I docenti, i collaboratori scolastici, ma anche il personale amministrativo che nelle prossime settimane si sottoporrà alla somministrazione del vaccino contro il Covid-19 non dovrà più perdere un giorno di permesso retribuito, ma sarà giustificato. A mettere una toppa al problema sollevato nei giorni scorsi dall’onorevole Vittoria Casa (M5S) e segnalato dal ilfattoquotidiano.it, è arrivato il decreto Sostegni.

Ad annunciarlo è stato il ministero dell’Istruzione che venerdì sera, terminata la conferenza stampa del premier Mario Draghi, ha spiegato: “Per una migliore gestione dell’emergenza e a tutela dei diritti dei lavoratori, l’assenza dal lavoro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche per la somministrazione del vaccino contro il Covid-19, sarà considerata giustificata: non determinerà alcuna decurtazione del trattamento economico, né fondamentale né accessorio”.

Una misura che arriva con qualche settimana di ritardo. Chi (678.385 persone secondo i dati del ministero della Salute) nei giorni scorsi si è dovuto assentare da scuola per fare la tanto attesa iniezione, ha dovuto perdere un giorno di permesso retribuito e nel caso dei precari si trattava addirittura di un permesso non retribuito.

Una falla che aveva provocato l’indignazione di tanti maestri e professori che hanno sollevato la questione. Non tutti, infatti, sono riusciti a fissare l’appuntamento con l’ambulatorio in un orario al di fuori delle lezioni che per ora si tengono in quasi tutt’Italia in modalità online.

Ad ascoltare le lamentele degli insegnanti ci ha pensato l’onorevole Casa, presidente della commissione Cultura della Camera, che ha presentato un’interrogazione per sollecitare l’introduzione di un permesso ad hoc per il vaccino.

La soluzione, arrivata attraverso il decreto Sostegni, era stata annunciata anche dalla Funzione Pubblica che ha parlato di un “permesso retribuito sul modello di quanto avviene per la donazione del sangue”.

Resta sul tavolo il problema della cosiddetta “trattenuta” Brunetta, per chi si ammala a causa del vaccino. Dal 2008, cioè ai tempi in cui l’attuale ministro della Pubblica Amministrazione occupava lo stesso incarico nell’ultimo governo Berlusconi, per i primi dieci giorni di assenza per malattia lo stipendio degli insegnanti viene privato di ogni indennità, emolumento o qualsiasi altro trattamento economico accessorio.

Una “trattenuta” che viene fatta anche per chi si ritrova a casa con la febbre alta, il dolore al braccio e il mal di testa, a seguito della vaccinazione. Una situazione che non è per nulla rara visto che la maggior parte dei docenti, dopo l’iniezione, ha manifestato effetti collaterali.

Di fronte al problema, il ministero della Funzione Pubblica, si è affrettato a sottolineare che “per gli insegnanti il mancato pagamento dell’accessorio per le assenze per malattia è stimato tra i cinque e i nove euro lordi al giorno” e che “è fuorviante parlare di trattenuta, perché il mancato pagamento riguarda la prestazione non effettuata”.

Una comunicazione fatta con una non tanto velata polemica nei confronti del personale della scuola: “Le segnalazioni, al momento, sono arrivate soltanto dal mondo della scuola. Da medici, infermieri, forze dell’ordine e altro personale pubblico vaccinato non è giunta alcuna segnalazione”.

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