Televisione

Ciao Maschio, un programma pieno di stereotipi con Nunzia De Girolamo non a fuoco nella conduzione

Non è mancanza di leggerezza, non si è vittime del politicamente corretto: è una questione di opportunità. Di necessità televisiva, di narrazione, di cosa vuole o non vuole essere la Rai1 di Stefano Coletta. Gli ascolti, 745.000 spettatori con l'8.6%, sono stati tiepidi ma finiscono per essere la parte meno rilevante. Il danno resta e nessuno ne chiede conto. Non ci sono paginate, polemiche di politici, nessuno porta il caso in Vigilanza. È pur sempre Nunzia De Girolamo. Ciao Rai

di Giuseppe Candela

Perché?“, la domanda accompagna i sessantasette minuti di visione di “Ciao Maschio“, nuovo programma di RaiUno in onda in seconda serata con la conduzione di Nunzia De Girolamo. Ex parlamentare di Forza Italia, ex ministra, moglie di Francesco Boccia, esponente del Partito Democratico e ministro del Governo Conte. Da qualche anno prestata alla tv: concorrente a Ballando con le stelle, opinionista in contenitori Rai e ospite con frequenza nel salotto dell’amico Massimo Giletti a Non è l’Arena.

Perché Nunzia De Girolamo conduce un programma sulla prima rete del servizio pubblico? Dopo la messa in onda si può escludere per ragioni di competenza: la De Girolamo non ha alcun appeal televisivo, ha problemi visibili con la dizione, non sa condurre, si fa travolgere dagli ospiti. E fin qui si potrebbe parlare dell’ennesimo caso di una scelta sbagliata per ragioni misteriose ma il peggio arriva analizzando la trasmissione. Peggio di cui la conduttrice è responsabile in quanto autrice del formato che pensava di proporsi come l’anti-Harem ma si è rivelato un programma semplicemente brutto e da evitare.

Un concentrato di stereotipi e luoghi comuni, chiacchiere da bar con una vera overdose di cliché. Un passo indietro che sembra riportare il servizio pubblico al 1960, azienda reduce già dallo scivolone della spesa sexy a Detto Fatto. Ospiti della prima puntata Luigi De Magistris, Francesco Paolantoni e Stefano De Martino. Tre uomini, una donna e tante chiacchiere. Di questo livello: “Si può essere amico di una donna?”, “L’ironia è maschile o femminile?“, “Stefano, tu vuoi una donna tradizionale che ti deve fare il ragù?”, “Il tradimento si può perdonare?”, “È vero che alla fine di un rapporto voi uomini non volete le coccole?”, “Cosa vi dite nello spogliatoio?”, “Sindaco De Magistris ha l’ansia da prestazione?”, “State ammettendo che le donne sono il sesso forte”, “Le donne si devono rassegnare all’inferiorità maschile”, “Baciare un’altra donna è un tradimento?”.

Per abbassare ulteriormente il livello Stefano De Martino ha aggiunto un’altra perla: “Intendevo dire che vorrei sputare a Trump fossi stata Melania, tanto loro sono congiunti”. E pensare che ha deciso di darsi una svolta radical chic. De Girolamo incapace negli interventi. Se tutto questo sia sessismo non sta a noi dirlo, probabilmente no ma di certo si ravvisa una forte superficialità nella scrittura, nella conduzione, nella visione dell’universo maschile, nel linguaggio ammiccante e rilassato.

Non è mancanza di leggerezza, non si è vittime del politicamente corretto: è una questione di opportunità. Di necessità televisiva, di narrazione, di cosa vuole o non vuole essere la Rai1 di Stefano Coletta. Gli ascolti, 745.000 spettatori con l’8.6%, sono stati tiepidi ma finiscono per essere la parte meno rilevante. Il danno resta e nessuno ne chiede conto. Non ci sono paginate, polemiche di politici, nessuno porta il caso in Vigilanza. È pur sempre Nunzia De Girolamo. Ciao Rai.

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