Una campagna vaccinale più veloce ma che non “trascuri” gli anziani, come invece fanno “certe Regioni“. L’auspicio di riaprire materne ed elementari “subito dopo Pasqua“. E poi i temi europei, dall’utilizzo di “tutti gli strumenti disponibili” per far rispettare i contratti alle case farmaceutiche ai rapporti con Usa e Turchia, fino all’urgenza di approvare entro metà 2021 la digital tax. Nel suo intervento in Senato che precede il Consiglio europeo del 25 e 26 marzo, Mario Draghi parte dalla pandemia per delineare le sfide che attendono il Paese nelle prossime settimane. Il governo è “all’opera per compensare i ritardi di questi mesi” nelle vaccinazioni, esordisce il premier, rivendicando che nelle prime tre settimane di marzo “la media delle somministrazioni è stata di 170mila dosi al giorno, più del doppio rispetto ai due mesi precedenti”. L’obiettivo, grazie all’arrivo di più dosi e alla logistica, è quello di arrivare a mezzo milione al giorno, ma oltre a procedere spediti, avverte, “è altrettanto cruciale vaccinare prima gli anziani”. Se nelle Rsa “l’86% degli ospiti ha già ricevuto una dose e oltre due terzi ha completato il ciclo vaccinale”, infatti, sugli over 80 “persistono importanti differenze regionali che sono molto difficili da accettare“. Draghi usa parole durissime per richiamare i governatori all’unità: “Mentre alcune Regioni seguono le indicazioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. Tutte, invece, dovrebbero “attenersi alle priorità indicate dal ministero della Salute”.

Il premier vuole però dare anche un “messaggio di fiducia” agli italiani, perché con l’accelerazione delle iniezioni si potrà “frenare il contagio“, impedire “il sorgere di nuove varianti” e “tornare alla normalità”. L’auspicio del governo – alla luce degli ultimi dati della pandemia analizzati martedì dalla cabina di regia – è di “poter riaprire almeno le scuole primarie e la scuola dell’infanzia allo scadere delle restrizioni, ovvero subito dopo Pasqua“. Draghi avverte però che per il momento si tratta di una “speranza” e che dovrà essere corroborata dalla situazione epidemiologica. Nel corso del suo intervento il premier ha poi affrontato le questioni aperte a livello europeo, esprimendo innanzitutto “forte soddisfazione” per la partecipazione del presidente Usa Joe Biden al Consiglio Ue. “La sua presenza conferma la volontà di imprimere un nuovo slancio alle relazioni tra Stati Uniti ed Unione europea”, spiega. Durante il summit si discuterà anche delle difficoltà del Vecchio continente di andare di pari passo con altri Paesi in materia di vaccini. “Dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni usando tutti gli strumenti disponibili, incluso il regolamento per l’esportazione dei vaccini introdotto dalla Commissione a gennaio”, avverte il presidente del Consiglio. “Va applicato quando è necessario”, come è stato fatto dall’Italia a inizio marzo.

A suo parere, infatti, l’Unione deve “rafforzare la sua credibilità” dopo i problemi emersi in questi mesi. Un obiettivo che si può raggiungere anche grazie al dispositivo Covax: “La Commissione europea ha impegnato un miliardo di euro nel progetto e l’Italia è stata tra i primi Paesi a contribuirvi nel 2020, con 86 milioni di euro. Il grande merito di Covax è garantire la distribuzione dei vaccini secondo le effettive necessità dei Paesi riceventi, e non in base all’interesse politico o economico o geopolitico dei donatori”. In parallelo servono però ulteriori sforzi per aumentare la “capacità produttiva dei vaccini in Europa”, in un’ottica di “autonomia strategica“. “Dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall’esterno”, ragiona l’ex capo della Bce, sottolineando che il governo ha già “iniziato a stabilire accordi di partnership con case internazionali per la produzione in Italia”, mentre a livello Ue il dossier è gestito dal commissario Thierry Breton.

