Il governatore della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, Jerome Powell ha espresso ottimismo sul fatto che già quest’anno le condizioni economiche potrebbero tornare in una situazione di quasi normalità. Il Prodotto interno lordo americano “potrebbe” crescere nel 2021 anche intorno al 6%, ha affermato, e ritornare quindi ai livelli pre-pandemia nella prima metà dell’anno. “Questo non è il momento di pensare al debito”, dice Powell rispondendo, nel corso di un’audizione in Congresso, a chi gli chiedeva dell’andamento dei conti pubblici. Powell, che oggi è stato ascoltato in audizione dal Congresso Usa, ha anche rimarcato come ci siano ancora 10 milioni di posti di lavoro in meno rispetto a prima dell’inizio della pandemia e come il ritmo di miglioramento del mercato del lavoro sia rallentato. Lo scorso 27 gennaio la Fed aveva indicato che il tassi di disoccupazione reale si colloca intorno al 10%, ben al di sopra del 6,3% indicato dalle statistiche ufficiali.

La ripresa statunitense rimane quindi per ora “irregolare e incompleta”. La Fed manterrà quindi i tassi al livello attuale finché il mercato del lavoro non si avvicinerà alla piena occupazione. Il numero uno della Fed non ha voluto commentare il piano di Joe Biden che prevede stimoli all’economia per 1.900 miliardi di dollari. Powell ha anche sottolineato di non voler neanche prendere posizione, come consuetudine della Fed, sul tema del salario minimo, che sta infiammando il dibattito. All’inizio della sua presidenza Biden ha annunciato l’intenzione di alzare il livello del salario minimo a 15 dollari l’ora dagli attuali 7,5. In alcuni colloqui privati Biden avrebbe però affermato che difficilmente questa decisioni avrà effetti concreti nel breve termine.

Powell ha infine escluso che nel paese ci sia al momento un pericolo inflazione. “L’inflazione resta debole e non rappresenta una minaccia, ci vorrà tempo per raggiungere i target”, ha affermato il governatore. I timori di una ripresa della crescita dei prezzi al consumo sono invece presenti sui mercati e alla basse delle vendite di titoli di Stato Usa verificatesi negli ultimi giorni. Se l’inflazione sale il rendimento reale di un titolo di stato diminuisce. I timori di un riaffacciarsi dell’inflazione spiegherebbe, almeno in parte, anche le vendite che in queste ore stanno interessando i titoli tecnologici. Queste azioni infatti risentono generalmente più di altri titoli ad eventuali strette delle condizioni monetarie a cui bisognerebbe ricorrere per arginare un’eventuale corsa dei prezzi. Il governatore della Fed, pur ammettendo che politiche monetarie ultra espansive favoriscono un rialzo del valore di asset finanziari, ha detto che “Nessuno è davvero in grade di capire quando si verifica una bolla su sui valori di un asset. Powell ha infine affermato che il “dollaro digitale” è una delle priorità a cui lavora la Fed. Ieri la segretaria del Tesoro, ed ex governatrice della Fed, Janet Yellen aveva a sua volta espresso la volontà di procedere rapidamente alla creazione di questa moneta digitale.

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