Italia Nostra nazionale e la Sezione di Roma, insieme con numerose associazioni, comitati e cittadini, ha già da più di un anno lanciato un forte grido d’allarme agli Enti competenti per salvare il vasto patrimonio di Pinus pinea della città di Roma, aggrediti da una grave infestazione causata dalla cocciniglia Toumeyella parvicornis, che ha colpito circa 80% delle piante. La cocciniglia si è manifestata dal 2015 in Campania e poi si è spostata nel Lazio a partire dal Litorale. Basti pensare che tra le Riserve, i parchi e le ville e le alberature urbane la grave infestazione interessa un patrimonio di Pini di circa un milione.

Martedi 13 aprile, Italia Nostra è scesa in piazza per manifestare davanti al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali con rappresentanti di associazioni e cittadini, nonostante le limitazioni del Covid, per chiedere al ministero l’urgente emissione del “Decreto di lotta obbligatoria alla Toumeyella parvicornis” per fermare la strage annunciata dei Pini: bisogna necessariamente intervenire al più presto, prima che l’infestazione si diffonda con lo schiudersi delle uova della cocciniglia, con la riproduzione connessa alla stagione calda, e non possa essere più fermata nella sua capacità di distruzione delle piante. Tale decreto imporrebbe, infatti, l’impegno obbligato per la lotta urgente degli Enti e dei privati con le cure adeguate al fine di fermare l’infestazione, che va sviluppandosi in modo esponenziale.

La cura per i Pini, peraltro, c’è ed è economica e semplice, come dimostrano evidenze scientifiche, studi dell’Università di Napoli Federico II, e molte realtà in cui è stata applicata, come il Vaticano, l’Accademia Americana, il Cimitero Acattolico, interventi che hanno già evidenziato ottimi risultati perché le piante risultano ritornate in buona salute. Si tratta del metodo dell’endoterapia, che prevede di iniettare nel tronco, ad altezza d’uomo, l’abamectina; il costo di tale intervento si aggira mediamente intorno ai 50 euro per albero curato.

È possibile applicare tale cura attraverso ditte specializzate: il ministero della Salute, su richiesta del Mipaaf con Decreto del 12/03/2021, ha autorizzato l’uso di abamectina per questa cura, a partire dal prossimo primo maggio, ma per un periodo del tutto insufficiente, di soli 120 giorni. Occorrerà prorogare questo termine, naturalmente, ma questo sarà certamente possibile. Ad oggi da parte di Roma Capitale non si procede ad avviare la cura se non in poche aree sperimentali. Risulta un appalto di 60 milioni dedicato invece a potature ed abbattimenti. Non si è poi a conoscenza di specifica programmazione di spesa per tali cure nei prossimi mesi, né per una accurata programmazione per affrontare la lotta al parassita né per i reimpianti delle alberature ormai morte.

L’urgenza appare massima per fermare l’infestazione e poter salvare le piante, ma è necessaria rendere obbligatoria la cura e la programmazione della attività con fondi adeguati affinché si provveda. La preoccupazione è che il paesaggio della città nei prossimi mesi rischi di modificarsi in modo irreparabile, perché se l’infestazione non viene fermata presto, prima dell’estate – e cioè se non si provvede ora, subito alla cura urgente dei Pini – la città vedrà morire irreparabilmente le piante attaccate.

L’infestazione che si va diffondendo è già presente in modo grave nelle storiche pinete litoranee, nei giardini dell’Eur, sulla Cristoforo Colombo, a Villa Ada, Villa Borghese, Villa Doria Pamphili, Villa Lazzaroni, Giardini dell’Aventino, parco dell’Appia Antica e molte zone e vie delle aree centrali, comprese le aree archeologiche; è presente nella zona Nord, Villa Glori, Saxa Rubra e Fleming, e anche su singole alberature in giardini privati.

A seguito delle nostra appassionata lotta, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali si è dimostrato sensibile alla nostra richiesta, alle nostre ragioni, e abbiamo così potuto incontrare lo stesso 13 aprile il Sottosegretario del ministero, che si è mostrato attento e disponibile alla nostra proposta e si è impegnato a verificare concretamente e rapidamente la possibilità di procedere al “Decreto di Lotta obbligatoria al parassita”, quale soluzione necessaria per fermare l’infestazione della toumeyella parvicornis.

Tale patrimonio vegetale costituisce, peraltro, elemento prezioso della rete ecologica di Roma, risulta particolarmente rilevante non solo per l’apporto paesaggistico della scena urbana, ma anche per le importanti funzioni ecologiche relative al contenimento dell’inquinamento, della capacità di contenere l’effetto di calore che svolge per la qualità e la vita stessa dei cittadini. La sfida per l’equilibrio delle nostre città con la natura è ancor più rilevante a fronte dell’emergenza climatica e della stessa emergenza pandemica, e impone comportamenti sempre più responsabili e attenti verso il patrimonio di verde esistente, un bene comune che ha anche in termini economici un elevatissimo valore.

Il patrimonio vegetale, fra cui in particolare il Pinus pinea, va considerato elemento necessario, insostituibile, irrinunciabile per il nostro splendido paesaggio, per la stessa sopravvivenza dell’ecosistema città, per le nostre Riserve, per la nostra qualità di vita ed il nostro benessere, la nostra salute. Pertanto speriamo che il Mipaaf voglia essere conseguente e provvedere con urgenza all’emanazione del decreto, che consentirà in via obbligatoria l’impegno di Regione Lazio e Roma Capitale alla lotta al parassita e, quindi, la cura immediata delle piante; sarà certo necessario trovare conseguentemente adeguati fondi per provvedere. Fermare oggi nel Lazio e a Roma con le cure l’infestazione potrà salvare dall’attacco molte pinete di altre regioni. Attendiamo con fiducia il Decreto.

Salvare i pini è necessario per migliorare il nostro ambiente urbano, il nostro paesaggio identitario e storico, la nostra salute.

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