Raggiunti dai colpi di mitragliatrice di una motovedetta militare libica, che hanno ferito anche uno dei comandanti, Giuseppe Giacalone. Ma dalla Libia fanno sapere che non si trattava di spari “contro” le imbarcazioni, ma di “colpi di avvertimento in aria” diretti a mezzi non autorizzati. Cresce la tensione tra Italia e Libia, dopo che tre pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) sono diventati bersaglio dei libici a 35 miglia nautiche dalla costa al largo di Misurata. Giacalone era al timone dell’Aliseo ed è stato ferito a un braccio, mentre i tre mezzi sono stati poi raggiunti dalla fregata Libeccio della Marina militare italiana.

Dalla Lega al Pd i partiti si esprimono duramente contro l’attacco e chiedono chiarezza al governo. “Inconcepibile quel che è accaduto oggi. Solidarietà al comandante del peschereccio italiano e non ci si potrà accontentare di scuse o vaghe spiegazioni”, ha scritto su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta, e anche i deputati della Lega Lorenzo Viviani e Paolo Formentini, capo dipartimento Pesca del partito e vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio, bollano l’episodio come “gravissimo“, aggiungendo che “la Lega chiede da tempo un intervento diplomatico per garantire la sicurezza e il lavoro dei nostri pescatori”. Dai banchi di Italia Viva, il capogruppo al Senato Davide Faraone chiede a Tripoli di chiarire e scusarsi e aggiunge: “Prima il sequestro e la prigioniascrive riferendosi ai 18 pescatori rimasti per 108 giorni nelle mani degli uomini di Haftar e rientrati in Italia a dicembre -, adesso addirittura i colpi di mitra. Se l’incolumità di cittadini italiani che svolgono il loro lavoro viene messa in pericolo lo stato ha il dovere di intervenire e proteggerli”. Il deputato di Leu Erasmo Palazzotto sollecita invece il governo a riferire “con urgenza in aula” e a spiegare “se a sparare è stata la stessa guardia costiera libica che il Presidente del Consiglio ha ringraziato qualche giorno fa per le deportazioni quotidiane di migranti e se lo ha fatto utilizzando una delle motovedette che gli abbiamo regalato. Dopo questo ennesimo e gravissimo episodio, occorre sospendere immediatamente la missione di supporto alla guardia costiera libica”. Il riferimento di Palazzotto è alle dichiarazioni di Draghi nel corso della sua visita a Tripoli, dove all’omologo libico Abdel Hamid Mohamed Dbeibeh aveva detto che l’Italia è “soddisfatta dei salvataggi in mare della Libia”. Un’uscita che gli è già costata diverse critiche visti i numerosi episodi di violenza da parte della Guardia Costiera di Tripoli e in special modo all’interno dei centri di reclusione dove i naufraghi vengono sistematicamente riportati e dove si continuano a registrare episodi di tortura e uccisioni.

La Marina libica: “No spari, ma colpi di avvertimento” – Ma le autorità marittime libiche smentiscono un intenzionale tentativo di attacco, specificando che si è trattato invece di un avvertimento per fermare imbarcazioni da pesca che a suo dire avevano sconfinato nelle loro acque territoriali. “Non ci sono stati colpi esplosi contro imbarcazioni, ma colpi di avvertimento in aria”, ha detto al telefono il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, portavoce della Marina libica. “Quando i pescherecci arrivano, la nostra guardia costiera prova a fermarli”, ha aggiunto il portavoce promettendo maggiori dettagli in serata e insistendo nel sostenere che “non ci sono stati spari diretti contro l’imbarcazione”. “C’erano quattro o cinque pescherecci nelle acque territoriali libiche senza alcun permesso da parte del governo libico“, ha riferito ancora il portavoce: “La nostra Guardia costiera, fra le sue funzioni, ha quella del controllo della pesca”, ha ricordato.

La nota della Marina italiana – La Marina precisa che “la fregata Libeccio della Marina militare, impegnata nell’Operazione Mare Sicuro, è intervenuta nelle prime ore pomeridiane di oggi in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) intenti in attività di pesca nelle acque della Tripolitania all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture “ad alto rischio” (a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica, a nord della città di Al Khums)”. “L’intervento – si legge – si è reso necessario per la presenza di una motovedetta della Guardia Costiera libica in rapido avvicinamento ai motopesca italiani”. – “Nave Libeccio, che al momento della segnalazione si trovava a circa 60 miglia dalla scena d’azione, ha diretto verso i motopesca alla massima velocità ed ha mandato in volo l’elicottero di bordo, il quale giunto in area ha preso contatto radio con il personale della motovedetta“. “Per verificare la situazione, è stato inoltre immediatamente dirottato in zona un velivolo da ricognizione della Marina Militare P-72, il quale riporta d’aver assistito ad alcuni colpi d’arma da fuoco di avvertimento da parte della motovedetta libica”. “La fregata Libeccio, giunta in prossimità dei motopesca, ha ricevuto notizia della presenza di un marittimo del motopesca Aliseo ferito ad un braccio. L’azione è tuttora in corso e dell’evoluzione della situazione è stato dato costante aggiornamento al Ministro della Difesa, onorevole Lorenzo Guerini“.

Il sindaco di Mazara del Vallo: “Lo Stato italiano deve proteggere gli italiani” – Ma su quanto avvenuto al largo della Libia interviene il sindaco di Mazara del Vallo (Trapani) Salvatore Quinci: “Era tutto prevedibile, ne parliamo da giorni qui – ha detto -. Qua la questione è sempre la stessa. Adesso ci dicano se dobbiamo andarcene ma lo Stato Italiano deve proteggere gli italiani, l’Italia si faccia sentire. Subito”. Marco Marrone, l’armatore del peschereccio Medinea, sequestrato dai libici per 108 giorni, si domanda se debba scappare “il morto per fare intervenire il Governo”, visto che “le barche non sanno più dove andare, sono tutte ammassate in uno specchio di mare tra Malta e Lampedusa, anche la mia”. Su quanto accaduto in Libia spiega che “rischiano ogni giorno la vita – spiega – Ora hanno colpito il comandante e lo hanno ferito, spero non serva il morto per fare intervenire definitivamente il governo”. Marrone sollecita poi “un accordo europeo al più presto, oppure il governo deve mettere una vigilanza. È l’unica soluzione, senza accordo europeo non cambia nulla”. “Dobbiamo lavorare in zone sicure -conclude -le barche sono tutte concentrate in uno stesso punto”.

(immagine d’archivio)

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