Non ci sono legami evidenti tra la morte di Sandro Tognatti e la sua vaccinazione con AstraZeneca. È questo il primo responso dell’autopsia disposta dalla procura di Biella per accertare le cause del decesso del docente di Cossato, 57 anni, avvenuto domenica mattina a 14 ore di distanza dalla somministrazione del farmaco anti-Covid. L’ipotesi più accreditata dal medico legame Roberto Testi, che è anche presidente del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi piemontese per il Covid, dopo i primi risultati dell’esame autoptico è quella di un problema cardiaco improvviso. E, secondo le prime informazioni, non sarebbe emerso nessun segno che permetta di collegare la morte alla vaccinazione. Nuove e definite risposte arriveranno dai risultati degli esami istologici, attesi nel giro di qualche giorno.

La procura ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo, al momento contro ignoti, e il procuratore Teresa Angela Camelio ha disposto il sequestro “in via cautelativa” del lotto a cui apparteneva la dose somministrata all’insegnate del conservatorio di Novara. Oltre 393mila flaconi che i carabinieri del Nas hanno prelevato in tutta Italia, negli hub di distribuzione e nei centri di vaccinazione a cui erano stati consegnati.

Il lotto ABV5811 è stato il secondo a finire sotto sequestro dopo l’ABV2856, bloccato nei giorni scorsi in seguito alla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò in Sicilia, dove ieri gli ispettori del ministero della Salute si sono recati all’ospedale Umberto I di Siracusa, senza rilevare anomalie, e nella base militare di Augusta, dove era di stanza il sottufficiale. Sulla sua morte indaga la procura di Siracusa che, in attesa dell’esito dell’autopsia e dei risultati degli esami istologici e tossicologici, ha autorizzato i funerali.

La procura di Messina, che indaga sulla morte di Davide Villa, il poliziotto dell’Anticrimine di Catania deceduto il 7 marzo, 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, acquisirà i reperti istologici già utilizzati per i primi accertamenti avviati dai pm della città etnea, che poi ha trasmesso il fascicolo ai colleghi della Città dello Stretto. Messina è infatti competente perché la vittima era sposata con una giudice in servizio a Catania. I pm etnei avevano incaricato un tossicologo, partendo dall’assunto che a determinare il decesso potesse essere stato il vaccino. Diverso il punto di partenza dei magistrati messinesi che cercheranno di capire che terapie sono state somministrate al paziente dopo l’insorgere della trombosi.

Esclude legami con la vaccinazione anti Covid, invece, la procura di Agrigento in merito al decesso di un operatore sanitario di Licata in servizio in una casa di riposo di Palma di Montechiaro. All’uomo, per altro, era stata inoculata una dose Pzifer. Oltre a Biella, in momento indagano su eventuali correlazioni tra gravi reazioni avverse e i vaccini anti-Covid le procure di Messina, Trapani, Siracusa, Bologna, Napoli e Lagonegro.

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