Creare 4.820 “case della comunità” per decongestionare gli ospedali e fornire assistenza sul territorio, aumentare a 1,3 milioni il numero di pazienti che ricevono cure a domicilio, offrire oltre 36mila posti letto di degenza breve per ridurre i ricoveri in ospedale non indispensabili, ampliare al 75% della popolazione l’adesione agli screening per i tumori dell’utero e del colon, acquistare e collaudare oltre 3.461 grandi apparecchiature tecnologiche per gli ospedali, comprare nuove ambulanze digitalmente avanzate, aumentare il numero di accessi dei medici neo laureati ai corsi di specializzazione post laurea. Sono alcuni degli obiettivi che il governo punta a raggiungere entro il 2026 grazie ai fondi europei della Recovery and resilience facility. La bozza di Recovery plan con le schede sui 52 progetti selezionati tra quelli presentati dai ministeri illustra nel dettaglio il piano per la sanità, a cui come anticipato vengono dedicati 9 miliardi da investire in 14 progetti di digitalizzazione e assistenza domiciliare più 5,5 destinati a ristrutturazione ed efficientamento degli ospedali. Il totale è dunque di quasi 15 miliardi.

Ecco, voce per voce, i progetti descritti nella bozza che nei prossimi giorni dovrebbe essere esaminata dal Consiglio dei ministri, anche se nel frattempo Italia viva ha presentato un proprio – scarno – progetto alternativo su come utilizzare i fondi del Next Generation Eu.

“Casa della Comunità al centro del territorio per migliorare l’assistenza sanitaria”: 1,6 miliardi
Partendo dalla debolezza cronica della sanità territoriale italiana punta a “potenziare l’integrazione complessiva dei servizi assistenziali socio-sanitari per una presa in carico globale della persona” al fine di migliorare l’assistenza delle persone con problemi psichiatrici, garantire l’equità di accesso e la qualità delle cure indipendentemente dal loro contesto geografico e sociale dei soggetti cronici, non autosufficienti e disabili sull’intero territorio nazionale e garantire la salute delle famiglie, dei bambini, degli adolescenti, delle coppie e delle donne implementando e riqualificando la rete dei consultori.
L’obiettivo è attivare, entro il 2026, 4.820 Case della comunità e 2.256 consultori familiari adeguati, oltre a realizzarne 756 nuovi .

“Casa come primo luogo di cura”: 980 milioni
Mira a incrementare la diffusione e la qualità dell’offerta sanitaria domiciliare, garantendo una adeguata socialità e la prossimità della rete dell’assistenza primaria. Il progetto “è in stretta connessione con la definizione di una presa in carico globale all’interno della Casa della Comunità, anche grazie all’integrazione delle soluzioni tecnologiche”. Viene definito “strategico per il futuro e la sostenibilità del SSN, che necessita di soluzioni in cui la casa possa essere una risposta alle esigenze di salute, soprattutto per i pazienti cronici anziani”. L’obiettivo è aumentare dal 4 al 10% la quota di pazienti over 65 curati a domicilio, superando la media europea pari al 6%. Entro il 2026 si passerebbe dagli attuali 850.764 a 1.394.695 pazienti. Le prese in carico dovranno aumentare del 40% entro il 2024, di un ulteriore 40% entro il 2025 e di un ultimo 20% entro il 2026

“Prevenzione e promozione della salute per la persona e le comunità e Scuola in salute”: 450 milioni
In questo caso al centro c’è la prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili e non trasmissibili. Tra i risultati attesi c’è un’espansione dello screening mammografico per 1.122.227 donne (54% delle donne di età 45- 49 e 70-74 anni), l’aumento della partecipazione delle donne allo screening cervicale e l’estensione dello screening colorettale. In più sarà potenziata la medicina scolastica sul territorio. Tra i target per il 2026 ci sono l’ampliamento dell’adesione allo screening della cervice uterina e del colon retto fino al 75%, la distribuzione di 1.500.000 trattamenti per smettere di fumare, la realizzazione di 5 programmi di comunicazione nazionale e con articolazione regionale per i diversi programmi di screening.

