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Amazon, per ora non nascerà la prima rappresentanza sindacale statunitense. In Alabama pesante sconfitta dei “sì”

Sono 1.798 i magazzinieri che si sono espressi per il no, contro 738 che hanno votato a favore. Per mesi il gruppo ha condotto una intensissima campagna contro il sindacato che ha indotto il presidente Biden ha esprimersi a sostegno dei diritti dei lavoratori. "Questo rimane un momento importante per i lavoratori. Le loro voci saranno ascoltate", ha affermato il sindacalista Stuart Appelbaum
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Niente da fare. Il sindacato non riesce a varcare la soglia degli stabilimenti statunitensi di Amazon. Si è infatti concluso il lungo spoglio delle schede nel sito di Bessemer, piccolo centro dell’Alabama. I quasi 6mila dipendenti erano stati chiamati ad esprimersi sulla creazione di una rappresentanza sindacale collegata all’organizzazione di categoria Rwdsu (Retail, Wholesale and Department Store Union). Su un totale di 3.041 voti espressi sono stati 1.798 i magazzinieri che hanno rifiutato il sindacato contro 738 che hanno votato a favore, secondo il National Labor Relations Board, che sta supervisionando il processo di spoglio. “Il nostro sistema è guasto e Amazon ne ha tratto grandi benefici”, ha affermato Stuart Appelbaum, presidente di Rwdsu. “Solleciteremo l’Agenzia federale per il diritto del lavoro perché chieda ad Amazon di rendere conto del suo comportamento illegale durante la campagna“.

Per mesi l’azienda ha condotto una feroce campagna contro il sindacato. Cartelli appesi ovunque, briefing con i lavoratori, è stato anche creato un apposito sito per spiegare ai lavoratori perché non avrebbero dovuto aderire. Molti dipendenti hanno raccontato di continui messaggi inviati da Amazon sui telefoni dei lavoratori per propagandare il “no”. L’azienda ha questionato anche la possibilità di votare via e-mail, nonostante la pandemia suggerisse di evitare assembramenti. Infine, secondo alcune testimonianze, avrebbe persino alterato la segnaletica dei semafori della piccola cittadina per evitare che i lavoratori riuscissero ad incontrarsi durante i cambi di turno. Si è arrivati al punto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dovuto scendere in campo a difesa dei diritti dei lavoratori, mentre Amnesty International ha avviato una petizione a sostegno dei diritti dei lavoratori del gruppo.

“Non commettere errori, questo rimane un momento importante per i lavoratori. Le loro voci saranno ascoltate”, ha insistito Stuart Appelbaum. I dipendenti pro-sindacato lamentano ritmi infernali, mancanza di tempo per andare in bagno o per mangiare, mancanza di protezioni di sicurezza (soprattutto contro Covid-19) e salari insufficienti per il lavoro richiesto. Da parte sua Amazon si difende ricordando che i salari partono da 15 dollari l’ora (più del doppio del salario minimo in Alabama) e che fornisce benefici sociali, come la copertura sanitaria. Il gruppo assicura che i suoi dipendenti hanno le pause necessarie. Pochi giorni fa la stessa Amazon è stata costretta ad ammettere di essere a conoscenza del fatto che i suoi fattorini sono costretti a urinare nelle bottiglie di plastica per riuscire a rispettare i tempi delle consegne.

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