“Credo che il negazionista sia quasi sempre in buona fede. Il neuroscienziato Miller ha provato a spiegare il meccanismo mentale: forse interviene un processo mentale che non è tanto dissimile da quello che accade in certe forme di demenza“. Lo spiega a “Dimartedì” (La7) Barbara Gallavotti, biologa e autrice di “Superquark”.
La scienziata spiega: “Ci sono alcune forme di demenza in cui i sensi comunicano al cervello informazioni false sul mondo esterno. E le zone del cervello che ricevono queste informazioni le inviano all’area di cervello che invece è incaricata del pensiero razionale. Questa zona del cervello fa tutti gli sforzi possibili per dare un senso a quelle informazioni, farle sembrare congruenti e renderle solide. Quindi, chi è affetto da questa malattia può essere convinto di trovarsi di fronte al suo peggiore nemico, quando magari ha di fronte una persona amata“.
E aggiunge: “Secondo Miller, quando ci convinciamo di un’idea falsa, quello che succede è che il nostro cervello riceve delle informazioni infondate, cioè le comunica alla parte del cervello deputata al pensiero razionale e questa le confeziona in modo che siano convincenti. La domanda è: chi instilla nella nostra mente questi pensieri senza senso? Nel caso della demenza sono i sensi che danno delle informazioni errate. Nel caso del negazionismo, tutto parte dalla nostra incapacità di distinguere tra una informazione infondata e un’altra fondata. Secondo Miller, questa incapacità è dovuta alla mancanza di una cultura scientifica di base, ma io su questo non sono molto d’accordo”.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez