Nel campo profughi di Lipa, in Bosnia, sono scoppiati alcuni focolai di Covid-19 a causa delle pessime condizioni igieniche e delle difficoltà a mantenere il distanziamento. Lo denuncia la Caritas Ambrosiana, che nei campi fa assistenza sanitaria e distribuisce pasti caldi e acqua potabile ai migranti diretti in Europa attraverso la rotta balcanica. Attualmente nelle zone al confine con la Croazia sono bloccati migliaia di richiedenti asilo, provenienti soprattutto da Iraq, Siria, Afghanistan e Pakistan. “Qui è un’emergenza. I focolai sono scoppiati a causa delle drammatiche igienico-sanitarie. Abbiamo acquistato 4mila test rapidi per monitorare la situazione che potrebbe peggiorare da un momento all’altro”. Per cercare di limitare il più possibile i casi di infezione all’interno del campo, spiega la Caritas, sono state sospese tutte le attività ricreative, “ma le condizioni igienico sanitarie restano molto critiche e questo aumenta drammaticamente il rischio di diffusione del contagio tra gli ospiti e gli operatori”. Ancora oggi mancano completamente gli allacci elettrici, quelli idrici e quelli fognari.

Il campo di Lipa si trova in montagna, lontano dai centri abitati, e inizialmente era stato allestito come area provvisoria per l’isolamento dei migranti contagiati. Dopo il devastante incendio della vigilia di Natale, centinaia di persone erano rimaste al gelo senza un riparo. Dopo le proteste, la mobilitazione delle associazione umanitarie e di parte della politica, l’esercito ha allestito una tensostruttura temporanea. “In questo momento la situazione dei focolai di Covid-19 nei campi dove opera Caritas Ambrosiana necessita di un intervento immediato. Non avendo ancora attivato uno screening di massa non abbiamo la possibilità di accertare la reale portata dei casi di infezione che sono già a oggi molti di più di quelli confermati dalle analisi di tracciamento dei casi. Ma le condizioni rimangono drammatiche”.

Articolo Precedente

Coppie gay, sentenza storica della Cassazione: “Trascrivere in Italia le adozioni all’estero”. Ma rimane il no alla gestazione per altri

next
Articolo Successivo

Lecce, vendita di assorbenti vietata dopo le 18. La denuncia: “Non solo l’Iva, in zona rossa niente mestruazioni?”. Regione cambia le Faq

next