Massimo sei persone per qualunque tipo di incontro, in casa o nei luoghi pubblici: la stretta alla vita sociale annunciata nel Regno Unito dal premier Johnson si può riassumente con la cosiddetta “regola dei sei“. L’obiettivo è frenare l’impennata di contagi da coronavirus – che orami viaggiano stabilmente a una media di 3mila al giorno – evitando lo spettro di un secondo lockdown nazionale.

“Controllate i vicini di casa” – Come ulteriore incognita arriva la riapertura delle scuole, completata oggi con gli istituti privati, mentre le scuole pubbliche avevano ripreso i lavori all’inizio di settembre. Il provvedimento, in vigore da oggi in Inghilterra, Scozia e Galles, impone con vincolo legale un tetto di 6 persone al massimo per qualsiasi incontro privato, in casa e non, pena interventi della polizia e multe salate. La regola “sarà applicata con severità” ha ammonito oggi il viceministro dell’Interno Kit Malthouse, che ha perfino invitato la popolazione a denunciare eventuali violazioni da parte di vicini di casa.

Le eccezioni – Sono possibili riunioni di più di sei persone soltanto a scuola, al lavoro, per matrimoni, funerali e in caso di squadre sportive. Critiche contro questo giro di vite continuano peraltro a piovere da esponenti dell’ala della destra più libertaria della stessa maggioranza Tory a Westminster. Con alcuni deputati che fanno pressione sul governo Johnson per ottenere almeno un’esenzione dalla stretta per i bambini anche in Inghilterra: così come già previsto dalle autorità locali in Galles e in Scozia, dove gli under 11 e gli under 12 non saranno rispettivamente conteggiati nel limite delle sei persone.

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