Grazie ai finanziamenti del programma Sure, di cui è il principale beneficiario, l’Italia ha risparmiato finora 2,835 miliardi di interessi sui 21 miliardi ricevuti fino al 2 febbraio scorso. E’ la stima della Commissione Ue, che ha presentato il primo rapporto semestrale sull’attuazione dello strumento. Bruxelles sottolinea che i prestiti usati per finanziare schemi come la cassa integrazione e i bonus per gli autonomi hanno finora sostenuto il 34% della forza lavoro del Paese: 8,6 mln di lavoratori, tra cui 7 milioni di dipendenti e 1,5 milioni di autonomi.
“In attesa del lancio dello strumento per il recupero e la resilienza (il Recovery fund, ndr), Sure offre un esempio incoraggiante di ciò che la solidarietà europea può offrire ai nostri cittadini “, ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni. Il programma “ha svolto un ruolo cruciale nella protezione dei lavoratori dipendenti e autonomi dai peggiori effetti dello shock economico causato dalla pandemia”.
Dalla sua attivazione, il 22 settembre scorso, oltre il 90% della dotazione complessiva del Sure (100 miliardi di euro) è stata assegnata a 18 Stati membri. Dopo l’Italia, i maggiori importi sono andati alla Spagna (21,3 miliardi) e alla Polonia (11,2 miliardi). L’Italia ha diritto in totale a 27,4 miliardi.
Nel complesso, Bruxelles calcola che Sure abbia sostenuto nel 2020 tra i 25 e i 30 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi e fino a 2,5 milioni di imprese nei 18 Paesi beneficiari. Positivo anche il bilancio delle prime quattro emissioni di obbligazioni Sure: da ottobre 2020 a gennaio 2021, l’Ue ha raccolto in tutto 53,5 miliardi di euro, con un risparmio totale per gli Stati membri – rispetto ai tassi di mercato – di circa 5,8 miliardi di euro in termini di interessi.
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