Il sistema a zone ha “funzionato” ma la situazione “resta difficile in tutta Europa” e il virus “continua a circolare dappertutto”. Anche tra gli esperti del Comitato tecnico scientifico “c’è una forte preoccupazione per un’impennata nel periodo natalizio” per gli assembramenti “legati alla diffusa voglia, anche comprensibile, di socialità”. Le misure sono quindi “necessarie” per “cautelarci meglio” in vista della “ripresa delle attività a gennaio”. Ma il decreto legge “offre un punto di equilibrio tra la stretta che dobbiamo mettere in campo e l’importanza sociale che le festività hanno”.

Giuseppe Conte motiva così il nuovo decreto legge che inasprisce le misure previste dal 3 dicembre per le festività natalizie, alla luce di un indice di contagio Rt che mostra un primo, nuovo movimento di rialzo e un numero di casi stabile rispetto alla settimana scorsa. “Ci muoveremo – sottolinea – sempre su basi scientifiche”. Sarà quindi zona rossa nei giorni festivi e pre-festivi tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, mentre il 28-29-30 dicembre e il 4 gennaio tutta l’Italia sarà zona arancione (leggi tutte le misure). I negozi quindi resteranno chiusi per 10 giorni, mentre bar e ristoranti saranno costretti alla serrata per tutto il periodo, escluso l’asporto e il delivery.

Un “ulteriore sacrificio” che il presidente del Consiglio dice di “comprendere”. Per questo, spiega, “chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorati”. E annuncia: “Disponiamo un immediato ristoro per 645 milioni per bar e ristoranti, riceveranno il 100% di quanto già ricevuto sulla base del decreto Rilancio”. Con nuovo decreto Ristori “a gennaio provvederemo a compensare le perdite per altri operatori su cui non possiamo intervenire subito”. Nuove misure economiche anche per chi non è ricompreso nei fondi già disposti, aggiunge, verranno inserite nella legge di Bilancio, alla quale sottolinea si sta lavorando “con il contributo anche delle forze di opposizione”.

Conte guarda anche alle prossime settimane, scandite dalle date che porteranno all’inizio della campagna vaccinale: “Abbiamo davanti la fine di questo incubo, ci avviciniamo al 27 dicembre quando in Italia come in altri Paesi europei sarà il primo giorno dei vaccini – annuncia – Dobbiamo trovare in questa certezza la forza di chiudere questo brutto capitolo insieme e non abbassare la soglia di attenzione”. Il governo, ha ribadito, non intende imporre l’obbligatorietà del vaccino ma esso “sarà testato dalle istituzioni sanitarie internazionali, sarà un vaccino sicuro, sarà offerto a tutti e speriamo che tutti si predispongano a farlo”.

Il giorno dopo la fine della zona rossa per le festività è quello che fissato per la riapertura delle scuole. “Sapete che a questo governo sta particolarmente a cuore la piena ripresa delle attività in presenza nelle scuole, anche per i nostri alunni più grandi”, per le scuole superiori, ha detto premier. “Abbiamo programmato un recupero della didattica in presenza a partire dal 7 gennaio. Stiamo lavorando tantissimo – ha assicurato – Proprio stasera, in una pausa del Consiglio dei ministri, i ministri interessati – Azzolina, De Micheli e Boccia – mi hanno informato che i tavoli delle prefetture stanno funzionando mediamente molto bene”.

La strategia, ha continuato, è quella di “creare un completa sinergia” ed è “difficile integrare il sistema del trasporto scolastici con orari differenziate e le esigenze delle singole realtà. Farlo a livello nazionale era impossibile, per questo stiamo cercando di farlo a livello territoriale con tutte le autorità locali che stanno partecipando a questi tavoli. Per questo abbiamo fiducia per la ripresa in presenza evitando che si possano creare meccanismi di afflusso che possano creare criticità”.

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