Paul Van Doren, co-fondatore della Vans, la famosa azienda di sneakers, è morto all’età di 90 anni. La notizia è stata data venerdì 7 maggio dalla compagnia che oggi possiede il brand e che ha sede in Costa Mesa, California. “Non era solo un imprenditore, era un innovatore – si legge nella nota – i suoi esperimenti nel design, nel marketing e nella distribuzione hanno trasformato una piccola azienda di famiglia in un colosso mondiale“. Van Doren aprì il suo primo negozio di scarpe con i soci Gordon Lee, Serge Delia e suo fratello James, morto nel 2011. Il luogo scelto fu Orange County e gli inizi, come ogni storia destinata a diventare di successo, non furono affatto semplici: i 4 facevano fatica a produrre abbastanza scarpe per riempire gli scaffali. “Il primo cliente mi pagò 5 dollari, un paio di sneakers ne costavano 2.49 ma io non avevo soldi in cassa e così le diedi le scarpe. Quel giorno vendemmo 16 o 18 paia e ogni volta ripetei lo stesso, di tornare dopo a pagare. Tornarono tutti“. Queste le parole di Van Doren al Los Angeles Magazine, in occasione dell’uscita del suo memoir “Authentic“. E il resto della storia è noto: le Vans sono da sempre (da che sono state create) e probabilmente saranno per sempre scarpe iconiche, amate dalle rockstar, dagli skaters, simbolo della lotta al razzismo, scelta di libertà di espressione. E le idee di Van Doren furono fondamentali: scarpe “customizzate” per dare al cliente quello che desiderava, scatole col colori diversi, distribuzione non solo nei negozi di calzature ma anche in quelli di skate o surf. Quando Sean Penn le indossò nel film “Fast Times at Ridgemont High“, le Vans erano ormai una istituzione. Ma non bastò. Anche a causa del tentativo non andato a buon fine di diversificare la produzione con scarpe specializzate per lo sport, la società fece bancarotta e fu rilevata da una banca d’investimenti nel 1988. Nel 2004, quella che intanto era stata ribattezzata Vans Inc. fu acquistata dalla VF. Corp. di Denver (che possiede anche Timberland e The North Face). Il design è rimasto lo stesso e le collaborazioni con gli skaters, le star e i surfisti continuano. Ma c’è molto di più: chi legge apra l’armadio. Chi ha un paio di Vans? Probabilmente molti di voi.

Articolo Precedente

Elon Musk: “Ho la sindrome di Asperger. Ecco come funziona il mio cervello”

next
Articolo Successivo

Chi è Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano dei Maneskin. Dalla malattia alla sua bio: “Mostro il cul*” su Instagram”

next