Le tanto temute varianti per ora sono tenute a bada dai vaccini approvati. Dai primi studi fatti, i composti a Rna messaggero (Moderna e Pfizer-Biontech) hanno “un’ottima efficacia contro le nuove varianti del Covid“. Allo stesso modo, anche “il vaccino Johnson&Johnson di recente approvato dall’Ema” è risultato efficace. Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccini dell’Agenzia europea del farmaco lo ha spiegato, in audizione alla commissione Sanità del Parlamento europeo. “Secondo un piccolo studio su duemila casi, il vaccino AstraZeneca è risultato invece non efficace” contro la variante sudafricana, ha spiegato Cavaleri, indicando tuttavia che sarà necessario attendere “studi più ampi” per verificarne la reale efficacia.

Il 25 gennaio l’azienda Usa Moderna, aperta all’ipotesi se necessario di una terza dose di vaccino per contrastare le varianti, aveva annunciato che il composto, dopo diversi teste, era risultato efficace anche contro le varianti identificate nel Regno Unito e in Sudafrica, aggiungendo che sarebbe stata testata appunto una dose aggiuntiva di richiamo del suo vaccino per studiare la capacità di aumentare ulteriormente la risposta immunitaria contro le varianti. In totale quindi le dosi da utilizzare, una volta conclusa questa sperimentazione, diventerebbero tre. “Mentre cerchiamo di sconfiggere il virus che ha causato la pandemia, crediamo che sia fondamentale essere proattivi mentre il virus si evolve”, aveva dichiarato Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna.

Ancora prima l’8 gennaio anche Pfizer che ha sviluppato il vaccino con la tedesca Biontech aveva annunciato che negli studi preliminari il composto risultava efficace contro le varianti. L’analisi dei ricercatori società statunitense e dell’University of Texas Medical Branch era stata elaborata sul sangue prelevato da persone immunizzate. Il vaccino è risultato efficace nel neutralizzare il virus con la mutazione ‘N501Y‘ della proteina ‘spike’, “considerata responsabile della maggior trasmissibilità delle varianti – aveva spiegato Phil Dormitzer, uno dei responsabili dello sviluppo del vaccino Pfizer – C’era la preoccupazione che questa mutazione potesse far sfuggire il virus alla neutralizzazione degli anticorpi provocata dal vaccino”. Secondo Pfizer, il vaccino “è efficace contro queste mutazioni, così come è in grado di proteggere da altre 15 varianti” contro cui l’azienda ha testato in precedenza il siero.

Intanto proprio per combattere il potenziale pericolo derivante dalle mutazioni di Sars Cov 2, l’Ema ha individuato criteri scientifici per dimostrare l’efficacia e la sicurezza dei vaccini modificati per le varianti del coronavirus, che consentiranno di chiedere “esperimenti clinici più piccoli” ha spiegato ancora Cavaleri. I criteri dovrebbero quindi assicurare procedure di autorizzazione più veloci. Nella lista dei vaccini da approvare ci sono Novavax, sviluppato con la tecnica delle proteine ricombinati, e Curevac, della famiglia dei composti a Rna messaggero. La prima azienda il 25 febbraio scorso ha annunciato che il composto è efficace anche sulla variante sudafricana. Comunque gli esperti e le stesse aziende affermano che per calibrare e modifica il vaccino ormai sviluppato sulle varianti potrebbero essere necessarie anche poche settimane.

Nella lista dei vaccini attesi c’è anche Sputnik, la cui rolling review da parte di Ema è iniziata il 4 marzo. “È un vaccino ben disegnato e merita l’interesse di tutti. Siamo bene lieti di collaborare con l’azienda produttrice e vedere se possiamo utilizzarlo in Europa, ma dobbiamo verificare gli standard di produzione rispetto alle aspettative. C’è un programma in corso e nelle prossime settimane vedremo se riusciremo ad approvare il vaccino. Ma prima della fine di aprile non saremo pronti per dare l’ok a Sputnik, più probabile maggio” ha spiegato Cavaleri ospite di Radio24. Proprio oggi da Mosca è arrivato l’annuncio sono stati raggiunti accordi per avviare la produzione in Italia, Spagna, Francia e Germania.

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