Tra gli ultimi temi toccati da Draghi in conclusione del suo intervento c’è anche il green pass europeo. L’intenzione della Commissione è quella di dare “entro tre mesi” un certificato a chi è stato vaccinato o è guarito o comunque è immune al virus, ha ricordato il premier. “Occorre raggiungere questo obiettivo senza discriminazioni e nel rispetto dei dati sensibili dei cittadini. E’ un progetto complesso”. Non sarà facile nemmeno portare avanti il processo di digitalizzazione in Ue, altro argomento di cui si discuterà durante il summit. “In Italia il programma Next Generation Ue offre un’enorme possibilità, il 20% dei fondi riguarda proprio la trasformazione digitale, ma lo sviluppo di questi settori non può prescindere dall’equa distribuzione dei proventi”, continua il premier. “Riteniamo che il Consiglio Ue debba procedere ad una soluzione globale su una tassazione digitale entro la metà del 2021 e credo sia possibile grazie all’apporto degli Usa con la nuova amministrazione“. Prima di congedarsi dai senatori, Draghi ha menzionato anche il contenuto della sua telefonata avvenuta nelle scorse ore con il presidente della Turchia Erdogan: “L’abbandono turco della Convenzione di Istanbul (sulla lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, ndr) rappresenta un grave passo indietro. La protezione delle donne e la difesa dei diritti umani in tutti i paesi sono un valore europeo fondamentale, un valore identitario per l’Ue”, ha concluso il premier tra gli applausi dell’Aula di Palazzo Madama.

Il caso Astrazeneca – Nella replica in Senato, Mario Draghi ha anche parlato del caso delle 29 milioni di dosi di Astrazeneca nascoste ad Anagni e trovate dai Nas nel weekend scorso. “Sabato sera ricevo una telefonata dal presidente della commissione europea segnalandomi alcuni lotti che non tornavano nei conti della Commissione e che sarebbero stati giacenti presso lo stabilimento della Catalent di Anagni, che infiala i vaccini”, ha rivelato il premier. “Mi si suggeriva di ordinare un’ispezione. La sera stessa ho chiesto a Speranza di inviare i Nas, che sono andati immediatamente e la mattina hanno identificato i lotti in eccesso. Sono stati bloccati e ne sono partiti due, in Belgio, alla casa madre, Astrazeneca”. Due dei lotti di Astrazeneca bloccati ad Anagni, ha aggiunto Draghi, “sono partiti oggi per il Belgio, alla casa madre. Da dove andranno da lì non so. Intanto la sorveglianza continua per i lotti rimanenti”. Quindi Draghi ha anche parlato del “pragmatismo” che ha evocato anche nella conferenza stampa della scorsa settimana: “Parlo di pragmatismo in senso positivo nei confronti dell’Ue”, ha detto, “non metto la ricerca di altre strade prima. L’Italia ha mostrato che la sua azione è fondata su tre pilastri: il rispetto degli accordi da parte delle multinazionali dei vaccini; le sanzioni se questi accordi non sono rispettati; la pronta sostituzione dei vaccini mancanti con altri tipi di vaccino”.

I temi sul tavolo del Consiglio Ue – Sono queste le premesse con cui Draghi si appresta a volare a Bruxelles per partecipare al summit con i capi di Stato e di governo dei 27. Le discussioni saranno incentrate soprattutto sui vaccini, sui ritardi nelle consegne da parte di Astrazeneca e sul braccio di ferro con il Regno Unito in materia di esportazioni. Nelle scorse ore la Commissione Ue ha infatti rivisto il meccanismo di controllo dell’export introdotto a fine gennaio per evitare che le dosi dei vaccini anti-Covid prodotte nel Continente finissero altrove. Ora per concedere il via libera saranno valutati anche i criteri di “reciprocità” e “proporzionalità“, ovvero se la strada degli scambi di sieri col Paese destinatario corra a doppio senso, e a che punto sia questi con la campagna di immunizzazione. Non otterranno il via libera richieste di aziende farmaceutiche che non onorano i contratti con i 27. E saranno cancellate le esenzioni ai controlli per i Paesi a basso e medio reddito dell’iniziativa Covax, o per quelli del vicinato, in tutto oltre 120. Un accorgimento, quest’ultimo, per avere maggiore chiarezza sulla meta finale di tutti gli shot in partenza dall’Unione ed evitare il rischio che siano aggirati eventuali stop europei, o che gli immunizzanti finiscano sul mercato nero.

