Con la seconda ondata della pandemia, a Dimartedì il programma di Giovanni Floris, è esplosa una nuova stella della televisione italiana. Si chiama Barbara Gallavotti, biologa divulgatrice. È brava, con tono pacato ci spiega come le grandi epidemie ci hanno colpito nel passato e come ci colpiranno, numerose, nel futuro. Collabora anche con Piero Angela, infatti un po’ lo ricorda nell’intonazione e nel ritmo, con qualche venatura di Rita Levi Montalcini, non l’originale, ma quella imitata da Elena Sofia Ricci nel recente sceneggiato.

Come quando Angela dice “Molti di voi si saranno chiesti perché…”, anche Barbara Gallavotti procede per domande che riassumerei così: “Quante persone mi devono alitare addosso su un autobus per rischiare di essere positivo?”, “Quando le goccioline degli invitati alla festa della nonna sono inequivocabilmente troppe?”. La dottoressa Gallavotti non appare subito in trasmissione, ma aspetta il momento propizio, nella seconda serata, quando lo spettatore ebbro di talk show si è leggermente assopito sul divano. In un dormiveglia in cui si stenta a distinguere il falso dal vero.

A quell’ora, con la colpevole complicità di Floris, Barbara Gallavotti comincia a insinuare nelle nostre menti notizie inquietanti. Il coronavirus è solo uno dei virus in circolazione: potrebbero essere almeno 500 mila! Tutti virus come il morbillo, partito nel 1901 e debellato solo nel ’49, un vero killer dell’umanità! Questi assassini hanno già fatto il salto di specie dagli animali a noi, poveri e indifesi esseri umani e chissà quanti ne faranno ancora, come è successo con il virus Bombali che ci è arrivato dalla Sierra Leone! Comincio a pensare che davvero la natura mi è nemica e soprattutto mai andrò in vacanza in Sierra Leone.

Guardo con sospetto anche il mio cane, assopito, pure lui, ma Lei mi intima: “Attenzione, se siamo positivi al virus, siamo noi che possiamo contagiare i nostri animali”. Questa volta, giustamente, è il cane che guarda male me. Ma io sono positivo? La dottoressa tranquillizza: “Non bisogna aver paura. Il virus è come un uragano e noi per difenderci dobbiamo mettere le assi di legno alle porte, inchiodare le finestre, fare grandi scorte di cibo e nasconderci in cantina”. Se è così sono più tranquillo.

La dottoressa è abile, scarica sempre la responsabilità su un autorevole ente terzo: tipo il Mit di Boston, una rivista mai sentita o studi australiani. Fa la stessa cosa quando spiega che un certo Dottor Miller, neuroscienziato, ha scoperto che il negazionismo è probabilmente una forma di demenza in cui i sensi forniscono informazioni false al cervello. Quindi il negazionista è in buona fede, ma andrebbe operato al cervello?

Quando sento queste cose tendo a non reagire. Chi sono io per contestare la biologa Gallavotti? Preferisco lasciarmi andare e dormire, senza sapere che ormai tutta questa confusione e queste ansie da Lei provocate sono dentro di me. Purtroppo l’ultima notizia che mi raggiunge dice che una notte del febbraio del 1901 a New York 200 poliziotti armati fecero irruzione nelle case del quartiere di Harlem e vaccinarono tutti gli abitanti (volenti o nolenti). Così mi capita proprio di sognare di essere stato scelto, con la forza, come primo italiano da vaccinare (volente o nolente). Ma c’è ancora qualche dubbio su quale sia il vaccino più efficace.

Per primo mi iniettano quello russo, poi quello cinese… Non funzionano!! Dal nulla, mi appare la dottoressa Barbara Gallavotti, sempre carina, ma con un sorriso diverso, gelido, che mi ricorda uno degli incubi della mia infanzia, un personaggio che appare nei miei film horror preferiti: la bambola assassina. Nel sogno, la Gallavotti decide di testare su di me anche tutti gli altri sei vaccini in sperimentazione. Sembra che non funzionino nemmeno quelli… Non si capisce il perché. Nemmeno quello della Pfizer, quello che funziona al 95%! Sono in quel disgraziato 5% che si contagia lo stesso!

Cosa può essere successo dottoressa?! Lei si rivolge ai suoi collaboratori: “Non gli avete iniettato il Viagra, che è anche lui un prodotto Pfizer, vero?!” Non ne posso più. “Basta! Andate via! Lasciatemi solo!”. ”Solo? Forse tu non sai che un recente studio di ricercatori canadesi ha scoperto nel cervello dei solitari si sviluppano pericolose malattie degenerative!”. “Aiuto”!

Apro gli occhi, l’incubo è finito, ma la dottoressa Gallavotti è ancora lì, nel video. Sorride soddisfatta. Cambio canale. Appare Gino Strada che dice: “Non ne usciremo prima di due o tre anni”. Spengo.

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