di Luigi Sala

A mio avviso, la forza propulsiva della democrazia italiana si è esaurita con l’allontanamento di Giuseppe Conte dal governo, socchiudendo la porta all’oligarchia (governo di pochi) che, in realtà, è la foglia di fico della plutocrazia (predominio dei ricchi), siano questi uomini o gruppi finanziari. Bisogna comunque intendersi: la democrazia ateniese consentiva il diritto di voto a non più del 10-20% della popolazione residente e, per l’epoca, era un traguardo non di poco conto. Ma è necessario scendere un poco più a fondo; atteso che nel nostro Dna non è iscritta alcuna legge morale è opportuno cercare nell’inconscio le motivazioni e gli impulsi che spingono l’individuo ad appropriarsi di, o utilizzare, temi simbolici del tutto astratti come moralità, virtù, bene, felicità, bellezza, eccetera.

Poiché siamo a tutti gli effetti animali e mammiferi, non possiamo allontanarci da modelli di comportamento propri del mondo animale: sopravvivenza, ricerca del cibo, riproduzione, dominio di un territorio, competizione intraspecifica; l’uomo nella sua vita applica tali modelli istintuali ed essendo dotato di intelletto e parola li ha resi simboli ed espressioni di pensiero: in altre parole vuole sfuggire a morte e malattia, provare sicurezza, essere certo della sua progenie ed assicurarsi ogni mezzo di sostentamento. Il suo comportamento sociale è, quindi, profondamente influenzato da questi fattori.

E la politica? La definizione del filosofo Karl von Clausewitz “la politica non è che la continuazione della guerra con altri mezzi” non si discosta molto dal vero: chi si dedica alla politica è uomo come tutti gli altri e la sua ricerca del potere (capacità di influire, di dominare e controllare) è desiderio di appagare una personalità narcisistica la cui volontà di potenza mira a soddisfare i bisogni di sicurezza propri dell’individuo. Naturalmente i mezzi economici equivalgono a benessere (avere molti soldi corrisponde ad avere maggiori possibilità di essere in salute, avere cibo migliore, cure migliori, un territorio più vasto eccetera) e costituiscono, insieme al potere, la prova di aver raggiunto il grado alfa all’interno del gruppo.

Una delle grandi illusioni in cui cade l’essere umano: il lupo alfa ha le chances migliori di poter tramandare i propri geni e il fatto di poter disporre di una maggiore porzione di cibo e di femmine lo soddisfa e giustifica le lotte per avere e mantenere la supremazia. Ma il lupo non soffre di angoscia né si fa domande scomode. Non per niente il detto “homo homini lupus” rimanda a una verità amara e testimonia che l’uomo, per raggiungere un appagamento più apparente che sostanziale, può fare stragi di altri uomini e servirsi di concetti come “democrazia” per consentire a se stesso, o a chi considera suoi alleati o protettori, di raggiungere uno status in cui può servirsi del potere raggiunto.

Il politico si sente quindi intimamente autorizzato a servirsi delle formule in uso per arrivare ai suoi fini. Nello specifico la democrazia non è certo il governo del popolo e le scelte obbligate che offre non esauriscono i desiderata della popolazione; desiderata concessi solo in parte poiché sono in conflitto con quelli della classe dominante. La democrazia è un pessimo strumento per governare il paese ma è tutto quello che siamo riusciti ad inventare: sarebbe opportuna una legge elettorale modellata per dare massimo valore alle esigenze delle persone, per questo non ci sarà mai, così come la democrazia diretta può riguardare solo un ristretto campione della popolazione. A più tardi, democrazia.

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