L’iniziativa della Commissione Ue, che segue una procedura d’emergenza, entrerà in vigore subito dopo l’adozione e la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea, ma per capire se i 27 Stati membri sono compatti si dovrà attendere il summit di giovedì, quando Ursula Von der Leyen ne parlerà con i leader. Nel mirino della stretta nell’immediato ci sono AstraZeneca ed il Regno Unito. Per le inadempienze dell’azienda di Oxford, che ha già tagliato a 70 milioni di dosi le consegne per il secondo trimestre, nonostante i 180 previsti dal contratto, Bruxelles è decisa ad andare avanti per vie legali, ha avvertito la negoziatrice dei vaccini Ue, Sandra Gallina. Mentre Boris Johnson ha cercato di tendere la mano, almeno a parole, ai 27. “Stiamo tutti combattendo la stessa battaglia in Europa e in gran parte del mondo, serve la collaborazione internazionale. Noi continueremo a collaborare con i nostri partner europei”.

Al Consiglio Europeo verranno poi “trattati anche temi relativi al mercato unico, alla politica industriale e alla digitalizzazione“. Dal 1992 al 2018, ha ricordato Draghi, “le esportazioni tra Paesi europei sono cresciute fino a raggiungere il 20% del prodotto interno lordo dell’Unione. Dimostrando quindi che un mercato europeo unico, coeso, con stessi standard, permette anche uno sviluppo delle esportazioni intraeuropee, quindi dovremo gradualmente dipendere sempre meno dal resto del mondo per le nostre esportazioni, come avviene a tuti i grandi mercati, tutti i grandi Paesi. E poi sono cresciute moltissimo le catene del valore, attraverso i vari Paesi europei. Anche gli investimenti diretti esteri dal resto dell’Ue verso l’Italia, con il rafforzarsi del mercato unico, sono aumentati. In sostanza, difendere l’unicità del mercato significa difendere le aziende italiane, che ne beneficiano in grande misura”.

“I giovani non siano riserva di lavoro sottopagata” – “Dobbiamo ribadire l’impegno, come governi e parlamenti nazionali, a costruire un’Europa che accolga i giovani e li formi come figli, non come riserva di lavoro spesso sottopagata“, ha continuato l’ex presidente della Bce spiegando: “Un futuro migliore per l’Europa unita passa attraverso un’azione concreta sull’occupazione, soprattutto giovanile, sulle pari opportunità, sui diritti sociali. Vogliamo organizzare e occuparci di questi temi in un ”Vertice Sociale” che sarà organizzato il 7-8 maggio dalla Presidenza di turno portoghese del Consiglio dell’Unione europea. Ed è il tema che dobbiamo mettere al centro della Conferenza sul Futuro dell’Europa che prenderà il via il 9 maggio”.

L’invito (accolto) di Biden – Al vertice europeo – visto il tema vaccini – parteciperà in via eccezionale anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, come ha ricordato Draghi. “Ho invitato il presidente a partecipare, per condividere le sue opinioni sulla nostra futura cooperazione. E’ ora di ricostruire la nostra alleanza transatlantica“, ha twittato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel certificando l’inversione di rotta di Washington rispetto all’era Trump. In agenda ci sono il clima, la politica estera (i rapporti con Cina e Russia) e soprattutto la pandemia. L’auspicio è che la Casa bianca possa dare una mano all’Unione sul fronte dei vaccini, forte della campagna di somministrazione che negli Usa corre veloce (sono già 85 milioni i cittadini americani vaccinati), sia dal punto di vista delle forniture che della produzione su licenza.

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