Primo via libera in Argentina al progetto di legge che depenalizza l’aborto. La norma, proposta del presidente Alberto Fernandez in risposta alle richieste da lungo avanzate dalle attiviste per i diritti delle donne, è stata approvata dalla Camera. Prima di essere eletto, un anno fa, Fernandez aveva promesso di spingere per rendere l’aborto volontario e gratuito. Il disegno di legge, che ora necessita dell’approvazione del Senato in una sessione attesa per fine anno, consente di abortire in modo volontario fino alla 14esima settimana di gravidanza. La proposta di legge è stata approvata con 131 voti contro 117 e sei astensioni dopo il dibattito-maratona che si è protratto per 18 ore consecutive, da giovedì 10 dicembre fino alle prime ore di questa mattina. Il tema della interruzione volontaria della gravidanza è stato esaminato numerose volte dal Parlamento argentino negli anni scorsi e solo nel 2018 la Camera riuscì ad arrivare a una votazione, senza però che il Senato potesse a sua volta occuparsene per via dello scioglimento delle Camere.

Nella piazza antistante l’edificio del Congresso, migliaia di persone hanno trascorso la notte manifestando e attendendo il verdetto. I manifestanti a favore della depenalizzazione dell’aborto sono esplosi di gioia alla notizia e si sono abbracciati mentre ascoltavano il portavoce parlamentare che leggeva i risultati del voto sugli schermi. Molti di loro indossavano mascherine di colore verde, che è diventato un simbolo del loro movimento. A centinaia di metri, non lontano dal palazzo del Parlamento, in centinaia hanno contestato il risultato. Gli antiabortisti erano vestiti di azzurro, con in mano la bandiera nazionale e i rosari. In vista del dibattito di giovedì, la Chiesa cattolica aveva fatto appello affinché i legislatori si fermassero a pensare a “cosa significhi il rispetto per la vita”, facendo eco alla posizione di Papa Francesco, argentino anche lui, sul fatto che l’aborto faccia parte della “cultura dello scarto” di oggi.

In America Latina ci sono alcune tra le leggi sull’aborto più restrittive al mondo. Città del Messico, Cuba e Uruguay sono tra i pochi luoghi del Sud America in cui le donne possono abortire durante le prime 12 settimane di gravidanza indipendentemente dalle circostanze. Fino ad ora, le donne che abortiscono in Argentina, così come le persone che le assistono, possono essere perseguite per legge. Le esenzioni sono previste solo in caso di stupro o se la gravidanza rappresenta un rischio per la salute della madre. Secondo dati del governo, migliaia di donne che hanno cercato di abortire sono morte durante procedure non sicure e clandestine in Argentina e circa 38mila donne vengono ricoverate ogni anno a causa di procedure mal riuscite condotte in segreto.

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