La modifica dell’indice Rt basato sulla comparsa dei sintomi e il coprifuoco spostato almeno un’ora più in là tengono banco nella discussione interna al governo e alla maggioranza. Mentre Palazzo Chigi si è affrettato a precisare che la riunione di oggi tra le forze politiche che appoggiano l’esecutivo di Mario Draghi “non è stata convocata” per “discutere di modifiche al decreto Covid o di riaperture”, si allarga il fronte di chi chiede una modifica del parametro indice Rt sintomi che ha un peso nella classificazione delle zone di rischio e di ritardare lo stop serale agli spostamenti. Anche se il ministro Roberto Speranza predica pazienza: almeno un’altra settimana prima di dare il via libera al coprifuoco alle 23 o a mezzanotte.

La sintesi del ragionamento è questa: gli effetti delle riaperture disposte il 26 aprile saranno visibili nel monitoraggio della prossima settimana. In sostanza, prolungare gli orari serali prima vorrebbe dire allentare un’altra misura “al buio”. Sembra invece tracciata la strada che porterà l’indice Rt sintomi – utilizzato finora per comprendere la tendenza dei nuovi contagi – ad essere soppiantato, o quantomeno affiancato, dall’indice Rt basato sui ricoveri. Ad insistere particolarmente per la modifica, che diminuirebbe le possibilità di un passaggio in arancione di almeno 6 Regioni nel prossimo monitoraggio, sono i governatori.

Al termine della riunione a Palazzo Chigi sul dl Sostegni bis, quando il premier Mario Draghi aveva già lasciato il vertice con i capi delegazione delle forze di maggioranza, è stato chiesto al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, di convocare una nuova cabina di regia già venerdì, ma stavolta sul coprifuoco e sulle eventuali misure di allentamento sulla stretta, che passino da nuove aperture. La richiesta sarebbe stata avanzata, spiegano fonti di governo all’Adnkronos, da Fi, Lega, Iv e dal M5s. La richiesta sarebbe stata avanzata anche alla luce di diversi articoli di stampa che parlavano di un possibile rinvio delle decisioni alla settimana prossima, alla luce dei dati attesi per il 21 maggio. Da qui, la richiesta di un tagliando già in settimana: venerdì il giorno indicato da diversi ministri al tavolo anche alla luce del Cdm di giovedì sul dl Sostegni bis. Lega e Forza Italia hanno anche presentato una mozione per “imprimere un’accelerata alle riapertura in sicurezza”, con l’obiettivo di “riaprire ciò che ancora è chiuso, stop coprifuoco alle 22, serrande alzate nei centri commerciali anche nel fine settimana, via libera alle cerimonie, impianti sportivi attivi a partire dagli stadi”. Fonti M5s sono intervenute per rivendicare l’unità di intenti su questo fronte: “La convergenza di tutte forze rispetto alla prossima cabina di regia è un fatto positivo. Non ci siamo invece con la propaganda di chi continua a fare uscite nel segno dei distinguo, costruendo una narrazione di contrapposizione che non si adatta al periodo storico che stiamo vivendo”. Poco dopo si è associato anche il Partito democratico: “Il Pd è favorevole a discutere nella prossima cabina di regia di riaperture, se i numeri migliorano e se la campagna vaccinale prosegue a ritmi serrati”, hanno fatto sapere i dem.

Intanto mercoledì è in programma un tavolo tecnico tra i presidenti e il governo e ad aprire all’ipotesi di modifica dell’indice Rt è anche Stefano Merler, l’epidemiologo matematico della Fondazione Bruno Kessler nonché consulente del ministero: “Quello sui ricoverati permette di monitorare meglio ciò che ci sta più a cuore, cioè la malattia grave che richiede le cure ospedaliere. Se si va, auspicabilmente, verso molti casi di malattia blanda può avere un senso introdurlo, dall’altra parte però io non rinuncerei all’Rt sintomi”, ha spiegato a Repubblica premettendo che “tocca alla politica dare un obiettivo al Paese”. Resta un nodo, a suo avviso: l’indice Rt sintomi “ci avverte precocemente su dove sta andando il virus, in particolare adesso che non abbiamo ancora vaccinato tutti”, quindi “se c’è un’epidemia che circola tra trentenni e quarantenni dobbiamo accorgercene”.

Più accidentata la strada per il coprifuoco ritardato, nonostante praticamente tutta la maggioranza spinge per allentarlo. Oltre alla Lega e Italia Viva, che chiedono di abolirlo del tutto, anche Forza Italia e M5s hanno dimostrato ampie aperture per posticiparlo almeno alle 23. E adesso anche pezzi del Pd, da sempre su posizioni più “rigoriste”, danno un via libera: “Se allentato, può consentire un migliore avvio della stagione turistica tanto attesa. Bisogna anche a cominciare a riflettere sui locali al chiuso, magari con un distanziamento maggiore”, dicono i senatori Andrea Marcucci, Gianni Pittella e Dario Stefano. Mentre il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ribadisce che “il governo ha preso una decisione comprensibile, che è quella della precauzione, e ha detto che a metà di questo mese avrebbe preso in esame un eventuale spostamento in avanti del coprifuoco se le cose fossero andate meglio. Le cose vanno decisamente meglio, anche se non siamo usciti dalla pandemia”.

Decisamente più pesanti le posizioni leghiste, con Matteo Salvini che lo definisce “immorale”. Forza Italia, di fronte alle indiscrezioni che vorrebbe il ministro Speranza fermo su posizioni di attesa per altri 7 giorni, sottolineano che “l’accordo politico raggiuto al momento dell’approvazione dell’ultimo decreto Covid era chiaro: sarebbe stato sottoposto ad un tagliando a metà mese per valutare possibili allentamenti delle misure restrittive”. Per questo viene una convocazione immediata della cabina di regia: “Le decisioni vengano prese questa settimana, con gli effetti concreti delle stesse che partirebbero da lunedì 17 maggio. I cittadini e le imprese stanno rispettando alla lettera e con grande senso di responsabilità le indicazioni per contenere il virus, ma non capirebbero incomprensibili rinvii o perdite di tempo”.

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