Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intende commissariare l’Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro (Anpal) guidata oggi da Mimmo Parisi, il docente all’università del Mississipi chiamato nel 2018 da Luigi di Maio a occuparsi del collocamento, che doveva essere la “seconda gamba” del reddito di cittadinanza. Il piano incentrato sull’inserimento dei navigator nei centri per l’impiego e sull’annunciata app per incrociare domanda e offerta di lavoro, però, non è mai decollato.

Già l’anno scorso Pd e Italia viva avevano chiesto le sue dimissioni, dopo il caso dei rimborsi spese da 160mila euro con giustificazioni ritenute “infondate” dalla direttrice generale dell’Agenzia (su cui ora indaga la Corte dei Conti). In seguito tutte le forze di maggioranza, compreso il Movimento 5 Stelle, avevano chiesto all’allora premier Giuseppe Conte un intervento per risolvere lo stallo che ha paralizzato le attività dell’Anpal “nel mezzo della crisi economica più grave che il Paese ricordi dal dopoguerra”, chiamando in causa anche il conflitto di interessi tra la carica che Parisi ha in Italia e il ruolo ricoperto alla Mississipi University.

Ora Orlando punterebbe ad allineare la governance di Anpal a quella delle agenzie fiscali, mettendo a capo un direttore. Intervento che dovrebbe trovare spazio nel decreto Sostegni bis atteso in consiglio dei ministri la prossima settimana. L’obiettivo, spiegano fonti di governo, è quello di riportare le funzioni di indirizzo e coordinamento al ministero del Lavoro in coerenza con la riforma delle politiche attive già in agenda e annunciata nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Parisi, intervistato da Repubblica, dice di “non sapere nulla” del commissariamento e parla di “una decisione politica grave“.

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