Nel giorno in cui il Regno Unito procede con i primi allentamenti nelle misure restrittive, Londra – scrive Bbc – comunica per la prima volta da settembre di non avere registrato morti per Covid. Il dato si riferisce al 28 marzo e l’emittente ricorda che nella capitale è stato registrato il 12% di tutti i decessi causa Sars-Cov-2 in Gran Bretagna, tanto che nei momenti di picco ad aprile le vittime accertate sono arrivate a 230 al giorno. I dati sono stati diffusi dal Public Health England, dopo che le cifre nazionali diffuse domenica parlavano di un totale di 19 decessi in tutto il Paese. L’indicazione giova del ritardo statistico su parte dei dati del weekend, ma comunque conferma una tendenza al calo delle vittime ai minimi da inizio pandemia. I medici londinesi parlano di risultato “fantastico” notando la parallela riduzione dei ricoveri, con non più di una media di “1 o 2 morti ogni due giorni” nelle terapie intensive.

L’allentamento delle restrizioni – Intanto, con quasi 34 milioni di dosi somministrate (oltre 30 milioni di persone sottoposte alla prima iniezione, secondo l’aggiornamento di ieri, e oltre 3 milioni e mezzo di richiami), il paese si appresta da oggi a compiere i primi significativi passi in direzione di un allentamento delle restrizioni, ma il premier Johnson invita alla cautela. Sarà consentito incontrarsi all’aperto in gruppi di sei persone di due nuclei familiari diversi (la ‘regola del sei’, già applicata anche in passato), anche all’interno di giardini privati, mentre potranno riprendere le attività sportive all’aperto.

L’allentamento sarà accompagnato dal lancio di una campagna governativa che sottolineerà il rischio legato alle riunioni di più persone appartenenti a nuclei famigliari diversi all’interno di spazi chiusi, con tanto di consigli degli psicologi su come resistere alle pressioni di parenti e amici che vorrebbero indurre ad infrangere le regole. In una dichiarazione divulgata in nottata, il premier ha esortato alla prudenza: “Dobbiamo restare cauti, con i casi in aumento in Europa e nuove varianti che minacciano la nostra campagna vaccinale. Malgrado le aperture di oggi, ciascuno deve attenersi alle norme“.

Lo studio: “Dopo la prima dose riduzione del 62% dei contagi” – Nuovi studi confermano poi l’impatto significativo dei vaccini anti Covid (Pfizer e AstraZeneca) già dopo una singola dose. Una ricerca condotta stavolta da un team della prestigiosa University College London (Ucl) su una campione di 10mila anziani di 86 anni d’età media – dopo aver verificato nelle scorse settimane un’efficacia fra l’80% e oltre il 90% dei 2 sieri contro le forme acute d’infezione e contro il rischio di morte – rilevano ora un effetto di riduzione del 62% di tutti i contagi (inclusi quelli lievi) anche fra una delle categorie più vulnerabili, gli ospiti delle case di riposo, dove nella prima fase della pandemia si sono registrati focolai micidiali di diffusione del virus.

Lo studio indica un risultato pressoché identico per Pfizer e AstraZeneca: con un calo secco del 56% dei contagi dopo 4 settimane dalla prima dose e del 62% dopo 5 settimane. E questo nel pieno dell’impennata della diffusione dell’aggressiva ‘variante inglese’ del coronavirus. “I nostri dati suggeriscono dunque che entrambi i vaccini sono efficaci anche tra le persone più fragili e più anziane” già con la prima iniezione, ha notato la dottoressa Maddie Shrotri, una delle responsabili della ricerca, evidenziando aspettative ancor maggiori dopo i richiami (che il Regno ha deciso di rinviare a dopo 12 settimane per ottimizzare l’uso delle forniture vaccinali disponibili e somministrare inizialmente quante più prime dosi possibile, secondo una strategia che si sta rivelando vincente).

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