“Sviluppo delle cure intermedie su base nazionale”: 710 milioni
Saranno creati presidi sanitari a degenza breve (Ospedali di comunità) con una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, per sgravare l’ospedale da “prestazioni di bassa complessità che non necessitano di un elevato carico assistenziale” e ridurre gli accessi impropri alle strutture di ricovero e ai pronto soccorso. Il target previsto per il 2026 è l’attivazione di 36.147 posti letto.

“Miglioramento standard delle Residenze sanitarie per pazienti disabili e non autosufficienti”: 180 milioni
Saranno riorganizzati i ruoli e le responsabilità all’interno delle strutture per potenziare l’attività di supervisione clinico-assistenziale del paziente, secondo un piano assistenziale individuale condiviso con il medico di base. Si prevede di uniformare la capacità ricettiva delle strutture e definire un’organizzazione per moduli differenziati per livello di intensità assistenziale. L’altro obiettivo è ammodernare e adeguare tecnologicamente le strutture attraverso una dotazione di strumentazione diagnostica autonoma e di tele monitoraggio, l’utilizzo di device tecnologici per monitoraggio e assistenza e la possibilità da parte degli utenti di disporre di device per la comunicazione con i familiari da remoto. I target previsti riguardano l’adeguamento strutturale e tecnologico di 201.905 posti letto e l’attivazione di 11.472 corsi di formazione.

“Rete dei centri territoriali per il contrasto alla povertà sanitaria”: 360 milioni
Punta a rispondere ai bisogni della popolazione “difficile da raggiungere e da trattare”, realizzando una rete capillare di centri di prossimità specializzati nel contrasto alla povertà sanitaria grazie ad una collaborazione strutturale tra Servizio Sanitario Nazionale, sistema socio-assistenziale e terzo settore che opera nelle comunità locali a favore dei gruppi vulnerabili.

“Servizi sociali come strumento di resilienza per la realizzazione dell’integrazione sociosanitaria”: 180 milioni
Si sovrappone in parte al progetto Case di comunità e al rafforzamento dell’assistenza a domicilio perché prevede più servizi sociali domiciliari e punti unici di accesso alle prestazioni sociali e sanitarie, potenziamento delle equipe multidisciplinari. Ma anche attivazione di attività di supervisione dei casi nei servizi sociali territoriali per prevenire il burnout degli operatori.

“Salute, ambiente e clima: sanità pubblica ecologica e sorveglianza della sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti”: 560 milioni
Punta a rafforzare la capacità, la resilienza e l’equità del Paese di fronte agli impatti sulla salute associati ai rischi ambientali e climatici. Si istituirà la rete del “sistema nazionale di prevenzione salute-ambiente e clima”, integrata con l’esistente Sistema Nazionale per la Protezione ambientale. Sarà prevista l’istituzione/rafforzamento di poli di eccellenza a livello nazionale e poli regionali e istituzioni territoriali con competenze e responsabilità specifiche in salute-ambiente-clima. Per quanto riguarda l’organizzazione veterinaria pubblica, l’obiettivo è promuovere lo sviluppo del sistema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, anche attraverso il potenziamento e la riorganizzazione della rete di 10 Istituti Zooprofilattici Sperimentali. I target previsti sono: circa 236 strutture pienamente operative; 10 piani di intervento organizzativi, 300 borse di studio formazione e ricerca in Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza degli alimenti.

“Ammodernamento parco tecnologico e digitale ospedaliero”: 2 miliardi
Qui si parla di ammodernamento degli ospedali sia in termini di attrezzature di alta tecnologia che di sale operatorie, nonché digitalizzazione delle strutture sanitarie. In particolare, l’intervento è finalizzato ad acquistare nuove apparecchiature in grado di efficientare i processi clinico assistenziali e l’interoperabilità dei dati, ammodernarre il parco tecnologico dei dipartimenti emergenziali assistenziali e pronto soccorso. I target sono 3.461 grandi apparecchiature sanitarie acquistate e collaudate e 457 strutture digitalizzate.

