Il provvedimento è un Decreto del presidente del consiglio dei ministri ma a spiegare le misure non sarà il presidente del Consiglio: Mario Draghi si appresta a firmare il suo primo Dpcm con le restrizioni anti-Covid, ma poi non si presenterà in conferenza stampa. A illustrare il provvedimento che regolerà la vita degli italiani dal 6 marzo al 6 aprile, con importanti novità soprattutto sulla scuola per combattere l’aumento dei contagi e le varianti, saranno i ministri per gli Affari regionali e della Salute, Mariastella Gelmini e Roberto Speranza, insieme al presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e al presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.

La linea dettata dal premier Draghi era quella del “comunicare solo quando c’è qualcosa da dire“: questo aveva suggerito ai ministri durante il suo primo Cdm. Il Dpcm però di novità importanti ne contiene, a partire da un tema delicato come la scuola: chiuderanno tutte le classi in zona rossa e le Regioni che si trovano in zona gialla o arancione avranno comunque facoltà di chiudere gli istituti nei territori (province o comuni) dove si raggiunge un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti. Significa didattica a distanza per tantissimi studenti, anche delle elementari e medie. Inoltre, ci sarà la stretta per barbieri e parrucchieri in zona rossa. Senza dimenticare la delicatezza del momento dal punto di vista epidemiologico: i contagi sono tornati a crescere, così come i ricoveri in ospedale, le varianti stanno riportando il virus fuori controllo. Anche in questo contesto, però, Draghi ha scelto il silenzio.

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Nuovo Dpcm, verso la linea dura sulla scuola: chiusura di tutte le classi non solo nelle zone rosse ma anche dove c’è alto contagio

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