Ennesima giornata di passione (e di incredulità) a Wall Street. I titoli coinvolti nelle speculazioni (GameStop, Blackberry, Blockbuster, Amc i principali) hanno ripreso a salire vertiginosamente dopo i violenti cali di ieri. Una situazione che mette a rischio la tenuta dei fondi speculativi che hanno invece puntato sul ribasso di queste stesse azioni. Al momento le perdite a carico dei ribassisti sono stimate in circa 20 miliardi di dollari.

I titoli sono tornati a correre dopo che la piattaforma di trading on line Robinhood ,da cui partono molti degli acquisti, ha rimosso i limiti alle operazioni che aveva introdotto ieri, suscitando ondate di proteste tra gli utenti che hanno portato anche all’avvio di una class action. La piattaforma è riuscita a raccogliere un miliardo di dollari, per venire incontro alle richieste delle autorità regolatorie che chiedevano maggiori garanzie.

Le speculazioni al rialzo hanno iniziato a coinvolgere anche valute digitali e commodities. Giovedì si sono registrati forti movimenti nelle quotazioni dell’argento. Complici alcune dichiarazioni del fondatore di Tesla Elon Musk (che nella sua bio su twitter ha aggiunto la parola bitcoin) venerdì sono esplose le quotazioni di criptovalute come il Dogecoin con rialzi fino all’800%.

Nel frattempo continuano i dolori del fondo Melvin, quello che per ora ha pagato lo scotto più elevato di questa situazione. Melvin ha deciso oggi di chiudere anche molte delle sue speculazioni al ribasso sui mercati europei, in particolare sulla casa farmaceutica tedesca Evotec e sul costruttore di batterie Varta, verso cui iniziavano a muovere le legioni di piccoli trader.

La battaglia è alla base dei ribassi che stanno subendo gli indici di Wall Street. I fondi di solito investono sia su azioni di grandi società puntando sul loro rialzo, sia su piccoli titoli scommettendo sui ribassi. Se questi titoli invece salgono, sono costretti a vendere le altre azioni per coprire le perdite e quindi pesano su tutto il listino. Le autorità sono con i nervi a fior di pelle per un fenomeno che potrebbe scuotere profondamente e a lungo i mercati. La Sec, che vigila sui mercati statunitensi, ha ribadito di stare osservando l’evoluzione della situazione.

Breve riassunto delle puntate precedenti – Moltissimi piccoli traders sono riusciti a mettersi d’accordo grazie a social media come reddit o TikTok per coordinare i loro acquisti di azioni. I titoli prescelti sono quelli di società avviate verso un declino che pare inesorabile, come la catena di punti vendita e noleggio di videogiochi GameStop, l’equivalente per i dvd Blockbuster o il costruttore di cellulari Blackberry. Perché? Perché su questi titoli ci sono grandi speculazioni al ribasso da parte di grossi fondi. Scommesse sul fatto che il prezzo di queste azioni sia destinato a scendere, scendere, scendere. I dettagli più tecnici si possono leggere qui e qui. I “piccoli” si sono però messi a fare esattamente l’opposto, ossia comprare le stesse azioni spingendone il prezzo verso l’alto. Per chi ha speculato al ribasso questo meccanismo è infernale, se prolungato costringe lo speculatore a correre al riparo ricomprando gli stessi titoli finendo a fare il gioco dei suoi avversari. La pressione dei piccoli trader è stata così forte che alcuni hedge fund sono stati costretti a gettare la spugna, e incamerare perdite miliardarie. La battaglia si svolge con armi chiamate “opzioni”, prodotti finanziari che amplificano la potenza di fuoco (e i rischi) di chi investe. Per questa ragione in questi giorni i titoli coinvolti sono stati protagonisti di movimenti al rialzo o al ribasso del 30-40%-50% in pochi minuti.

Gli acquisti dei piccoli trader sono facilitati da una serie di fattori. Abbondanza di liquidità, utilizzo dei social, diffusione si smartphones e app che permettono di investire direttamente dai telefonini, e dall’utilizzo di piattaforme di trading on line che non fanno pagare commissioni. Su tutte “Robinhood”, che in questi anni ha raccolto milioni di utenti. La piattaforma ha però tra i clienti alcuni dei grandi fondi protagonisti delle speculazioni al ribasso, tra cui il colosso Citadel. Ieri la piattaforma ha deciso di limitare fortemente le operazione su titoli come GameStop. Era possibile soltanto vendere le azioni e non si potevano più usare opzioni. In partica i trader sono stati disarmati. I I grandi fondi hanno tirato un sospiro di sollievo. I piccoli traders si sono scatenati con furiose proteste sui social il cui fragore è arrivato sino al Congresso Molti gli esponenti politici che si sono schierati al fianco dei piccoli trader come si può vedere ad esempio da queto tweet di Alexandra Ocasio Cortez

La piattaforma ha ripristinato oggi appieno la sua operatività, i trader si sono riorganizzati sfruttando anche altri canali. Le scorribande così sono riprese. GameStop e gli altri hanno ricominciato a salire vertiginosamente. Tutta la vicenda è, indubbiamente, affascinante e, a tratti, esilarante. Riportiamo, ad esempio, il tweet di Roaring Kitty, il micio ruggente, nome di battaglia dietro cui si celerebbe il consulente finanziario 34enne Keith Patrick Gill che sta guidando gli assalti e che qui prende in giro i fondi speculativi. Grazie alle operazioni sul titolo GameStop, Gill avrebbe sinora accumulato un guadagno di 30 milioni di dollari.

Abbondano ormai anche le letture sociologiche, alcune piuttosto ardite, del fenomeno. L’odierno editoriale del “board” del Financial Times è intitolato “L’ ondata populista che scuote la finanza”. Il fondatore del fondo Pimco Bill Gross a sua volta parla di una “rivoluzione populista” e ha espresso preoccupazione per l’entità del fenomeno. C’è poi chi arriva a celebrare un ribilanciamento della ricchezza tra generazioni. I piccoli traders sono per lo più “millennials”, ossia trentenni, una generazioni massacrata dalla precarizzazione del lavoro. I fondi speculativi attaccati amministrano per lo più soldi di ricchi non più giovanissimi.

Suggestioni esagerate? Probabilmente sì, ma tempo al tempo. “Non è un fenomeno nuovo, ha spiegato al sito Quartz, James Angel, esperto di mercati e docente della Georgetown University. “Abbiamo già assistito a periodi di intensa euforia e speculazione, è come se ogni generazione dovesse scoprire i mercati azionari”. La pensa così anche Giuseppe Sersale, partner di Anthilia sgr, al Fattoquotidiano.it dice “Sono fenomeni che si ripropongono periodicamente, l’elemento di novità in questo caso è i fattore tecnologico, la community social che consente la coordinazione dei flussi e ne amplifica gli impatti”. Secondo Sersale questo fenomeno non si esaurirà in breve tempo e avrà degli effetti sulle strategie con cui si sono mossi sinora gli hedge fund. “Anche se è probabile che i regolatori inizieranno a muoversi con più incisività, è difficile arginare un fenomeno di questo genere”, spiega Sersale che tuttavia non ritiene plausibile un effetto sistemico, come paventato da qualche osservatore. “In alcuni settori ci sono senza dubbio condizioni da bolla speculativa che questo fenomeno rafforza, ma non penso ad uno scoppio imminente. Le cose cambieranno davvero quando l’inflazione risalirà e la Federal Reserve inizierà a stringere la sua politica monetaria”.

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