“Sviluppo e innovazione del sistema di emergenza e urgenza ospedaliero”: 200 milioni
Ha lo scopo di armonizzare e rendere interoperabili le centrali uniche Numero unico europeo 112 per le situazioni di urgenza e quelle per le situazioni di non urgenza oltre a favorire l’integrazione ospedale-territorio. In particolare, prevede l’acquisto di nuove ambulanze digitalmente avanzate in grado di favorire l’assistenza sanitaria a distanza e la comunicazione e interoperabilità con le strutture ospedaliere, la riqualificazione delle linee telefoniche del servizio di pronto intervento interfacciate con i centri operativi di emergenza sanitaria della guardia medica, l’ammodernamento dei veicoli di emergenza, la definizione di percorsi e infrastrutture per telemonitoraggio e telemedicina, il rafforzamento del trasporto secondario urgente in interconnessione con il centro operativo di emergenza sanitaria. I target previsti sono 1.800 nuove ambulanze acquistate, 1.600 nuovi mezzi di assistenza primaria acquistati, 450.000 pazienti cronici assistiti da remoto.

“Potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e della raccolta, elaborazione e analisi dei dati del Ministero della Salute”: 770 milioni
Il progetto è finalizzato a realizzare interventi regionali per l’evoluzione, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico anche ampliandone gli strument che abilitino la raccolta di nuove informazioni su base volontaria da parte del cittadino. I target previsti sono: 960 milioni di documenti digitalizzati entro il 2026, implementazione di 4 nuovi flussi informativi a livello regionale, potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e applicativa del Ministero e completamento della piattaforma e portale Open Data, completamento dell’Health Prevention Hub.

“Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del SSN”: 600 milioni
E’ finalizzato all’aggiornamento della disciplina degli Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico per rafforzare le capacità di risposta alle emergenze sanitarie e alla transizione epidemiologica e ai fabbisogni sanitari legati al quadro demografico. Si prevede un contributo in conto capitale per l’ammodernamento del parco tecnologico a favore di 52 Istituti. I target riguardano il finanziamento di sei reti IRCCS entro il 2026, l’assegnazione di voucher entro il 2026 e i contributi in conto capitale per l’ammodernamento e il rinnovamento tecnologico di 52 IRCCS.

“Ecosistema innovativo della salute”: 200 milioni
Punta a generare nuove occasioni di innovazione, sviluppo e occupazione qualificata nell’area salute, anche attraverso partenariati pubblico-privati, attraverso la collaborazione tra sistema sanitario, Università, incubatori d’impresa, centri di ricerca, grandi imprese, pmi e altri soggetti del mondo produttivo, della ricerca e degli investitori istituzionali. I target riguardano: finanziamento di progetti/programmi di sviluppo entro il 2026, attivazione di almeno un fondo di Venture/Equity specializzato nelle scienze della vita entro il 2022, costituzione di 8 Poli di Innovazione della salute per la promozione, la condivisione di strutture, lo scambio di conoscenze e competenze nell’ambito della ricerca applicata nell’area salute, entro il 2026.

“Sviluppo delle competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali dei professionisti in sanità”: 230 milioni
Il progetto è finalizzato al potenziamento dell’accesso ai percorsi di specializzazione ai neo laureati in medicina e chirurgia e al potenziamento della formazione e aggiornamento dei professionisti sanitari. Intende ridurre il gap tra il numero di accessi annui al corso di laurea in Medicina il numero di contratti nei corsi di specializzazione post lauream. I target previsti riguardano la formazione aggiuntiva per 725.549 operatori sanitari, il passaggio da 6.700 a 10.400 numero di accessi alla formazione post laurea medico-specialistica entro il 2026, l’attivazione di 10 corsi di formazione tecnico manageriali per i ruoli apicali degli enti del SSN, entro il 2022, 50 entro il 2024 e 110 entro il 2026 e 7.767 corsi per l’aggiornamento professionale del personale della salute diretto all’educazione digitale e alla divulgazione della riforma organizzativa.

“Verso un nuovo ospedale sicuro, tecnologico, digitale e sostenibile”: 5,55 miliardi
Una prima linea di intervento riguarda la ristrutturazione, efficientamento energetico e ammodernamento di vecchie strutture che ospitano Dipartimenti di Emergenza e Accettazione di I livello. Si punta a ristrutturarne 63. La seconda riguarda l’adeguamento sismico e antincendio delle strutture sede di DEA di I e II livello e sede di pronto soccorso di base e la realizzazione di nuovi ospedali sede di DEA di I livello in sostituzione di ospedali vecchi. Il target stimato è di 170 strutture sanitarie oggetto di ammodernamento e adeguamento.

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