Il record negativo sui tempi di approvazione – mai così stretti, sufficienti solo per due letture del testo – l’aveva già ottenuto. E ora per la manovra, che si avvia verso il via libera con la fiducia nell’aula del Senato senza mandato al relatore e senza il tempo per altre modifiche, spunta in extremis un intoppo. Al comma 8 c’è un errore che, se non corretto, dimezzerebbe il bonus Irpef da poco incrementato a 100 euro al mese per chi ha un reddito fino a 28mila euro. Il viceministro Antonio Misiani ha confermato, spiegando che serve un decreto per rimediare, altrimenti la detrazione che a regime costa 5 miliardi l’anno “non sarebbe più da 1.200 euro (all’anno ndr), ma diventerebbe 600 euro”. Nessun problema di copertura però, assicura il vice di Roberto Gualtieri: anzi “il provvedimento è sovracoperto di oltre 1,6 miliardi”.

Le opposizioni protestano e lamentano che di problemi ce ne sono anche altri. Dopo il chiarimento sul bonus il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, ha spiegato che “risulta non sia solo questo l’elemento del decreto correttivo. Per esempio si dice che sia stata duplicata una norma nel Ristori quater con due coperture differenti, 50 milioni, che si sommano e vanno a 100 milioni, e che riguarda gli affitti. Qualcuno parla anche di una norma sull’Istruzione, stralciata dalla Ragioneria, che potrebbe rientrare nel Dl correttivo perché sulle coperture si è arrivati a una maggiore chiarezza”. Paola Binetti (Forza Italia-Udc) dal canto suo lamenta la cancellazione “del fondo di appena 5 milioni, con cui si garantivano gli screening ai neonati per diagnosticare eventuali malattie rare, come previsto dalla legge 167 del 2016”. Il ministero della Salute ha fatto sapere che l’emendamento sarà riproposto nel Milleproroghe.

“Ieri la commissione Bilancio ha inviato il parere sull’equilibrio di bilancio, il viceministro Misiani assicura che non c’è un problema di copertura, io devo ritenere che la procedura sia corretta”, abbozza la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. “Verificheremo poi, attraverso il decreto correttivo, se quello che è stato detto corrisponderà al vero. Non abbiamo motivi oggi di non dover credere a quello che viene affermato dal viceministro e dalla commissione”.

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