avevamo creato uno zoccolo duro di centinaia di migliaia di ragazzi che ci guardavano ogni martedì, nonostante la tarda ora. All’epoca le 23:00 era davvero tardi per la nostra tv. C’era il culto di vederselo sotto le coperte, di nascosto dai genitori e il giorno dopo di parlarne a scuola. Addirittura ci fu una studentessa pugliese che propose al Preside di iniziare il mercoledì mattina un’ora dopo perché non dormivano abbastanza” (Qui l’intervista completa rilasciata a La Stampa).

5. Abbiamo dunque compreso che “Mr. Fantasy” creò un mondo – ancor di più un modo diverso di raccontare la musica in tv. La questione era svincolata dalle classiche ospitate dei cantanti in programmi musicali, come ad esempio “Discoring”. In quello studio, a fare la differenza, era l’utilizzo della grafica digitale, entro la quale venivano elaborate selezioni accurate di video: scardinare le poche certezze musicali della gioventù italiana fu in quel momento un gioco da ragazzi, vista l’inesauribile proposta proveniente dall’Inghilterra e dagli States. Immaginate molte delle band di quel periodo arrivare sparate nei televisori di una intera generazione: la rivoluzione era in atto.

6. Non tutto era oro quel che luccicava. Ad un tratto compariva Mario Luzzatto Fegiz. A quel punto le dinamiche futuriste della trasmissione subivano una regressione significativa. Gli ospiti, seduti sopra una mano gigante, colloquiavano con il giornalista. Rileggendo a posteriori quei passaggi, ci si chiede chi potesse concepire i testi di quelle interviste (Qui un Battiato d’annata vagamente irritato proprio per le domande). Tengo anche a rimuovere il passaggio della “Miss Fantasy della settimana”, la quale si limitava a portare buste contenenti improbabili domande: una perfida, una cattivella e una soave: che imbarazzo! Quelle interviste stucchevoli annunciavano – per quelli della mia generazione – la fine del programma.

7. Mr Fantasy produceva anche video musicali (qui la lista) creati appositamente: Nelle quattro edizioni, tra gli altri: Eugenio Finardi, Ivan Cattaneo (fu il primo con il rifacimento de il geghegè), Ivano Fossati, Alberto Fortis, Enrico Ruggeri, i Krisma, Francesco De Gregori, Vasco Rossi, Sergio Caputo, Ron, Loredana Bertè, Luca Carboni. “Facemmo dei mini documentari e dei profili – dice Giaccio – poi c’erano artisti che erano come delle houseband, rimanevano con noi diverse puntate proprio perché diversamente non avrebbero trovato spazio che meritavano”.

8. Nel 1984 il programma chiuse. La Rai, anziché fare tesoro di quella esperienza, lasciò a Claudio Cecchetto, allora in Fininvest, la possibilità di produrre – seppur con debite differenze – un clone della trasmissione: Deejay Television (partita già dal 1983): “Noi abbiamo chiuso perché iniziava a mancare la centralità – dice Carlo – i video importanti magari preferivano mandarli al Tg pur di andare in onda alle 20:00, e poi c’era differenza tra me e Paolo su cosa si voleva fare: per me l’esperienza era chiusa, fatta una cosa e fatta bene, facciamone un’altra”.

9. Su Rai Play a partire da oggi sono disponibili 7 puntate. Non è un mistero che i produttori della trasmissione stiano lottando per riuscire ad ottenere l’intera digitalizzazione delle 120 puntate: “L’ex direttrice delle Teche Rai Maria Pia Ammirati mi ha raccontato che ci sono circa tre milioni di cassette da digitalizzare, un’operazione biblica, sia per costi che per impegno. Noi abbiamo conservato molto più materiale delle altre tv europee, perché sul nastro si ri-registravano nuove puntate o programmi, ma digitalizzare il tutto è davvero un lavoro enorme” conclude il conduttore.

Vi lascio con la playlist consueta connessa alle linee di questo blog. Nove canzoni – a questo giro ispirate inevitabilmente a Mr Fantasy – che potrete gratuitamente ascoltare sul mio canale Spotify, cliccando al link sottostante.

Buon ascolto!

9 canzoni 9 … per celebrare Mr Fantasy

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